Si modernizza il settore agricolo, cambia la figura dell’agronomo

“In un contesto di continue riforme delle riforme, questo Corso ha cercato di ribadire in senso moderno quello che è il profilo professionale dell’agronomo”. Il prof. Pasquale Lombardi, Presidente del Corso di Laurea triennale in Scienze e Tecnologie Agrarie, parla del suo Corso e dell’agricoltura che cambia. Racconta dei suoi ragazzi di provenienza varia, che sono il riflesso di un nuovo modo di intendere il settore agricolo. “Lo stereotipo dello studente di Agraria proprietario terriero, figlio di agricoltori, geneticamente portato per questo tipo di studi, è stato abbandonato da un pezzo. L’agricoltura è cambiata, non è più un settore a sé stante, ristretto ai contadini. Oggi si parla di agribusiness, perché attorno all’agricoltura ruota un universo fatto di tanti prodotti e servizi. Il fatturato annuo è di 200 miliardi di euro, pari al 16% del prodotto interno lordo del nostro paese”. 
Due sono i curricula previsti dal Corso: Tecnologie di produzione e Valorizzazione delle risorse agroambientali. Lo studente dovrà scegliere tra questi due percorsi al secondo semestre del secondo anno. “Il primo semestre è fatto ancora di insegnamenti comuni, per consentire ai ragazzi di chiarirsi meglio le idee”, spiega il prof. Lombardi. Al primo anno si affrontano le materie di base, presenti in tutti i Corsi di Laurea della Facoltà: Matematica, Fisica, Chimica generale inorganica e organica, Botanica, Genetica e Istituzioni di Economia agraria. Per i laureati ci sono discrete possibilità occupazionali. Ci si può iscrivere all’albo degli agronomi ed esercitare la libera professione. Ci si può occupare in tutti gli enti territoriali a supporto del mondo agroalimentare. “Molti dei nostri laureati sono impiegati alla Regione – dice il professore- altri  lavorano negli ex ispettorati agrari, qualcuno è all’Enea, all’Istat, addirittura all’Unione Europea”. Prospettive, queste, comuni ai laureati magistrali e a quelli triennali? Non ci sono ancora statistiche che consentono di dare risposta a questa domanda. Il Corso di Laurea è stato il primo ad attivare un comitato di indirizzo, a far cioè sedere attorno a un tavolo esponenti del mondo universitario, del mondo produttivo e dei sindacati per monitorare le esigenze del mercato del lavoro e discuterne. Ed è inoltre, come sottolinea il suo Presidente, “un Corso in cui, nello spirito della riforma, non si è compiuta una semplificazione tout court, com’è avvenuto altrove, ma si è cercato piuttosto di conseguire uno snellimento dei contenuti assicurando che fossero comunque esaustivi”. Il che significa che i laureati triennali hanno una preparazione adeguata ad un immediato ingresso nel mondo del lavoro. 
Alle matricole il professore raccomanda di iniziare la loro vita da universitari con forte motivazione, abbandonando la mentalità da liceali ed incominciando a pensare da adulti: “si deve considerare che ci si sta professionalizzando. Il risultato cui la riforma intende pervenire è quello di un ingresso anticipato nel mondo del lavoro, gli studenti devono imparare a ragionare in quest’ottica”.
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