TECNOLOGIE ALIMENTARI
Si formano i professionisti
della seconda industria nazionale
della seconda industria nazionale
“Ma lei ha idea di quant’è il valore di un metro lineare di scaffale di cibo per cani e gatti? Centinaia di migliaia di euro l’anno!”. Il prof. Salvatore Coppola, ancora oggi, sembra quasi stupirsi delle potenzialità del Corso di Laurea di cui è Presidente: Tecnologie Alimentari. Sbocchi che sembrano ampliarsi sempre più, ambiti applicativi crescenti. Un settore che tira è quello della mangimistica per animali. Ma che dire del settore dei precotti? Oltre a quello della trasformazione e a quello della conservazione, s’intende. Per non parlare del controllo di qualità, della ristorazione collettiva…
Professore, spieghiamo ai neodiplomati cos’è il Corso di Laurea triennale in Tecnologie alimentari. Risposta semplice: “è un Corso dedicato alla preparazione di professionisti in grado di supportare la seconda industria nazionale dopo quella metalmeccanica”. Formazione a 360 gradi: “il nostro laureato deve essere all’altezza di operare in tutte le fasi della filiera a valle della produzione agricola e dell’acquacoltura”.
Nato nel 1988 come Corso di Laurea quinquennale da affiancare a Scienze agrarie, Tecnologie alimentari prima di allora non esisteva in nessuna altra Facoltà del Mezzogiorno. Una realtà formativa nuova, che ha vissuto negli anni ‘90 una fase di boom e che si appresta a crescere ulteriormente. Dopo anni di battaglie, oggi esiste un albo dei tecnologi alimentari.“Per ora non esiste un elenco junior per i laureati triennali nell’ambito dell’albo, ma ci si sta impegnando affinché venga istituito”. Quanto alle prospettive occupazionali “il laureato di primo livello magari non potrà progettare nuovi alimenti, ma sicuramente potrà operare sulla trasformazione, la conservazione, la tracciabilità, la difesa, la tutela, il controllo”. I tecnologi alimentari hanno tutte le carte in regola per lavorare negli istituti zooprofilattici, nella repressione frodi, nel sistema controlli anti sofisticazione. “Tra i miei allievi ho dei sottufficiali dei Nas”, dice con orgoglio il professore. E con altrettanto orgoglio comunica il numero degli immatricolati dello scorso anno: 279, il Corso di laurea più richiesto della Facoltà. Va però raccomandata molta attenzione alle neomatricole, soprattutto se provenienti da istituti tecnici come l’Alberghiero. Questo è un Corso di carattere scientifico. Al primo anno ci si soffermerà particolarmente sulle materie di base. Di alimenti si parlerà attraverso un primo approccio con insegnamenti come Produzioni vegetali e Biologia animale e vegetale. Inoltre, è previsto l’esame di Istituzioni di Economia: “i nostri laureati si troveranno inseriti in realtà produttive e l’economia la devono conoscere – dice il prof. Coppola, -così come devono conoscere le principali norme di legislazione alimentare”.
Con il nuovo anno accademico verranno sdoppiate alcune cattedre del primo anno, per consentire agli studenti di seguire le lezioni nelle migliori condizioni possibili. Siamo dunque di fronte a un percorso formativo sul quale si lavora senza sosta, in una continua tensione al miglioramento. “Mi dispiacerebbe se fosse interpretato solo come un Corso tecnico- dice il prof. Coppola- Al contrario, il settore dell’alimentazione ha bisogno di persone con un’anima meno tecnica, perché nell’alimentazione c’è storia, costume, cultura. Vogliamo persone con una sensibilità totale. Per questo suggerisco soprattutto a coloro che provengono da studi classici di provare ad intraprendere questo cammino, se hanno interesse e buona volontà. Offriamo loro la garanzia di non avere in futuro rimpianti culturali e di eccellere, cioè di poter un giorno, con l’impegno, raggiungere posizioni di vertice, di grande prestigio nel mondo scientifico e del lavoro”.
Professore, spieghiamo ai neodiplomati cos’è il Corso di Laurea triennale in Tecnologie alimentari. Risposta semplice: “è un Corso dedicato alla preparazione di professionisti in grado di supportare la seconda industria nazionale dopo quella metalmeccanica”. Formazione a 360 gradi: “il nostro laureato deve essere all’altezza di operare in tutte le fasi della filiera a valle della produzione agricola e dell’acquacoltura”.
Nato nel 1988 come Corso di Laurea quinquennale da affiancare a Scienze agrarie, Tecnologie alimentari prima di allora non esisteva in nessuna altra Facoltà del Mezzogiorno. Una realtà formativa nuova, che ha vissuto negli anni ‘90 una fase di boom e che si appresta a crescere ulteriormente. Dopo anni di battaglie, oggi esiste un albo dei tecnologi alimentari.“Per ora non esiste un elenco junior per i laureati triennali nell’ambito dell’albo, ma ci si sta impegnando affinché venga istituito”. Quanto alle prospettive occupazionali “il laureato di primo livello magari non potrà progettare nuovi alimenti, ma sicuramente potrà operare sulla trasformazione, la conservazione, la tracciabilità, la difesa, la tutela, il controllo”. I tecnologi alimentari hanno tutte le carte in regola per lavorare negli istituti zooprofilattici, nella repressione frodi, nel sistema controlli anti sofisticazione. “Tra i miei allievi ho dei sottufficiali dei Nas”, dice con orgoglio il professore. E con altrettanto orgoglio comunica il numero degli immatricolati dello scorso anno: 279, il Corso di laurea più richiesto della Facoltà. Va però raccomandata molta attenzione alle neomatricole, soprattutto se provenienti da istituti tecnici come l’Alberghiero. Questo è un Corso di carattere scientifico. Al primo anno ci si soffermerà particolarmente sulle materie di base. Di alimenti si parlerà attraverso un primo approccio con insegnamenti come Produzioni vegetali e Biologia animale e vegetale. Inoltre, è previsto l’esame di Istituzioni di Economia: “i nostri laureati si troveranno inseriti in realtà produttive e l’economia la devono conoscere – dice il prof. Coppola, -così come devono conoscere le principali norme di legislazione alimentare”.
Con il nuovo anno accademico verranno sdoppiate alcune cattedre del primo anno, per consentire agli studenti di seguire le lezioni nelle migliori condizioni possibili. Siamo dunque di fronte a un percorso formativo sul quale si lavora senza sosta, in una continua tensione al miglioramento. “Mi dispiacerebbe se fosse interpretato solo come un Corso tecnico- dice il prof. Coppola- Al contrario, il settore dell’alimentazione ha bisogno di persone con un’anima meno tecnica, perché nell’alimentazione c’è storia, costume, cultura. Vogliamo persone con una sensibilità totale. Per questo suggerisco soprattutto a coloro che provengono da studi classici di provare ad intraprendere questo cammino, se hanno interesse e buona volontà. Offriamo loro la garanzia di non avere in futuro rimpianti culturali e di eccellere, cioè di poter un giorno, con l’impegno, raggiungere posizioni di vertice, di grande prestigio nel mondo scientifico e del lavoro”.