In riferimento alla lettera di un dottorando che lamentava ritardi nei pagamenti della borsa di studio, pubblicata sullo scorso numero di Ateneapoli, ecco le precisazioni del dott. Giuseppe Giunto, Dirigente della Ragioneria de L’Orientale.
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Caro Direttore,
è con vivo stupore che ho letto sull’ultimo numero del suo autorevole giornale, a pag. 26, l’articolo-intervista dal titolo “Ritardi nei pagamenti delle borse di studio ai dottorandi”, stupore dovuto alle inesattezze (ed uso un eufemismo) in esso contenute.
Proviamo a mettere un po’ d’ordine.
Quando nei primi anni ’80 fu istituito il dottorato di ricerca il Ministero (ancora Pubblica Istruzione) diede indicazione alle università di procedere al pagamento delle annualità di borse di studio per il dottorato di ricerca in 4 rate trimestrali.
Solo molti anni dopo, su iniziativa di un ottimo dirigente, la dott.ssa Scalera, il nostro Ministero (nel frattempo divenuto dell’Università e della Ricerca scientifica tecnologica) valutò la possibilità di ridurre i tempi passando a 6 rate bimestrali.
Prima di emanare una circolare, da parte della collega, fu effettuata una verifica della sostenibilità, sia contabile, sia organizzativa, di questa operazione, presso un certo numero di atenei; tra gli altri fui consultato io, allora Direttore della Ragioneria della Federico II; ovviamente le dissi che non si poneva alcun problema di tipo contabile e che quelli di carattere organizzativo sarebbero stati risolti, posto il preminente interesse dei dottorandi.
La circolare fu emanata e la cadenza bimestrale fu successivamente prevista anche da un decreto ministeriale del 1999.
Presso il mio attuale ateneo fino all’anno 2007 il pagamento delle rate delle borse avveniva più o meno ogni due mesi, per il singolo dottorando, mediante l’emissione di un mandato di pagamento per ogni dottorando (circa 600 operazioni all’anno); in tal modo però si presentavano problemi, ben più importanti del numero delle operazioni: la mancanza di una data di pagamento certa, che garantisse i dottorandi, e differenze di data tra l’uno e l’altro, pur titolari di uno stesso diritto.
In ossequio ai principi di efficacia, efficienza ed economicità dell’attività amministrativa, previsti dalla legge, e a quelli di “buon andamento” ed “imparzialità” dettati dalla Costituzione, mi è parso opportuno rimuovere questi problemi, procedendo alla formazione di mandati “collettivi” che consentono di dare certezza alla data di pagamento (le allego la nota a tal riguardo della primavera del 2008) e riducono le operazioni contabili di circa il 90%.
Le maggiorazioni per periodi all’estero vengono, come di consueto, corrisposte di volta in volta ai singoli interessati.
Grazie a questo assetto organizzativo, operando nel mese di agosto dello scorso anno, l’Orientale è stato uno dei primi atenei in Italia a corrispondere ai dottorandi l’adeguamento della borsa, gli arretrati dal mese di gennaio e la rivalutazione delle maggiorazioni per periodi all’estero, sin dal 1° settembre (il Sole 24ore alla fine dello stesso mese lamentava che solo pochissimi atenei avevano provveduto).
Su tali basi le pare mai possibile che io consenta ritardi nel pagamento delle borse causati da adempimenti contabili ?
Evidentemente no !
Ha assolutamente ragione il dott. Iodice a dire che da “operazioni di chiusura bilancio” non devono derivare mesi di ritardo nel pagamento delle borse, infatti questo nel nostro ateneo non succede !
La gestione del bilancio universitario, una volta approvato dagli Organi di Governo, è perfettamente operante sin dal primo giorno dell’anno non festivo e fino all’ultimo giorno utile; “apertura”, “chiusura” e via discorrendo non impediscono in nessun modo di procedere ai pagamenti dovuti.
Ancora qualche parola su questo punto.
Perché si possa effettuare il pagamento di una borsa di studio è necessario che questa borsa sia stata “attribuita” (per il primo anno di dottorato) o “confermata” (per i successivi due anni) con un “provvedimento”.
Nel 2008 le nuove attribuzioni sono state disposte con diversi provvedimenti, consegnati all’Ufficio Ragioneria (per consentire di provvedere ai pagamenti delle prime rate dell’anno accademico che inizia a novembre, per le successive si procede automaticamente), nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio; le conferme sono state disposte con diversi provvedimenti consegnati nel mese di febbraio.
Non mi dilungo in dettagli tecnici che annoierebbero i suoi lettori e confido nella sua nota perspicacia e grande conoscenza delle università.
Naturalmente tutto può sempre essere migliorato.
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Caro Direttore,
è con vivo stupore che ho letto sull’ultimo numero del suo autorevole giornale, a pag. 26, l’articolo-intervista dal titolo “Ritardi nei pagamenti delle borse di studio ai dottorandi”, stupore dovuto alle inesattezze (ed uso un eufemismo) in esso contenute.
Proviamo a mettere un po’ d’ordine.
Quando nei primi anni ’80 fu istituito il dottorato di ricerca il Ministero (ancora Pubblica Istruzione) diede indicazione alle università di procedere al pagamento delle annualità di borse di studio per il dottorato di ricerca in 4 rate trimestrali.
Solo molti anni dopo, su iniziativa di un ottimo dirigente, la dott.ssa Scalera, il nostro Ministero (nel frattempo divenuto dell’Università e della Ricerca scientifica tecnologica) valutò la possibilità di ridurre i tempi passando a 6 rate bimestrali.
Prima di emanare una circolare, da parte della collega, fu effettuata una verifica della sostenibilità, sia contabile, sia organizzativa, di questa operazione, presso un certo numero di atenei; tra gli altri fui consultato io, allora Direttore della Ragioneria della Federico II; ovviamente le dissi che non si poneva alcun problema di tipo contabile e che quelli di carattere organizzativo sarebbero stati risolti, posto il preminente interesse dei dottorandi.
La circolare fu emanata e la cadenza bimestrale fu successivamente prevista anche da un decreto ministeriale del 1999.
Presso il mio attuale ateneo fino all’anno 2007 il pagamento delle rate delle borse avveniva più o meno ogni due mesi, per il singolo dottorando, mediante l’emissione di un mandato di pagamento per ogni dottorando (circa 600 operazioni all’anno); in tal modo però si presentavano problemi, ben più importanti del numero delle operazioni: la mancanza di una data di pagamento certa, che garantisse i dottorandi, e differenze di data tra l’uno e l’altro, pur titolari di uno stesso diritto.
In ossequio ai principi di efficacia, efficienza ed economicità dell’attività amministrativa, previsti dalla legge, e a quelli di “buon andamento” ed “imparzialità” dettati dalla Costituzione, mi è parso opportuno rimuovere questi problemi, procedendo alla formazione di mandati “collettivi” che consentono di dare certezza alla data di pagamento (le allego la nota a tal riguardo della primavera del 2008) e riducono le operazioni contabili di circa il 90%.
Le maggiorazioni per periodi all’estero vengono, come di consueto, corrisposte di volta in volta ai singoli interessati.
Grazie a questo assetto organizzativo, operando nel mese di agosto dello scorso anno, l’Orientale è stato uno dei primi atenei in Italia a corrispondere ai dottorandi l’adeguamento della borsa, gli arretrati dal mese di gennaio e la rivalutazione delle maggiorazioni per periodi all’estero, sin dal 1° settembre (il Sole 24ore alla fine dello stesso mese lamentava che solo pochissimi atenei avevano provveduto).
Su tali basi le pare mai possibile che io consenta ritardi nel pagamento delle borse causati da adempimenti contabili ?
Evidentemente no !
Ha assolutamente ragione il dott. Iodice a dire che da “operazioni di chiusura bilancio” non devono derivare mesi di ritardo nel pagamento delle borse, infatti questo nel nostro ateneo non succede !
La gestione del bilancio universitario, una volta approvato dagli Organi di Governo, è perfettamente operante sin dal primo giorno dell’anno non festivo e fino all’ultimo giorno utile; “apertura”, “chiusura” e via discorrendo non impediscono in nessun modo di procedere ai pagamenti dovuti.
Ancora qualche parola su questo punto.
Perché si possa effettuare il pagamento di una borsa di studio è necessario che questa borsa sia stata “attribuita” (per il primo anno di dottorato) o “confermata” (per i successivi due anni) con un “provvedimento”.
Nel 2008 le nuove attribuzioni sono state disposte con diversi provvedimenti, consegnati all’Ufficio Ragioneria (per consentire di provvedere ai pagamenti delle prime rate dell’anno accademico che inizia a novembre, per le successive si procede automaticamente), nei mesi di febbraio, marzo, aprile e maggio; le conferme sono state disposte con diversi provvedimenti consegnati nel mese di febbraio.
Non mi dilungo in dettagli tecnici che annoierebbero i suoi lettori e confido nella sua nota perspicacia e grande conoscenza delle università.
Naturalmente tutto può sempre essere migliorato.
30.3.2009
con amichevole cordialità
Giuseppe Giunto
Dirigente Vicario e
Dirigente della Ragioneria
Dirigente Vicario e
Dirigente della Ragioneria