Rossi e Mussi star all’Anno Accademico

Affollata inaugurazione dell’Anno Accademico della Seconda Università, lunedì 5 febbraio, presenti almeno in 500, fra autorità accademiche, politiche e istituzionali, diverse centinaia di docenti e una cinquantina di studenti. Il Rettore Francesco Rossi, alla sua prima uscita pubblica,  evidenzia il peso delle difficoltà economiche sul sistema universitario nazionale e mette a segno il colpo grosso: la presenza del Ministro dell’Università, on. Fabio Mussi, quantomai loquace, al punto da presentare con ampiezza di motivazioni la sua idea di università e di come intende svolgere il ruolo di  Ministro. Gli studenti, con apprezzabile senso di responsabilità, ai fischi che hanno accolto gli esponenti del governo in altri atenei, hanno preferito (con l’intervento di Giuseppe Siciliano) un’attenta riflessione, un ruolo propositivo illustrando le difficoltà della condizione studentesca alla SUN, chiudendo con un invito: “autorità accademiche, Ministro dell’Università, non lasciateci soli”. 
Fuori contesto l’intervento del rappresentante del personale tecnico-amministrativo, Angelo D’Ambra, che solo in un breve passaggio ha denunciato le difficoltà del personale, dilungandosi smisuratamente, invece, sulla condizione studentesca e la funzione educativa dell’università!! Visto il pubblico presente, sarebbe stato preferibile avesse evidenziato l’enorme carenza di personale che l’Ateneo con sofferenza registra soprattutto con l’aumento, in 14 anni, dell’utenza studentesca. Un conflitto finora inesploso grazie anche al senso di responsabilità dei sindacati. 
Rossi: “priorità: gli 
studenti ed i ricercatori”
Il discorso del Rettore: appassionato, di alto profilo. Si è concentrato sull’attenzione “agli studenti ed ai servizi loro dedicati, ai giovani ricercatori e dottori di ricerca, unici settori della SUN che non hanno subito tagli”. I numeri, orgoglio della SUN, con cui l’Ateneo, “non senza difficoltà” è cresciuto ed oggi vanta come fiore all’occhiello e punto di forza: 10 Facoltà, 66 corsi di laurea, 56 scuole di specializzazione, 43 master, 28.000 studenti, 1000 docenti, 2000 unità di personale tecnico-amministrativo. “Risultati fin qui conseguiti, frutto quasi esclusivo delle nostre forze, di un lavoro collettivo di studenti, docenti, personale, autorità accademiche. Ringrazio tutti”.
Dunque, un paio di passaggi caratterizzanti, ovvero la mission della Seconda Università. “Siamo andati dalla gente invece di chiedere alla gente di venire da noi; agli studenti meno abbienti, che avrebbero con difficoltà lasciato i propri Comuni di origine, abbiamo dato un’opportunità di riscattare con lo studio la loro condizione”. “Nell’Università elemento cardine è lo studente, che ha diritto allo studio e ad una conoscenza profonda, consapevole e aggiornata”. E ad avere un futuro professionale. Tant’è che fra le iniziative attivate si segnala “uno Sportello lavoro, per diffondere informazioni sui curricula dei neo laureati”.
Nuovi corsi di studio – anche per il post laurea- di grande attrazione, ma per sostenere tutto ciò necessita “anche, reclutare nuova docenza, attuando una politica per i giovani”. Sottolinea: “il nostro Ateneo, nonostante le difficoltà, svolge una ricerca di buon livello”. 
L’internazionalizzazione:  “L’Ateneo è oggi impegnato a favorire, divulgare e potenziare i meccanismi di mobilità”. “Mobilità significa però anche ospitare studenti e qualificati ricercatori e docenti presso il nostro Ateneo” così è stato partorito il progetto di “SUN Hospitality per convenzionare e accreditare, concedendo il marchio SUN, strutture alberghiere ospitative del nostro territorio”.
Edilizia: “molto è stato fatto, ma molto ancora è da realizzare. Per questo occorre che il MIUR e la Regione pongano particolare attenzione alle nostre esigenze”. 
Trasporti: è urgente “completare la rete metropolitana regionale e migliorare i collegamenti tra Napoli e il casertano”. 
Mussi e il 
“pacchetto serietà”
Conclusioni con il Ministro Mussi, intervento accolto con favore e molto applaudito- “Nella nostra Costituzione ci sono tanti begli articoli. Tra cui una grande idea: che l’Università è un bene pubblico e principio di libertà”-.
“Sapere, indipendenza, libertà, sono dei grandi valori”. “So che in Campania, la Regione sta facendo molto per lo sviluppo del sistema universitario. Stiamo cercando di fare altrettanto nelle altre Regioni”.
“Gli episodi di malauniversità danneggiano fortemente, creano forte danno agli atenei” “Come stiamo oggi? Molto male rispetto alle esigenze, molto meglio del mormorio diffuso esistente sul sistema universitario”.
“I nostri ricercatori ci sono invidiati dal mondo”. “E siamo i terzi al mondo, per produttività scientifica delle nostre università”. Tutto cio’ va valorizzato.
“Questo paese negli ultimi 5 anni è andato molto vicino all’insolvenza, con un deficit del 122%: siamo arrivati ad un palmo dall’Argentina”. Di qui i tagli in Finanziaria. Ma “anche 950 milioni di euro. Fondi per la ricerca, per tre anni. Poi i fondi per i progetti 2015. I fondi di ricerca sulle staminali e 108 miliardi per le zone ex Obiettivo 1”.
Il Ministro attrae le corde dell’uditorio quando afferma: “per fare l’Europa serve Maastricht, per entrare in Europa serve Lisbona: cioè andare sulle gambe della Ricerca, della Cultura, del Sapere – c’è poco da fare” – e sono applausi  – “Abbiamo bisogno di una Università con più studenti iscritti, senza perdere il 21% al primo anno, 35% nelle Facoltà scientifiche ed un esercito per strada”.
“8.700 euro l’anno, il costo annuale per ogni studente universitario – ci vuole un senso di responsabilità collettiva, anche culturale e morale”.
“Dobbiamo premiare il merito. Perché è il modo per riscattare le fasce meno abbienti. Però 800 euro al mese ai laureati, 1.000/1.200 per i dottori di ricerca e gli specializzati, sono un’offesa al merito”.
“Abbiamo fatto le Università sotto casa, Università di condominio quasi – è assurdo!! Non accadrà più: ho già operato dei tagli”, e cita il caso dell’Università privata di Reggio Calabria. “Ho presentato un pacchetto serietà che prevede la riduzione dei corsi di laurea. E la rimodulazione del numero degli esami per triennale e specialistica: se uno studente sostiene 70 esami in 5 anni, ma quando studia?”. Tagli anche per le Università telematiche. “Una in Francia, 2 in Spagna, 12 in Italia. Ne ho già cancellate 5. Non si può fare l’Università distribuendo cassette”. Applausi. “Ho eliminato le convenzioni con gli ordini professionali ed enti e ministeri che riconoscevano 100-125 crediti e laureavano dopo solo 3 esami”.
Docenti.  “La piramide. All’estero c’è. Da noi c’è la clessidra: 20.000 ordinari, 19.000 associati, 18.000 ricercatori. Anche qui occorre il merito”. Come favorirlo? “Tagliando fondi a chi chiama docenti non qualificati”. E poi “la valutazione dei risultati”. 
“Ringrazio lo studente, per il tono e le osservazioni. Non sono contrario alle critiche, ma quando si vieta agli altri di parlare c’è il black-out”.
Il poliziotto morto a Catania. “C’è una soluzione: Educazione, Educazione e Cultura”. Una società è così che si esprime. E l’Università ha questo compito prioritario”. Applausi e fiducia con riserva, chiudono l’inaugurazione dell’anno accademico.
Paolo Iannotti
 
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