Sarà ad accesso libero il nuovo Corso in Ottica

Consiglio di Facoltà con alti e bassi quello che si è svolto a Scienze martedì 10 marzo. Quando il Rettore, dopo aver presentato i dati sulla gestione del Fondo di Finanziamento Ordinario negli ultimi due anni, se ne va, resta in aula un inusuale nervosismo, che comincia a manifestarsi già con le comunicazioni del Preside Roberto Pettorino. C’è da approvare il nulla osta per un ricercatore di Chimica Industriale che deve svolgere 16 ore di lezione, distribuite su quattro giorni, presso un corso di Master dell’Università del Piemonte Orientale. “Mi astengo, per due motivi. L’illustrazione del Rettore ci mostra quanto il personale gravi sul bilancio e credo che dare deroghe per fare lezione altrove non sia giusto. D’altra parte, i requisiti minimi ci hanno insegnato che servono le coperture didattiche per l’attivazione di un Corso. Credo che sia opportuno un risveglio rispetto a tanti Master aperti senza copertura”, dice la prof.ssa Simonetta Bartolucci. “Non riesco ad evincere i motivi straordinari per cui il Consiglio dovrebbe dare l’autorizzazione. Le nostre attività didattiche potrebbero essere ridotte e mi chiedo quale dovrebbe essere la nostra politica in materia di supplenze per altri atenei. Siamo sicuri di continuare come abbiamo fatto fino ad ora? È accettabile che a fronte di problemi che a breve ci scoppieranno fra le mani non poniamo nessun limite? Serve una riflessione preventiva dei singoli casi”, aggiunge il prof. Ugo Lepore. Alla fine la delibera viene approvata con tredici astenuti. 
L’aula approva anche alcune modifiche ai regolamenti didattici, errori materiali emersi grazie alle segnalazioni degli studenti. Riguardano le classi di laurea ammesse a frequentare la Magistrale in Informatica, la maggiore libertà di gestione degli esami a scelta e la definizione degli obiettivi formativi di alcuni insegnamenti dello stesso Corso di Laurea, la fusione di due insegnamenti della Magistrale in Matematica in un unico Corso di Topologia, la richiesta di abbassare formalmente la soglia dei crediti necessari per richiedere la tesi Magistrale sia in Fisica che in Astrofisica. Infine le lezioni di lingua diventano ‘laboratori’ e le prove da esami diventano ‘test’ o ‘colloqui’, perché i lettori che li svolgono non sono ufficialmente ‘professori’. 
Il Consiglio entra nel vivo quando si presentano i regolamenti del nuovo Corso di Laurea Triennale in Ottica e Optometria. L’ordinamento è già stato approvato insieme a tutti gli altri ordinamenti 270, ma l’attivazione, in cantiere già da alcuni anni,  era stata rimandata per decisione del Senato Accademico. Il prof. Antonio Sasso ne presenta le caratteristiche salienti. “È pensato per essere solo di tre anni e nasce dietro forte pressione delle categorie coinvolte, soprattutto della Federottica”. Il fulcro è l’Optometria, scienza che studia il processo visivo e mira a correggere problemi rifrattivi. È una disciplina parasanitaria, perché le competenze necessarie sono essenzialmente fisiche. In Europa il Corso è ben consolidato e incardinato dovunque presso le Facoltà di Scienze. Il primo Corso italiano è nato nel 2001, perché gli addetti al settore rivendicavano da tempo una formazione universitaria, nonostante la forte opposizione dei medici. Diverse Università oggi presentano questa offerta formativa: Lecce, Padova, Milano, Torino, Firenze, Roma 3 e Isernia (dove però il Corso è in via di spegnimento perché non rispetta i requisiti minimi). La platea di riferimento della Federico II è costituita dai circa 900 addetti, a cui bisogna aggiungere gli studenti dei tre istituti tecnici per l’ottica di Napoli, Salerno e Avellino. Gli sbocchi sono molteplici: libera professione, industria, commercio. Chimica, Matematica, Fisica, Optometria, Contattologia rappresentano le discipline di base, insieme all’Anatomia, l’Ottica Geometrica e l’Istologia. Sono previsti molti laboratori, per i quali la Federottica si è impegnata a fornire attrezzature sofisticate e fondi per i contratti. Il Corso, che in un primo momento doveva essere a numero chiuso, sarà invece a libero accesso. “Ci siamo confrontati con le altre esperienze italiane e abbiamo visto che in genere è solo all’inizio che si registra un gran numero di iscritti, perché tra gli studenti ci sono anche persone adulte che hanno già un’attività avviata. In seguito il numero si stabilizza sulle settanta persone circa. Inoltre, abbiamo pensato che, di solito, il numero chiuso rappresenta un deterrente”, spiega Sasso.
88 docenti 
in meno entro
il 2012
Quando sente parlare di libero accesso, il Preside si preoccupa un po’. “Siamo sotto la lente d’ingrandimento del Senato Accademico, dobbiamo impegnarci a raggiungere le soglie di efficienza – dice e poi estende il discorso all’intera Facoltà –  Dovremo monitorare la situazione di tutti i Corsi di Laurea. Non abbiamo mai avuto Corsi a numero programmato, ma da qui al 2012 perderemo 88 docenti. Se vogliamo mantenere la qualità dobbiamo cominciare a pensare anche a questa eventualità”. Intanto dall’aula fioccano le domande. “Esiste un piano di copertura per il primo anno?”. “Ce la fate a sostenere il Corso con i soli fisici?”. “La Facoltà può permetterselo, visto che parliamo di attivare un nuovo Corso?”. “Il piano di copertura c’è, mancano solo alcuni nomi per le aree della Matematica e della Biologia, ma questo rientra nelle normali operazioni di perfezionamento del Manifesto”, riesce a dire, fra un intervento e l’altro, il prof. Fulvio Peruggi, Presidente di Fisica. Per fortuna, arrivano altri interventi a normalizzare l’atmosfera. “Un conto è chiedere spiegazioni, altro è scaricare sui proponenti l’onere completo del funzionamento. Non frazioniamoci in tanti pezzetti isolati come se non fossimo un’unica Facoltà”, dice Lepore. “È un’iniziativa di cui beneficia tutta la Facoltà. È la prima volta che un organo professionale ci finanzia un Corso che ha una collocazione precisa. Far sì che sia un Corso di successo deve essere un impegno di tutti”, aggiunge il prof. Giuseppe Longo. L’attivazione viene approvata all’unanimità insieme con l’attivazione dei secondi anni dei Corsi 270. Manca, però, il numero legale qualificato per approvare il nuovo regolamento. Per questo il Preside delibera di procedere all’elezione della nuova Giunta e delle Commissioni, già in regime di proroga, in base alle vecchie regole.
Simona Pasquale
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