Più ricerca, meno tasse

Riduzione delle tasse, revisione dei criteri di valutazione della ricerca e partecipazione di esperti del mondo universitario alle decisioni politiche. Si è espressa su questi punti l’assemblea riunitasi il 21 marzo al Dipartimento di Scienze e Tecnologie della Parthenope. Al Centro Direzionale la regia della Primavera dell’università è stata affidata ai professori Vito Pascazio e Raffaele Santamaria, rispettivamente Direttori dei Dipartimenti di Ingegneria e di Scienze e Tecnologie. Proprio il prof. Santamaria ha dato il via ai lavori: “è singolare che bisogna fare delle sottolineature su criticità che viviamo quotidianamente. Dall’incontro di oggi non ci aspettiamo la ‘Primavera di Praga’, ma la rinascita di una coscienza che va accompagnata da un’azione determinata”. Su questa linea, ha proseguito: “da eventi come quello odierno ci aspettiamo risultati utili. Affinché la manifestazione non nasca e finisca oggi stesso, è importante che i presenti siano determinati”. Magari aggiornando chi non ha preso parte alla riunione. La concomitanza dei corsi, infatti, ha lasciato all’Aula Magna della sede universitaria una cinquantina di docenti, affiancati da circa dieci studenti. Proprio a questi ultimi ha rivolto il suo primo pensiero il prof. Pascazio: “ringrazio tutti, ma in particolare gli studenti. Ritengo che i colleghi siano già a conoscenza di gran parte degli elementi che saranno ricordati. È importante però che i ragazzi conoscano i veri numeri dell’università, molto diversi da quelli che emergono dalla televisione”. Alle sue spalle, il PowerPoint redatto dalla CRUI tracciava il quadro di un’Italia che registra tra i più bassi numeri di laureati e che ha il rapporto docenti-studenti meno vantaggioso d’Europa: “cifre che danno ancora più forza ai miracoli che il nostro paese compie in termini di ricerca”. Parentesi anche sull’austerity: “l’intero sistema universitario nazionale costa allo Stato 6 miliardi di euro. In Francia e Germania riceve circa il triplo. Inoltre, mentre questi due paesi hanno incrementato gli investimenti in ricerca, noi li abbiamo ridotti. Loro hanno investito in conoscenza che poi ha portato innovazione, quindi crescita. Cosa non avvenuta da noi”. Altro punto critico: “bisogna creare nuove opportunità per i giovani ricercatori. È uno dei punti più importanti. La colpa non è dei ‘Baroni’, ma di una politica miope che non conosce l’università, ma pretende di fornire ricette non applicabili. La crisi colpisce molto di più noi del sud. Colleghi del nord pensano di poter sfruttare la situazione, ma forse dimenticano che anche Milano è a sud della Germania”. Perché le giovani menti vanno via? “Perché abbiamo pochissime possibilità di trattenerli. La legge 240 è la peggiore che sia mai stata fatta sull’università. Ha eliminato i ricercatori a tempo indeterminato. Quindi a noi non resta che offrire un precariato che durerà undici anni. Mi chiedo come i Rettori abbiano potuto tollerare che questo accadesse”. Nel mirino anche “il finanziamento che il Governo ha voluto dare senza alcun tipo di valutazione all’Istituto Italiano di Tecnologia. Non si capisce su quali basi sia stata presa la decisione, se non l’autoreferenzialità sulla quale questo organismo è stato istituito da Tremonti e Grilli”. Sul tema è tornato il prof. Santamaria che, rivolgendosi agli studenti, ha aggiunto: “sappiate che nel settore pubblico solo l’università è sottoposta a valutazione. I Rettori dovrebbero porre l’attenzione a questo aspetto e non lasciarci alla deriva”. Una deriva che porta anche il nome di “definanziamento dell’università italiana”, come sottolineato dal prof. Giovanni Pugliano, docente di Topografia al Dipartimento di Ingegneria, che ha preso la parola rivolgendosi agli studenti, perché “l’altra faccia dei tagli alla spesa pubblica è rappresentata dall’aumento delle tasse universitarie”. A tal proposito: “dov’erano i Rettori quando è stato fatto questo? La mia proposta è che, oltre a chiedere di aumentare il Fondo di Finanziamento ordinario, si insista per ripristinare il tetto di tassazione universitaria, così da arrivare a una contribuzione studentesca che sia equa. È questo il punto che andrebbe aggiunto al documento prodotto dalla CRUI”. Altro spunto, arrivato dal prof. Nicola Massarotti, docente di Fisica tecnica e Impianti, è garantire il coinvolgimento diretto dell’università nell’amministrazione politica. Non è mancata la voce di un ricercatore: “si è creata una competizione anomala tra ricercatori di tipo diverso. Da voi ci aspettiamo tutela e una migliore regolamentazione”. Impegno al fine di sensibilizzare chi dovrà occuparsi della tematica in sede di commissione parlamentare è stata la promessa del prof. Santamaria. Chiusura con uno studente, che ha chiesto: “qual è il nostro ruolo? Cosa potremmo fare?”. A lui e ai suoi colleghi si è rivolto il prof. Pascazio: “dovete cercare di capire quali sono i problemi reali dell’università. Evitare di credere alle classifiche che vi propongono e farvi un’opinione vostra. Appurato che il diritto allo studio è sacrosanto, dovete fare la vostra parte”. 
Ciro Baldini
- Advertisement -




Articoli Correlati