Quintano unico candidato?

Entra nel vivo anche all’Università Parthenope la campagna elettorale per l’elezione del Rettore. Fissato dal Decano, prof. Giovanni Quadri, il calendario delle votazioni (prima tornata di voto il 28 settembre) emerge la candidatura ufficiale del prof. Claudio Quintano, attuale Preside della Facoltà di Economia (la più grande dell’Ateneo), Pro-Rettore, statistico, membro del Consiglio dell’ISTAT. Ma non solo, fra i docenti c’è un certo fermento anche attraverso la corrispondenza elettronica, dove si ipotizza la candidatura del prof. Giancarlo Specie che però dichiara: “La nostra Università va verso una svolta epocale sia per il cambio di un Rettore che ha governato per quasi un quarto di secolo sia per quello che ci imporrà la nuova Riforma Universitaria. È giunto il momento di dibattere sul nostro futuro, per questo motivo sto stimolando i colleghi a portare dei contributi alla discussione per elaborare l’aziona programmatica dei primi anni del nuovo Rettore. Non sono candidato, naturalmente sulla convergenza di idee si potranno delineare ulteriori candidature”. 
Anche se non confermata dal diretto interessato, da qualche mese invece si attende una discesa in campo del Preside di Scienze Motorie e Presidente dell’Adisu prof. Giuseppe Vito, una candidatura che fa pensare alla “continuità”. 
Sembra quindi esclusa la possibilità dell’unico candidato, ma i tempi ormai sono maturi e da più parti, nelle Facoltà, trasversalmente, si chiede un dibattito sui programmi ed un confronto. A questo punto sarebbe opportuno che i “giocatori” di questa importante competizione per il Rettorato di via Acton, scendessero in campo subito.
Il prof. Quintano intanto è al lavoro per elaborare il programma, forte della indiscutibile esperienza nella ‘stanze di potere’ dell’Ateneo e pronto a condividere collegialmente le sue idee.
Qual è il significato della sua candidatura?
“Dopo tanti anni di impegno come Pro-rettore, è un dovere ed un segnale di piena disponibilità a continuare un lavoro svolto fino ad oggi. E’ lo spirito ed il dovere di servizio per il bene della nostra Università che mi ha spinto a farmi avanti. Non ho ambizione personale. Chi mi conosce lo sa bene”.
In che cosa consiste, allora, per Lei questa ‘disponibilità di servizio’?
“L’eredità che lascia il prof. Ferrara è preziosa ed apprezzata ma non priva di complessità, specialmente oggi che si annunciano propositi riformatori dell’intera struttura universitaria, che molti ritengono epocali. Chiunque si assumerà questa responsabilità dovrà fare ricorso a tutta la sua esperienza per far fronte ad una sfida che deve coniugare la stringente necessità di incrementare la qualità della ricerca e della didattica con l’esiguità delle disponibilità finanziarie”.
Come vede prossimo futuro dell’Università Parthenope?
“Il nostro Ateneo ha raggiunto in questi anni pregevoli risultati ‘quantitativi’ che vanno adesso declinati con un apporto di ‘qualità’ verso il quale tutto il corpo docente, nelle sue articolazioni, già si sta impegnando e che comunque ha bisogno di guide operative e sicure.
E’ necessario che l’Università torni a giocare il suo ruolo propulsivo nella società meridionale, così come ha fatto per secoli, con linee strategiche comuni pur nella specificità dei singoli apporti”.
In concreto, come pensa di operare?
“Siamo ormai entrati in una fase estremamente delicata e complessa per le Università, caratterizzata da carenza di risorse e da profonde riforme da implementare. Sono convinto che la condivisione delle decisioni e la maggiore partecipazione possibile alle attività istituzionali dell’Ateneo da parte dei docenti sia una condizione necessaria per tentare di superare questo difficile momento di transizione guardando al futuro con fiducia. Questo comporterà anche il passaggio da una logica basata sulle funzioni ad una logica basata sui processi e sugli obiettivi, il che ci consentirà di valutare periodicamente il raggiungimento dei risultati. In sostanza, la mia intenzione è quella di fornire un apporto operoso ma anche coinvolgente in cui la figura del Rettore è il perno intorno al quale ruotano forze ed energie individuali riunite in una nuova gestione condivisa ed aperta ad idee, proposte ed impegno concreto”.
C’è un rapporto politica/università che in questi ultimi tempi si è andato logorando: qual è il suo punto di vista?
“Che il rapporto tra gli Atenei e la politica abbia registrato un’involuzione in questi anni difficili è fuor di dubbio. Ciò nonostante, credo che occorra ricostruire il rapporto stesso su basi nuove perché la ricerca e l’alta formazione sono il primo motore della crescita e della produttività di un territorio”.
 
La parola alle rappresentanze studentesche
Per gli studenti della Parthenope l’elezione del Rettore, che si dovrebbe svolgere il 27 e 28 settembre, ha tutto il sapore di un vero e proprio evento. Nessuno degli attuali iscritti ha, infatti, vissuto sotto una gestione diversa da quella di Gennaro Ferrara, in carica da 26 anni. 
Si mormorano nomi di possibili candidati e nelle aule e tra i corridoi inizia a circolare un vento di attesa. “Sicuramente c’è un clima di forte aspettativa e quasi un po’ di meraviglia – ammette Giuseppe Sbrescia, rappresentante degli studenti in Senato Accademico – Come studenti speriamo che il nuovo Rettore, chiunque sia, possa iniziare politiche innovative in Ateneo e non perseguire la strada già portata avanti in questi anni da Ferrara, che ha fatto il suo tempo”.
“Dovrà essere un traghettatore – profetizza Gianluca Bruno, rappresentante in Consiglio di Amministrazione – manterrà la carica probabilmente per un solo mandato e dovrà condurre l’Ateneo attraverso la Riforma Gelmini. I fondi sono pochi e si troverà a dover affrontare una situazione difficile: il nuovo Rettore dovrà sapersi destreggiare, cercando di raccogliere più fondi possibile da portare a ‘casa’. Sarà, comunque, una figura di transizione e noi ci aspettiamo discontinuità con la vecchia amministrazione”. 
“Innovazione e sempre maggiore attenzione alle problematiche studentesche – fa eco Luca Sanna, consigliere degli studenti – Il nuovo Rettore non dovrà abbassare la guardia su questi punti che noi ci aspettiamo vengano portati avanti con nuova linfa”.
“A noi non interessa chi sarà il nuovo Rettore, i nomi non contano, – afferma Walter Savarese, senatore accademico – l’importante è che tuteli didattica e ricerca, curando i diritti degli studenti. Abbiamo avuto 26 anni di rettorato Ferrara, che ha abbracciato in pratica due generazioni o anche tre, quindi il cambiamento sarà inevitabile. Speriamo che sia positivo e riesca a migliorare l’immagine dell’Ateneo, ancora troppo legata a quella dell’Istituto Navale, e dove restano in ombra alcune Facoltà come quella di Scienze Motorie”.
In termini più concreti, il consigliere di amministrazione Giuseppe Barra ritorna sul tema non solo dell’immagine, ma della gestione generale dell’Ateneo che ci si aspetta rinnovata con l’avvicendamento: “Ferrara ha lanciato l’Ateneo e negli anni ha cercato di soddisfare le necessità degli studenti, però adesso è il momento di trasformarlo in un vero centro d’eccellenza. Il Preside Quintano, attualmente unico candidato, ha fatto tanto per la Facoltà di Economia e penso possa dare molto anche in Ateneo. Dobbiamo passare da una gestione a carattere familiare ad una basata sul merito, una gestione moderna che permetta ai giovani di talento di farsi strada. Si deve puntare su know how di Ateneo per riuscire ad uscire anche da un momento di crisi economica e mettere a frutto le risorse maturate in questi anni. In un momento in cui c’è molta concorrenza tra gli atenei, bisognerebbe puntare a dare maggiore credibilità alla nostra università migliorando anche i rapporti con le aziende”.
Più interazioni con le istituzioni cittadine “che fino ad ora non sono state molto coinvolte – aggiunge Sbrescia – Ad esempio ci sono questioni come quella dei parcheggi per la sede di via Acton che andrebbero risolte, attivando delle convenzioni,  in collaborazione con le istituzioni locali”. 
Parcheggi, mensa, sedi inadeguate, ma non solo: le questioni che gli studenti vorrebbero porre al nuovo Rettore vanno ancora più a fondo e toccano questioni delicate come quella della Fondazione che dovrebbe gestire il patrimonio immobiliare dell’Ateneo. “Vorremmo che ci venisse spiegato in quale modo la Fondazione potrebbe risolvere o, comunque, migliorare la situazione economica dell’Ateneo”, le parole di Sbrescia. “Se la Fondazione si occupasse di gestire solo i beni immobili, e questo vorrei che la nuova amministrazione ce lo chiarisse, noi studenti potremmo anche essere d’accordo – anticipa Bruno – Se questo può migliorare la situazione economica dell’Ateneo ben venga, l’importante è che non si allarghi anche a didattica e ricerca”. 
Ad alcuni mesi dall’apertura delle urne, gli studenti si sentono in dovere di lanciare un piccolo invito: “Fino ad oggi è stata presentata una sola candidatura ufficiale, ma nei corridoi circolano anche altri nomi. Noi vorremmo che chi pensa di proporsi si faccia avanti, ufficializzi la candidatura e presenti il suo programma in modo da dar vita ad una campagna elettorale fruttuosa”.
 Valentina Orellana
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