Presidenza di Architettura, un plebiscito per Gambardella

Plebiscito per il prof. Carmine Gambardella, che il 3 giugno è stato eletto Preside della Facoltà di Architettura della Seconda Università con 53 voti su 63. La sua candidatura, unica fino a pochi giorni dal voto, si è confrontata con quella della prof.ssa Bianca Petrella, formalizzata nel corso di un incontro di Facoltà tenutosi il 26 maggio. Quella della Petrella, definita da qualcuno “candidatura di testimonianza”, si proponeva in primo luogo come un’alternativa per coloro che intendessero esprimere un orientamento diverso. Ma le preferenze date alla prof.ssa Petrella sono state soltanto 4. 
3 non votanti (2 assenti più un rappresentante degli studenti non avente diritto), 1 voto al prof. Pasquale Belfiore, 1 al prof. Luigi Maffei, 4 schede bianche completano il quadro. 
Un vero successo per il prof. Gambardella, 62 anni, ordinario di Disegno, già Pro-rettore per i rapporti con le istituzioni dell’Ateneo e Direttore del Dipartimento di Cultura del progetto, membro di una dinastia di architetti, ingegneri e docenti universitari. Suo fratello Alfonso ha guidato la Facoltà prima della Preside uscente, Cettina Lenza. Carmine Gambardella, nelle ore immediatamente successive all’elezione, si mostra emozionato e, sull’onda dell’emozione, nomina il fratello più volte. “Seguo la grande presidenza di Alfonso”, dice, “ma capitalizzerò tutto il passato, anche l’esperienza di chi mi ha immediatamente preceduto, la prof. Lenza. Il patrimonio genetico di una struttura crea un’identità. Pur innovando, non si può pensare a un progetto che disconosca il passato”. 
La Fabbrica
della Conoscenza
Per il nuovo Preside, che entrerà in carica il primo novembre, i temi dell’identità e dell’eccellenza sono portanti. Il senso di appartenenza all’ateneo e alla Facoltà si percepisce chiaramente dai suoi discorsi. Quando è approdato alla Seconda Università, dopo essere stato alla Federico II dal 1971 al 2002, era già professore ordinario, e lo sottolinea. “Non sono venuto alla Sun per fare carriera. La mia carriera l’avevo già portata a compimento. Sono qui per realizzare un progetto”. E’ il progetto della Fabbrica della Conoscenza, di cui parla nel suo programma elettorale, ma che è sempre stato implicitamente presente nella sua attività di docente, di Direttore di Dipartimento, di coordinatore del Dottorato di ricerca in Rilievo e Rappresentazione dell’Architettura e dell’Ambiente. Un disegno globale che si delinea gradualmente, passando attraverso tante esperienze di ricerca e sperimentazione in Terra di lavoro. “Tengo tantissimo al Laboratorio di Frignano, uno dei più importanti in Europa, cui collaborano chimici della materia, fisici, storici dell’architettura… Tengo al progetto del recupero della casa di Sandokan, che diventerà un centro di medicina riabilitativa. Ho a cuore l’internazionalizzazione della Facoltà, un campo in cui ci stiamo muovendo da tempo (rapporti con il MIT di Boston, il Messico, la Cina, l’India, il Canada, la Lousiana, la Spagna, la Russia, la Tunisia, ndr). Tutte azioni possibili grazie alla collaborazione dei colleghi e alla condivisione di responsabilità, perché da soli non si va da nessuna parte”. 
Nella lettera con la quale la prof.ssa Petrella rendeva nota la sua candidatura è espressa una precisa critica alle modalità della presidenza proposta da Gambardella. “Non presenterò linee programmatiche particolari, in quanto ritengo che il Preside non debba avere poteri e/o obiettivi se non quelli dettati dalle leggi, norme e regolamenti che disciplinano le competenze assegnate allo specifico ruolo”, vi si legge. La professoressa ci ha spiegato: “Secondo le attuali normative, al Preside competono compiti di coordinamento, gestione, rappresentanza, tutti rivolti all’efficacia e all’efficienza didattica. Funzioni ben diverse da quelle del Direttore di Dipartimento, che si occupa della ricerca. Credo che oggi la nostra Facoltà debba lavorare prioritariamente sulla qualità della didattica, di cui nel programma del prof. Gambardella non si parla”. Il neo Preside, però, sul rapporto tra didattica e ricerca la pensa diversamente. “Il futuro va verso una ricerca che renda attrattiva la didattica”, dice, “solo così si può diventare competitivi. Se riusciamo a fare una grande ricerca, allora miglioriamo anche la didattica. Non possiamo più ragionare per compartimenti stagni, altrimenti ai giovani cosa diciamo? Dobbiamo conservare e fidelizzare il capitale umano. Porteremo la nostra proposta nelle scuole, miglioreremo l’orientamento in entrata perché gli studenti sono la forza dell’università e dobbiamo dedicarci a loro. Una Facoltà dove si fa buona ricerca interessa e invoglia di più i giovani. Con loro spero di realizzare anche un’azione di feedback. Tra le prime cose che farò ci sarà il Circolo degli allievi, una sorta di associazione di ex alumni che rafforzi l’identità della Facoltà e il suo legame con i risultati. Gli obiettivi attesi ci riportano a delle potenzialità già esperite”. Una prospettiva largamente condivisa, questa, secondo quanto dicono i numeri. La larghissima maggioranza ottenuta dal prof. Gambardella parla chiaro. “Per il mio sistema di valori non è un risultato entusiasmante”, commenta la prof.ssa Petrella, “mi fa dedurre che l’attenzione per la didattica non è al massimo. Con la mia candidatura cercavo di introdurre un elemento critico in questo unanimismo. A livello umano, sono rimasta molto delusa dal fatto che almeno 6 o 7 persone che avevano detto di condividere i miei principi alla fine si sono tirate indietro. La mia preoccupazione è che si vada verso una dialettica sempre più scarsa, perché quando c’è un consenso così elevato diventa più difficile assumere una posizione critica”.
Sara Pepe
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