Ai nastri di partenza le attività di tutorato presso il Polo Universitario Penitenziario regionale per i detenuti della Campania. Otto studenti (categoria A) e otto dottorandi (categoria B) di diversi Corsi di Laurea (Giurisprudenza, Medicina, Farmacia, Architettura, Scienze Agrarie, Finanza, Biotecnologie Agro Alimentari) sono pronti a mettere in atto azioni di sostegno per gli studenti-detenuti iscritti ad un Corso di Laurea (tra quelli previsti) della Federico II. “Fra gli assegni di tutorato – spiega la prof.ssa Marella Santangelo, docente di Composizione architettonica e urbana al Dipartimento di Architettura, delegata del Rettore per il Polo – 16 sono destinati al Polo Penitenziario. Al momento della partecipazione al bando, i candidati hanno indicato le loro preferenze, specificando l’interesse all’attività di tutoraggio presso i centri penitenziari. Sono stati scelti gli studenti e i dottorandi che erano ai primi posti della graduatoria”. Al secondo anno di attività: “I tutor offriranno il loro aiuto ai detenuti, è una importante funzione di sostegno alla didattica e all’apprendimento. Siamo di supporto allo studio, alla comprensione, offriamo dei chiarimenti quando ci vengono segnalate difficoltà”. Causa COVID, il tutorato si terrà (al momento) in modalità a distanza sulla piattaforma Teams: “Un impegno maggiormente gravoso a cui siamo abituati da marzo. Il tutoraggio inizierà a breve, dobbiamo attenerci ai modi consentiti dalle condizioni generali”.
Il racconto di Maria Somma
Maria Somma, 27 anni, dottoranda del Corso di Laurea in Urbanistica e Valutazione (Architettura), è al secondo anno di esperienza come tutor presso il Polo Universitario Penitenziario. “Ho sempre fatto parte di associazioni di volontariato – racconta – Quando ho saputo della possibilità di questa esperienza, ho pensato di partecipare. Volevo cogliere l’opportunità di sperimentare una forma di insegnamento diversa”. Con il dottorato: “Sono proiettata alla didattica, mi è piaciuta l’idea di mettere in pratica le mie competenze in un ambiente socialmente diverso. Sia per lo stato d’animo di chi è in carcere, sia per il modo differente di approcciarsi al percorso. Chi è ‘libero’ vive la quotidianità universitaria tra corsi, spostamenti, amici e utilizzo di diversi strumenti. Nel carcere gli studenti sono vincolati. Ad esempio, devono riferirsi interamente al manuale, non essendoci la possibilità di navigare in internet h 24”. Le difficoltà: “Il mio tutorato riguarda la Laurea in Urbanistica. Occorre trovare un modo efficace per insegnare l’architettura senza oggetti di uso comune, in quanto i detenuti non possono usare gli strumenti da disegno come squadrette, righe, compassi”. Inoltre: “in situazioni normali uno studente può scrivere una mail al tutor ed avere un confronto giornaliero. I detenuti, invece, devono aspettare l’incontro programmato o chiedere al tutor della polizia penitenziaria di inviare una mail per loro conto”. Il Polo “è ben organizzato, lo studente in determinati momenti può confrontarsi con gli altri. Ci sono delle aule dove poter studiare e incontrare noi tutor”. I tutor esterni, in era pre-Covid, sono super controllati dalla polizia penitenziaria: “non veniamo mai lasciati da soli. Offriamo il nostro apporto didattico, siamo vicini alle esigenze dei detenuti, con consigli e spiegazioni. Il tutto, però, si è sempre svolto sotto l’occhio vigile della guardia che ci assiste”. Nella Casa Circondariale di Secondigliano, la dott.ssa Somma ha attualmente 6 studenti a cui fare da tutor: “Studenti dai 20 ai 60 anni che hanno avuto la possibilità di iscriversi a questo percorso. La maggior parte vuole continuare a studiare per cambiare vita, riscattarsi. Nelle due ore di tutoraggio non chiedo mai della loro storia, soprattutto per non mettere in imbarazzo i detenuti che potrebbero pensare a condizionamenti dettati dal loro vissuto. Preferisco non sapere nulla, per me sono ragazzi che hanno sbagliato e che vogliono riscattarsi”. Come saranno articolate le prossime azioni di tutoraggio? “Non abbiamo ancora iniziato, siamo in fase embrionale. Sicuramente gli incontri saranno on-line. Inizieremo dal programma, dagli argomenti spiegati a lezione, dal libro, affrontando le prime difficoltà. Spesso mi chiedono di ascoltare il loro modo di esporre, soprattutto in vista di un esame, durante la preparazione. Mi chiedono di porre domande in modo da essere preparati ad affrontare le prove”. Un’esperienza formativa “che mi ha molto arricchito. Non c’è cosa più bella che continuare a fare esperienza sul campo. In futuro mi piacerebbe insegnare in ambito universitario e portare il mio vissuto”.
Susy Lubrano
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