Polo Umanistico, Lettere sempre più spaccata

Un attore protagonista (anche se assente), il prof. Giuseppe Lissa che per numero di citazioni sembrava essere diventato lui il candidato ufficiale. Due fieri arcieri, i professori Arturo Fittipaldi ed Eugenio Mazzarella, armati dell’arma letale: il parlare chiaro, arma capace di diventare uno scudiscio. Un attore non protagonista (perché assente): i docenti e i ricercatori di Lettere. Presenti in numero piuttosto ridotto: circa il 17/18%; solo 65 fra professori, ricercatori e tre rappresentanti degli studenti, rispetto ai 380-400 aventi diritto al voto. Perché, come sussurra un docente “secondo alcuni, essere presenti sarebbe come schierarsi, a favore dell’uno o dell’altro”. Si, perché anche nel modo come si stava seduti, a fianco di un docente o di un altro, si sarebbe potuta interpretare come una dichiarazione di voto.
Scenario la sede distaccata della facoltà di Lettere di via Marina, nello stesso edificio condiviso con il secondo Corso di Laurea di Giurisprudenza. L’occasione la prima assemblea pubblica della Facoltà di Lettere, sulle elezioni per la Presidenza del Polo Umanistico, convocata lunedì 5 giugno dal Preside, prof. Antonio Nazzaro, con i due candidati: Francesco Barbagallo e Giuseppe Cantillo (“in ordine alfabetico” dirà il Preside).
In apertura il Preside ha ricordato le competenze del Polo e del Presidente, gli organi del Polo (Consulta di Polo, le due Commissioni: scientifica e didattica). E poi i chiarimenti, per smussare polemiche e veleni di una campagna elettorale fratricida a Lettere che talvolta vede i toni salire oltre il necessario (Barbagallo ha puntualizzato: “io e Cantillo siamo amici e ci conosciamo da 40 anni, dal 1960 a Salerno, ai tempi della rivista “Nuova Resistenza” finanziata da Mattei”). 
“Nessun accordo 
spartitorio”
“Quando mi sono insediato, il primo novembre, sono venuto a conoscenza che c’era un accordo fra le 5 facoltà: il primo Presidente del Polo Umanistico sarebbe stato un professore di Lettere. Ma non fu fatto alcun nome. Null’altro so”. Ancora: “io sono stato candidato a Preside prima 4 anni fa e poi lo scorso anno. L’anno scorso ebbi un cordiale incontro con Cantillo, anche lui candidato; dopo lui decise di ritirarsi. Ma senza nessun accordo spartitorio” precisa ed evidenzia una preoccupazione di questi ultimi mesi: “il pericolo di una spaccatura in facoltà. Che non avrebbe senso”. Ancora cronologie di eventi e puntualizzazioni: “a settembre scorso Cantillo mi comunicò la sua disponibilità a candidarsi al Polo. A marzo il Preside Marrelli mi disse che da Economia non ci sarebbe stata alcuna candidatura alla Presidenza del Polo. Stessa cosa mi fu comunicata successivamente dagli altri tre Presidi. Che però mi chiesero: diteci voi chi volete che votiamo”. Facendo intendere: possibilmente una candidatura unica. 
Quindi la parola ai due candidati che hanno illustrato i motivi della loro candidatura. Con programmi di intenti e linee di impegno che se non sono identiche poco ci manca. Poi il colpo di scena che ha scatenato la bagarre: una lettera del Direttore di Dipartimento di Filosofia, Giuseppe Lissa, letta all’assemblea da Nazzaro il quale nel motivare al Preside la sua assenza per precedenti impegni scientifici comunica l’appoggio suo e del dipartimento alla candidatura del prof. Cantillo. 
“Una lettera
irricevibile”
Una lettera subito bollata come “irricevibile” dai sostenitori del  prof. Barbagallo, Fittipaldi prima di tutto, facendo tornare a balenare l’ipotesi di accordi a tavolino, fatti da pochi ed all’oscuro dei docenti della facoltà. “Presuppone un accordo generale, che secondo me non c’è assolutamente. Mentre oggi, ufficialmente, veniamo a conoscenza di una doppia candidatura su cui i docenti sono chiamati a scegliere. Finalmente riappropriandoci della nostra funzione di docenti e di soggetti pensanti, contro una ormai radicata disabitudine ”. Partecipazione alle scelte “per quel poco di democraticità che ci resta in questo paese” ha detto Fittipaldi. Per quanto riguarda la competizione, lui è chiaramente per Barbagallo, del quale apprezza “le grandi capacità gestionali e di mediazione” precisando “non lo faccio per salire sul carro dei vincitori, il che generalmente mi da fastidio”. Sugli accordi precostituiti anche Barbagallo ha detto la sua, rincarando la dose anche su Lissa: “il confronto fra me e Cantillo è un confronto civile ma non tutti accettano questo stile, questa condotta. Lissa è da tempo che mi attacca scorrettamente, parlando della mia candidatura come inopportuna e di frattura. Ma io non ho mai conseguito interessi personali, né di gruppo o di clan. Io sono per la chiarezza: innanzitutto non ho mai partecipato a riunioni in cui si sono fatti accordi per la presidenza del Polo. E se lo hanno fatto docenti pur autorevoli, lo hanno fatto a livello personale. Non posso impiccarmi perché un anno fa, con tutte altre condizioni, impedimenti ed un Polo che si configurava in maniera totalmente diversa ho dato la mia disponibilità, o non opposizione, alla candidatura di Cantillo. Ma oggi i Poli sono diventati tutt’altra cosa, e la nascita del nostro è slittata di un anno”.
“Idioti” e 
“leaderismo”
“Dunque, certi comportamenti sono da idioti e fanno velo alla nostra intelligenza”. Alla fine un avvertimento ed un auspicio: “non attaccattemi in modo improprio perché sono irascibile” e potrebbe anche rispondere male. Le differenze minime del programma fra i due candidati? “Meglio. Così non sarà una scelta drammatica”. Prima però Barbagallo, aveva dovuto sorbirsi le stoccate di Cantillo (più gentile) e di Mazzarella (più dure). Il primo: “un anno fa ho comunicato ad alcuni direttori di dipartimento la mia disponibilità a candidarmi, e tra questi a Barbagallo. Se non avessi avuto il suo appoggio o una non opposizione, non mi sarei candidato”. Ed ha presentato il suo programma, fitto di 6 cartelle. I professori Ferraro e Mazzarella hanno invece insistito sull’assenza di un programma da parte di Barbagallo. Mazzarella pur ammettendo che “ci possono essere stati incontri fra docenti autorevoli che avendo più esperienza, si preoccupano del futuro della facoltà e del Polo –ha precisato-. Ma questa è cosa diversa dal dire che ci sono accordi precisi. Certo ci sono adesioni in quattro delle cinque facoltà interessate, tranne a Sociologia dove, notando due programmi, due personalità e due idealità simili, sceglieranno in base a rapporti personali”. Quindi la stoccata: “ma io scelgo sulla base di un programma” e tu non l’hai presentato, ha voluto dire. Aggiungendo “altrimenti si vota su una tendenza leaderistica attualmente molto in voga”. 
E qui è il problema. Probabilmente i due candidati sono considerati testa a testa e se su un discorso di programma Cantillo può apparire più forte, sulla base di rapporti personali e delle relazioni di politica accademica, potrebbe essere Barbagallo a prevalere. Un Barbagallo furente ha però replicato a Mazzarella: “io non ho un programma ed ho evidenziato solo tre punti, perché in questi due anni ho svolto un importante ruolo di politica accademica presiedendo commissioni di direttori di Dipartimento che hanno consentito la nascita ed il sistema di norme e regole del Polo che nascerà. E poi, dopo 11 anni di direzione di Dipartimento, ci si può candidare anche per la storia personale”. Infine, uno degli accusati di accordi precostituiti, l’ex Preside Giovanni Polara, il quale ha tenuto a puntualizzare: “negli ultimi mesi della mia presidenza, tarda primavera-inizio estate ’99, chiesi ad alcuni colleghi di fare un sondaggio sui potenziali candidati per il Polo a Lettere. Furono sentiti tutti, anche Barbagallo. Ne uscì la disponibilità solo di Cantillo”. Come abbiamo illustrato, in un anno però è cambiato tutto, il polo di oggi è cosa totalmente diverso da quello di un anno fa, ed ora si va, sciolti e separati in casa, alle elezioni. O ad una lunga, travagliata elezione. Con Barbagallo ed i suoi che mostrano maggiore sicurezza, i sostenitori di Cantillo, apparentemente più preoccupati, ed un ricercatore, Paolo Varvaro, il quale candidamente annuncia: dopo tre elezioni concordate di Dipartimento, per la prima volta voterò per la persona e le sue caratteristiche. Ed il pericolo che in questa situazione possano entrare in gioco altre facoltà o altre candidature.
Paolo Iannotti
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