“Collaboratorium nasce per organizzare le conoscenze sul global warming ed è diretto dal prof. Mark Klein. Questo progetto prevede una riorganizzazione e raccolta delle informazioni sul riscaldamento globale attraverso uno schema ramificato. Si parte dalla base che è il problema e si sviluppano da un lato e dall’altro, come dei rami, i pro e i contro”, spiega il prof. Giuseppe Zollo, docente di Sistemi per la Gestione Aziendale, protagonista, con il Dipartimento di Ingegneria Economico-Gestionale, di una collaborazione scientifica con il Mit (Massachusetts Institute of Technology) di Boston. “Al Dipartimento – illustra Zollo – ci stiamo occupando di problemi relativi alla learning organization. All’interno di questa ricerca, abbiamo sviluppato materiale per analizzare il discorso verbale e come questo può essere utilizzato per migliorare le conoscenze”. L’innovativo sistema di raccolta dati si basa su una combinazione tra internet, idee proposte collettivamente, simulazioni al computer e chiare rappresentazioni per aiutare a mettere in contatto gruppi distanti tra loro e discutere insieme i provvedimenti da adottare. “L’idea è di creare una piattaforma internet con due importanti novità – aggiunge l’ing. Luca Iandoli – Innanzitutto la presentazione dei contenuti a metà tra immagine e testo, utilizzando cioè delle mappe concettuali. Poi la strutturazione della piattaforma secondo non un flusso temporale, come avviene ad esempio per i forum, ma attraverso un criterio logico, nel senso che la struttura del dibattito è organizzata in argomenti, sottoargomenti, etc. Utilizzando questo sistema innovativo si arriva ad una nuova gestione della rete e della Collective Intelligence basato su un sistema logico e maggiormente strutturato. Gli attuali sistemi di dibattito, come i forum, le chat o il wiki, sono altamente dispersivi”.
Il Mit sta utilizzando allora questa piattaforma per creare una Community globale attorno al problema del surriscaldamento del pianeta per riuscire, anche attraverso le simulazioni su computer, ad individuare la strada migliore da seguire. Il gruppo di ricerca della Federico II è riuscito ad apportare dei miglioramenti al sistema introducendo un altro parametro: “non solo abbiamo creato quest’albero, ma abbiamo anche stabilito delle metriche per verificare l’incisività dei vari aspetti”, sottolinea Zollo.
Nelle prime due settimane di dicembre partirà a Napoli, il primo test di Collaboratorium su media scala, per verificare l’attendibilità del modello. “Per l’esperimento costituiremo una Community di 500 o 600 studenti d’Ingegneria, divisi poi in tre sottogruppi – spiega Iandoli – A questi gruppi verrà assegnato lo stesso problema ma ognuno userà un sistema diverso per discuterne: il forum, il wiki e il Collaboratorium. Al termine dell’esperimento, verificheremo i risultati, soprattutto in termini di capacità decisionali perché ci aspettiamo che la struttura del Collaboratorium riesca maggiormente a guidare la Community su un ragionamento di tipo logico e meno destrutturalizzato”.
Il Mit sta utilizzando allora questa piattaforma per creare una Community globale attorno al problema del surriscaldamento del pianeta per riuscire, anche attraverso le simulazioni su computer, ad individuare la strada migliore da seguire. Il gruppo di ricerca della Federico II è riuscito ad apportare dei miglioramenti al sistema introducendo un altro parametro: “non solo abbiamo creato quest’albero, ma abbiamo anche stabilito delle metriche per verificare l’incisività dei vari aspetti”, sottolinea Zollo.
Nelle prime due settimane di dicembre partirà a Napoli, il primo test di Collaboratorium su media scala, per verificare l’attendibilità del modello. “Per l’esperimento costituiremo una Community di 500 o 600 studenti d’Ingegneria, divisi poi in tre sottogruppi – spiega Iandoli – A questi gruppi verrà assegnato lo stesso problema ma ognuno userà un sistema diverso per discuterne: il forum, il wiki e il Collaboratorium. Al termine dell’esperimento, verificheremo i risultati, soprattutto in termini di capacità decisionali perché ci aspettiamo che la struttura del Collaboratorium riesca maggiormente a guidare la Community su un ragionamento di tipo logico e meno destrutturalizzato”.