Presentazioni di casi aziendali al corso di Organizzazione Aziendale dei professori Riccardo Mercurio e Gianluigi Mangia. Due le realtà campane prese in analisi dagli studenti, con lezioni in aula e visite in loco, che hanno individuato punti critici dei processi produttivi e decisionali e articolato proposte d’intervento.
Si comincia venerdì 22 maggio con la Magaldi di Salerno, un’azienda familiare che produce nastri trasportatori per l’industria ed ha 180 dipendenti. Al centro dell’analisi degli studenti, la figura del project manager. Punto di maggiore debolezza, lo scarso potere formale di cui dispone, che rende difficile delegare ad altri parte del lavoro. Ne deriva sovraffaticamento, insoddisfazione ed una generale difficoltà nella circolazione delle informazioni all’interno di un’impresa di medie dimensioni, che lavora su commesse e nella quale i processi non possono essere omologati, perché devono essere vicini alle esigenze dei clienti. Tra gli interventi immaginati: inserimento del project manager in una posizione gerarchica più elevata all’interno dell’organigramma, in modo da conferirgli un’autorità riconosciuta e permettergli di delegare parte del lavoro, riducendo lo sforzo; analisi delle possibilità di espansione sui mercati di Sud Africa, India, Egitto, Russia, Asia Centrale e Canada, per trovare nuovi clienti e limitare i danni provocati da una debole economia di scala, dovuta alla specificità dei servizi. Al vaglio, anche valutazioni tecniche per l’impiego dei nastri in centrali solari e impianti di incenerimento a secco dei rifiuti e analisi della fattibilità di un nastro coperto, che impedisca la fuoriuscita di polveri, pensata per il porto di Brindisi, soggetto ad un pesante inquinamento da carbone, dovuto alla vicina centrale elettrica. Aumento del numero dei ricercatori e sviluppo della comunicazione all’interno dell’azienda creando occasioni di incontro, completano la proposta. “Avete tutti colto nel segno. Più guardo le presentazioni, più trovo nuovi spunti e indicazioni importanti per noi. Oltre all’organizzazione avete toccato anche la gestione, con un approccio concreto. Alcuni di voi hanno davvero talento” dice rivolta alla platea Letizia Magaldi, che sottolinea l’attenzione che l’azienda pone alla compatibilità ambientale, scegliendo, per esempio di installare un impianto fotovoltaico. “Le indicazioni che vengono dal protocollo di Kyoto, o dalla Commissione Europea, che stabiliscono di punire chi inquina, non lasciano spazio ad altre possibilità. Bisogna andare verso lo sviluppo sostenibile”. Al termine dell’incontro, la dirigente ha premiato le due migliori presentazioni con una medaglia con il logo dell’azienda.
Il secondo incontro si è svolto il 26 maggio con la Coelmo, un’azienda di Marcianise che produce gruppi elettrogeni ed ha ricevuto tre certificazioni di qualità. Al centro delle analisi, il processo di produzione e la gestione dei clienti. Viste le ambizioni di crescita, i ragazzi hanno avanzato due proposte, una energetica ed una economica. La prima è la cogenerazione, produzione contemporanea di energie secondarie, partendo da un’unica fonte (fossile o rinnovabile) attuando un sistema integrato. L’altra riguarda le opportunità di esportazione rappresentate dall’ingresso nell’Unione Europea di Romania e Bulgaria, senza dimenticare il Sud est asiatico e il Sud Africa. Per aumentare il volume d’affari in relazione alla concorrenza, è necessario aumentare l’efficienza sviluppando nuove competenze tecnologiche interne e realizzando in azienda pezzi fino ad ora acquistati all’esterno, come le schede elettroniche. Ulteriore proposta, aprire delle filiali in paesi emergenti, o mercati molto attivi, come Russia, Cina e California, con uno sguardo alle energie rinnovabili delle quali la Coelmo è sostenitrice, dal momento che ha già un generatore alimentato ad idrogeno puro, realizzato in collaborazione con l’Università di Cassino, il terzo progetto italiano in questo settore. Si suggerisce, inoltre, di incrementare l’uso dell’energia solare e, in base alle indicazioni dei fornitori, che apprezzano l’efficienza del personale tecnico, di ridurre i costi ancora troppo elevati dell’idrogeno e di introdurre più project manager, perché l’azienda è sottodimensionata. “Operazioni di questo tipo si fanno in genere con persone già di alto livello, ma voi avete tradotto magistralmente in linguaggio economico risposte non sempre chiare. Una simile padronanza di linguaggio non è sempre facile. Avete centrato gli argomenti critici e previsto progetti a cui stiamo già pensando e situazioni che teniamo sotto controllo”, commenta al termine delle presentazioni Stefania Brancaccio, dirigente dell’azienda sostenitrice del rapporto con le università: “è faticoso, ma è una cosa della quale siamo fortemente convinti”.
“Non vi montate la testa, la cosa importante è che avete fatto seriamente il vostro mestiere, dimostrando come sia possibile avere un legame forte tra università e aziende. È uno sforzo, ma spinge verso l’applicazione di un metodo che coinvolge le persone dell’azienda su dei problemi reali. Le persone si dividono tra chi è stato in azienda e chi non c’è mai stato. Spero di poter estendere questo modello a tutto il Corso di Laurea” commenta il prof. Mercurio. Presente all’incontro, anche Biagio Orlando dell’Associazione “I Centenari”, che ogni anno assegna, presso l’Unione Industriali, il premio Efesto, per l’innovazione nel nome del legame, iniziativa alla quale quest’anno parteciperanno anche gli studenti.
Molto soddisfatti di questa esperienza, che esibiranno nel curriculum, gli studenti. Valentina Rea, Luigi Pezzone e Giuseppina Sansone, fanno parte di uno dei due gruppi premiati con la medaglia della Magaldi. “Studiando l’azienda, ci siamo accorti che non c’era una chiara definizione dei ruoli all’interno del settore ricerca e sviluppo, con un conseguente spreco di soldi e tempo. Porre il project manager subito dopo il direttore generale è stato un modo per dargli potere formale” dice Valentina. “Abbiamo visto dal vivo come si opera in azienda e il rapporto informale che c’è tra dirigenti e operai, uno degli elementi chiave del suo successo. Abbiamo trovato una realtà all’interno della Campania sconosciuta ai più, che può porre la regione in una luce diversa” aggiunge Luigi. “Sapevamo di un riconoscimento, ma non ci avevano detto niente di preciso. La signora Magaldi ha affermato che stanno già procedendo in una direzione simile a quella che abbiamo indicato noi e per questo ci hanno voluto premiare”, sottolinea Giuseppina.
Simona Pasquale
Si comincia venerdì 22 maggio con la Magaldi di Salerno, un’azienda familiare che produce nastri trasportatori per l’industria ed ha 180 dipendenti. Al centro dell’analisi degli studenti, la figura del project manager. Punto di maggiore debolezza, lo scarso potere formale di cui dispone, che rende difficile delegare ad altri parte del lavoro. Ne deriva sovraffaticamento, insoddisfazione ed una generale difficoltà nella circolazione delle informazioni all’interno di un’impresa di medie dimensioni, che lavora su commesse e nella quale i processi non possono essere omologati, perché devono essere vicini alle esigenze dei clienti. Tra gli interventi immaginati: inserimento del project manager in una posizione gerarchica più elevata all’interno dell’organigramma, in modo da conferirgli un’autorità riconosciuta e permettergli di delegare parte del lavoro, riducendo lo sforzo; analisi delle possibilità di espansione sui mercati di Sud Africa, India, Egitto, Russia, Asia Centrale e Canada, per trovare nuovi clienti e limitare i danni provocati da una debole economia di scala, dovuta alla specificità dei servizi. Al vaglio, anche valutazioni tecniche per l’impiego dei nastri in centrali solari e impianti di incenerimento a secco dei rifiuti e analisi della fattibilità di un nastro coperto, che impedisca la fuoriuscita di polveri, pensata per il porto di Brindisi, soggetto ad un pesante inquinamento da carbone, dovuto alla vicina centrale elettrica. Aumento del numero dei ricercatori e sviluppo della comunicazione all’interno dell’azienda creando occasioni di incontro, completano la proposta. “Avete tutti colto nel segno. Più guardo le presentazioni, più trovo nuovi spunti e indicazioni importanti per noi. Oltre all’organizzazione avete toccato anche la gestione, con un approccio concreto. Alcuni di voi hanno davvero talento” dice rivolta alla platea Letizia Magaldi, che sottolinea l’attenzione che l’azienda pone alla compatibilità ambientale, scegliendo, per esempio di installare un impianto fotovoltaico. “Le indicazioni che vengono dal protocollo di Kyoto, o dalla Commissione Europea, che stabiliscono di punire chi inquina, non lasciano spazio ad altre possibilità. Bisogna andare verso lo sviluppo sostenibile”. Al termine dell’incontro, la dirigente ha premiato le due migliori presentazioni con una medaglia con il logo dell’azienda.
Il secondo incontro si è svolto il 26 maggio con la Coelmo, un’azienda di Marcianise che produce gruppi elettrogeni ed ha ricevuto tre certificazioni di qualità. Al centro delle analisi, il processo di produzione e la gestione dei clienti. Viste le ambizioni di crescita, i ragazzi hanno avanzato due proposte, una energetica ed una economica. La prima è la cogenerazione, produzione contemporanea di energie secondarie, partendo da un’unica fonte (fossile o rinnovabile) attuando un sistema integrato. L’altra riguarda le opportunità di esportazione rappresentate dall’ingresso nell’Unione Europea di Romania e Bulgaria, senza dimenticare il Sud est asiatico e il Sud Africa. Per aumentare il volume d’affari in relazione alla concorrenza, è necessario aumentare l’efficienza sviluppando nuove competenze tecnologiche interne e realizzando in azienda pezzi fino ad ora acquistati all’esterno, come le schede elettroniche. Ulteriore proposta, aprire delle filiali in paesi emergenti, o mercati molto attivi, come Russia, Cina e California, con uno sguardo alle energie rinnovabili delle quali la Coelmo è sostenitrice, dal momento che ha già un generatore alimentato ad idrogeno puro, realizzato in collaborazione con l’Università di Cassino, il terzo progetto italiano in questo settore. Si suggerisce, inoltre, di incrementare l’uso dell’energia solare e, in base alle indicazioni dei fornitori, che apprezzano l’efficienza del personale tecnico, di ridurre i costi ancora troppo elevati dell’idrogeno e di introdurre più project manager, perché l’azienda è sottodimensionata. “Operazioni di questo tipo si fanno in genere con persone già di alto livello, ma voi avete tradotto magistralmente in linguaggio economico risposte non sempre chiare. Una simile padronanza di linguaggio non è sempre facile. Avete centrato gli argomenti critici e previsto progetti a cui stiamo già pensando e situazioni che teniamo sotto controllo”, commenta al termine delle presentazioni Stefania Brancaccio, dirigente dell’azienda sostenitrice del rapporto con le università: “è faticoso, ma è una cosa della quale siamo fortemente convinti”.
“Non vi montate la testa, la cosa importante è che avete fatto seriamente il vostro mestiere, dimostrando come sia possibile avere un legame forte tra università e aziende. È uno sforzo, ma spinge verso l’applicazione di un metodo che coinvolge le persone dell’azienda su dei problemi reali. Le persone si dividono tra chi è stato in azienda e chi non c’è mai stato. Spero di poter estendere questo modello a tutto il Corso di Laurea” commenta il prof. Mercurio. Presente all’incontro, anche Biagio Orlando dell’Associazione “I Centenari”, che ogni anno assegna, presso l’Unione Industriali, il premio Efesto, per l’innovazione nel nome del legame, iniziativa alla quale quest’anno parteciperanno anche gli studenti.
Molto soddisfatti di questa esperienza, che esibiranno nel curriculum, gli studenti. Valentina Rea, Luigi Pezzone e Giuseppina Sansone, fanno parte di uno dei due gruppi premiati con la medaglia della Magaldi. “Studiando l’azienda, ci siamo accorti che non c’era una chiara definizione dei ruoli all’interno del settore ricerca e sviluppo, con un conseguente spreco di soldi e tempo. Porre il project manager subito dopo il direttore generale è stato un modo per dargli potere formale” dice Valentina. “Abbiamo visto dal vivo come si opera in azienda e il rapporto informale che c’è tra dirigenti e operai, uno degli elementi chiave del suo successo. Abbiamo trovato una realtà all’interno della Campania sconosciuta ai più, che può porre la regione in una luce diversa” aggiunge Luigi. “Sapevamo di un riconoscimento, ma non ci avevano detto niente di preciso. La signora Magaldi ha affermato che stanno già procedendo in una direzione simile a quella che abbiamo indicato noi e per questo ci hanno voluto premiare”, sottolinea Giuseppina.
Simona Pasquale