Ci sono docenti universitari il cui passaggio negli atenei lo si nota poco, quasi passa inosservato. Ci sono altri che, invece, per capacità scientifica, carisma, innovazioni nella didattica, vengono identificati come un pezzo della storia di quella facoltà. Costoro vengono definiti ‘Maestri’. Il prof. Lucio Sicca, professore ordinario di Tecnica Industriale e Commerciale alla Facoltà di Economia dell’Università Federico II, è uno di questi. Nato nel 1932, laureato nel 1955, ha vissuto 52 anni tra Università e Aziende (IRI – SME) ed è stato “il primo docente di marketing” in Italia, presso la Federico II, nel 1971 – allora la disciplina si chiamava “Tecnica delle Ricerche di Mercato e della distribuzione”, afferma – “la Facoltà di Economia di Napoli è stata la prima in Italia. Prima anche della Bocconi, dove pure probabilmente la disciplina era studiata, ma all’interno di altre materie, perché loro erano contro queste denominazioni anglofone e poi sviluppavano studi più strettamente legati alla produzione”.
Il prof. Sicca, formalmente, dall’1 novembre, è professore in pensione. Ma chi lo conosce sa bene che è impossibile immaginarlo fermo. Infatti, alla nostra domanda sull’andare in pensione, risponde quasi inorridito: “pensione? Farò quello che ho sempre fatto: studiare e studiare, insegnare ed insegnare”. Difatti, la nostra intervista avviene nel suo studio, il n. 23, al Dipartimento di Economia Aziendale, il 2 novembre. Mentre il professore è con uno dei suoi allievi, Paolo Calvosa, neo ricercatore del Federico II dall’1 novembre. Poi riceve altri docenti suoi allievi, come il prof. Francesco Izzo, della Facoltà di Economia della Seconda Università, quindi un ospite del Nord Italia. “E poi c’è tutto il lavoro come Presidente dell’Arfaem, l’Associazione per la Ricerca e la Formazione Avanzata in Economia e Management” – dichiara -, che raggruppa ed idealmente coordina tre importanti Master della Facoltà di Economia: MEF (Economia e Finanza con docenti come Pagano e Iappelli, allievi del Premio Nobel Franco Modigliani), il CER (coordinato dall’illustre prof. Alfredo Del Monte) e il Service Management (coordinatore prof. Luigi Cantone).
Il prof. Sicca, formalmente, dall’1 novembre, è professore in pensione. Ma chi lo conosce sa bene che è impossibile immaginarlo fermo. Infatti, alla nostra domanda sull’andare in pensione, risponde quasi inorridito: “pensione? Farò quello che ho sempre fatto: studiare e studiare, insegnare ed insegnare”. Difatti, la nostra intervista avviene nel suo studio, il n. 23, al Dipartimento di Economia Aziendale, il 2 novembre. Mentre il professore è con uno dei suoi allievi, Paolo Calvosa, neo ricercatore del Federico II dall’1 novembre. Poi riceve altri docenti suoi allievi, come il prof. Francesco Izzo, della Facoltà di Economia della Seconda Università, quindi un ospite del Nord Italia. “E poi c’è tutto il lavoro come Presidente dell’Arfaem, l’Associazione per la Ricerca e la Formazione Avanzata in Economia e Management” – dichiara -, che raggruppa ed idealmente coordina tre importanti Master della Facoltà di Economia: MEF (Economia e Finanza con docenti come Pagano e Iappelli, allievi del Premio Nobel Franco Modigliani), il CER (coordinato dall’illustre prof. Alfredo Del Monte) e il Service Management (coordinatore prof. Luigi Cantone).
La Scuola
di Sicca
di Sicca
Come tutti i Maestri che si rispettino, il prof. Lucio Sicca ha creato una sua Scuola di autorevoli docenti di Marketing, riconosciuta e stimata a livello nazionale che vanta accademici sparsi in varie Università e top manager in diverse aziende e multinazionali.
Il prof. “Riccardo Mercurio è stato il mio primo allievo, (già Presidente di aziende pubbliche come ANM, Napolipass e Napolipark, n.d.r.) – anche se poi si è spostato come disciplina su Organizzazione Aziendale, – ed è stato ed è nuovamente Presidente del Corso di Laurea in Economia Aziendale alla Federico II, il prof. Luigi Cantone (una sorta di fedele prosecutore, n.d.r.) ordinario di Marketing e Strategie d’Impresa al Federico II, Raffaele Cercola (anche Presidente della Mostra d’Oltremare e docente all’Istituto Tagliacarne, la scuola di formazione di Confindustria lombarda) e Francesco Izzo ad Economia della SUN, Renato Mele a Salerno, Maria Rosaria Napolitano all’Università del Sannio, Paolo De Vita a Campobasso”, solo per citarne alcuni.
Aziende. Vasto anche il numero dei suoi laureati, oggi top manager, nelle aziende. Fra i suoi allievi: Fabrizio Freda, Presidente per l’Europa di Procter & Gamble, con ufficio in Svizzera; Francesco Trapani, attuale amministratore delegato di Bulgari (gioielli); il Direttore Generale di RCS quotidiani ora in pensione Gaetano Mele; Vincenzo Vitelli, Presidente di Henkel; Antonio Vanoli (fratello di Poppi) amministratore delegato di Ferrero International; Massimo Ibarra, direttore marketing Wind Roma; Andrea Cosancoschi, direttore finanziario di una società del gruppo Fiat a Chicago; Paola Ruta, direttore marketing di Procter & Gamble – “bravissima”, dice di lei Sicca, – e ancora, Stefano Calderano, direttore centrale di BNL Paribas, Paolo Celentano, direttore di Real, l’azienda immobiliare di Trenitalia.
Chiediamo: professore, sarà felice, visto che ha formato tanti illustri docenti e tanti manager di alto livello? E lui: “a volte dico che ho passato il tempo a formare persone intelligenti, che sono andate ad arricchire soprattutto il nord, e le imprese del nord, del nostro paese. E questo è uno dei principali problemi del Sud: formiamo persone in gamba che emigrano perchè mancano al Sud i centri decisionali delle grandi aziende”.
Il prof. “Riccardo Mercurio è stato il mio primo allievo, (già Presidente di aziende pubbliche come ANM, Napolipass e Napolipark, n.d.r.) – anche se poi si è spostato come disciplina su Organizzazione Aziendale, – ed è stato ed è nuovamente Presidente del Corso di Laurea in Economia Aziendale alla Federico II, il prof. Luigi Cantone (una sorta di fedele prosecutore, n.d.r.) ordinario di Marketing e Strategie d’Impresa al Federico II, Raffaele Cercola (anche Presidente della Mostra d’Oltremare e docente all’Istituto Tagliacarne, la scuola di formazione di Confindustria lombarda) e Francesco Izzo ad Economia della SUN, Renato Mele a Salerno, Maria Rosaria Napolitano all’Università del Sannio, Paolo De Vita a Campobasso”, solo per citarne alcuni.
Aziende. Vasto anche il numero dei suoi laureati, oggi top manager, nelle aziende. Fra i suoi allievi: Fabrizio Freda, Presidente per l’Europa di Procter & Gamble, con ufficio in Svizzera; Francesco Trapani, attuale amministratore delegato di Bulgari (gioielli); il Direttore Generale di RCS quotidiani ora in pensione Gaetano Mele; Vincenzo Vitelli, Presidente di Henkel; Antonio Vanoli (fratello di Poppi) amministratore delegato di Ferrero International; Massimo Ibarra, direttore marketing Wind Roma; Andrea Cosancoschi, direttore finanziario di una società del gruppo Fiat a Chicago; Paola Ruta, direttore marketing di Procter & Gamble – “bravissima”, dice di lei Sicca, – e ancora, Stefano Calderano, direttore centrale di BNL Paribas, Paolo Celentano, direttore di Real, l’azienda immobiliare di Trenitalia.
Chiediamo: professore, sarà felice, visto che ha formato tanti illustri docenti e tanti manager di alto livello? E lui: “a volte dico che ho passato il tempo a formare persone intelligenti, che sono andate ad arricchire soprattutto il nord, e le imprese del nord, del nostro paese. E questo è uno dei principali problemi del Sud: formiamo persone in gamba che emigrano perchè mancano al Sud i centri decisionali delle grandi aziende”.
Stoà, “occasione
fallita”
fallita”
Eppure, un tentativo, a fine anni ’80, c’era stato: la nascita di STOÀ, la scuola di alta formazione per manager, con sede ad Ercolano, fondata dall’allora Presidente dell’IRI, Romano Prodi. L’obiettivo: formare i giovani al top, per lo sviluppo del Mezzogiorno. Presentazione alle aziende scoppiettante, grandi titoli sui giornali, e poi? Sicca, voluto da Prodi, ne fu il “dean”, l’equivalente di Rettore. “Era una grande scuola, con un progetto che guardava lontano. Alla base c’era una convenzione quinquennale con il mitico Mit di Boston. Noi mandavamo allievi e professori a formarsi ed aggiornarsi dai migliori docenti del Mit e i docenti del Mit venivano a tenere conferenze ai nostri giovani ad Ercolano. Era un progetto con una visione di prospettiva formidabile per il riscatto del Sud”. Come è invece andata a finire? “Dopo 5 anni la convenzione non fu più rinnovata. Certo, costava, ma non c’erano paragoni con i risultati, l’internazionalizzazione e le competenze che portava sul nostro territorio”. Stoà oggi? “Peggio non poteva finire: venduta ai Comuni!”.
Sicca: tra SME,
IRI e Università
IRI e Università
Ma come è avvenuta la scelta universitaria del prof. Sicca e poi il percorso universitario? “Ho studiato al liceo classico, come tutta la mia famiglia. Terzo di quattro figli. Nella famiglia di mio padre: undici figli, tutti laureati, anche le donne; in Scienze o in Lettere. Mio padre era invece ingegnere elettrico”. “La scelta di Economia fu un po’ casuale, in famiglia mi consigliavano Chimica, ma capivo che non era a me confacente. Dalle letture e dall’informazione giornalistica nacque la mia passione per l’economia”. Laurea a pieni voti e poi? “Studente universitario, a via Parthenope 36, matricola n. 61. Nelle aule eravamo in poche decine ed i docenti erano illustri: Costantino Mortati per le materie giuridiche, poi divenuto giudice costituzionale, Rosario Niccolò, un lume in diritto costituzionale, Colucci, allievo di Miranda, nella matematica, e poi Cafiero. Per Preside un grande matematico attuariale, come Luigi Lordi della Normale di Pisa, molto severo ed autorevole. E poi economisti che hanno fatto la storia della disciplina, da Adolfo Omodeo, a Giuseppe Palomba, Epicardo Corbino, Raffaele Cangemi a Scienze delle Finanze, fino a Carlo Fabrizi, mio maestro e docente di Economia e Gestione delle Imprese”. “Fabrizi era una grande personalità, non solo scientifica. Il suo più grande merito? Essere un anticipatore, uno capace di guardare sempre avanti”.
Dopo la laurea? “Un anno in Inghilterra”. L’Università non arriva subito? “No. Nel 1955 fui chiamato all’Ufficio Studi della Sme, la Società Meridionale di Elettricità (una azienda top allora, n.d.r.), da un’altra grande figura della storia del Mezzogiorno, l’ing. Giuseppe Cenzato, che mi affidò i rapporti tra Università e azienda. Cenzato mi incaricò anche di tenere a Napoli un vero e proprio corso di studi, oggi diremmo un Master, in Economia Aziendale, sul modello IPSOA. Ipsoa fu la prima scuola che formò laureati applicati all’azienda, nel campo dell’Human Resources e in Strategie d’Impresa. Gli studi erano a Torino e furono voluti (dal mitico, n.d.r.) Adriano Olivetti. A Napoli, invece, trattavamo di Gestione ed Organizzazione della Produzione, sotto la direzione di Carlo Fabrizi. Ma con Torino ci scambiavamo docenti e allievi”. Quindi arrivò l’Università? “Sì. Per la verità non ci avevo mai pensato. Fu Pasquale Saraceno, un altro maestro e studioso del Meridione (già ai vertici dell’IRI, n.d.r.) che mi chiese di presentarmi ai concorsi per professore ordinario all’Università”. Nel 1971 divenne professore? “Sì. Ordinario di Tecnica Industriale. Allora c’erano le terne. Si vinceva in tre ed io fui chiamato a Napoli. Primo professore ad insegnare quella che oggi chiamiamo come disciplina, il Marketing”. Solo dopo l’insegnamento è stato attivato alla Bocconi di Milano ed a Cà Foscari di Venezia. Per una volta dopo!
Anche se all’Università il prof. Sicca c’è sempre stato: assistente volontario a Napoli dal 1955 al 1964, libero docente di Tecnica Industriale dal 1964 al 1971, docente di Economia dei Settori di Aziende Industriali alla Bocconi, poi nuovamente a Napoli come Direttore del Dipartimento di Economia Aziendale.
Dopo la laurea? “Un anno in Inghilterra”. L’Università non arriva subito? “No. Nel 1955 fui chiamato all’Ufficio Studi della Sme, la Società Meridionale di Elettricità (una azienda top allora, n.d.r.), da un’altra grande figura della storia del Mezzogiorno, l’ing. Giuseppe Cenzato, che mi affidò i rapporti tra Università e azienda. Cenzato mi incaricò anche di tenere a Napoli un vero e proprio corso di studi, oggi diremmo un Master, in Economia Aziendale, sul modello IPSOA. Ipsoa fu la prima scuola che formò laureati applicati all’azienda, nel campo dell’Human Resources e in Strategie d’Impresa. Gli studi erano a Torino e furono voluti (dal mitico, n.d.r.) Adriano Olivetti. A Napoli, invece, trattavamo di Gestione ed Organizzazione della Produzione, sotto la direzione di Carlo Fabrizi. Ma con Torino ci scambiavamo docenti e allievi”. Quindi arrivò l’Università? “Sì. Per la verità non ci avevo mai pensato. Fu Pasquale Saraceno, un altro maestro e studioso del Meridione (già ai vertici dell’IRI, n.d.r.) che mi chiese di presentarmi ai concorsi per professore ordinario all’Università”. Nel 1971 divenne professore? “Sì. Ordinario di Tecnica Industriale. Allora c’erano le terne. Si vinceva in tre ed io fui chiamato a Napoli. Primo professore ad insegnare quella che oggi chiamiamo come disciplina, il Marketing”. Solo dopo l’insegnamento è stato attivato alla Bocconi di Milano ed a Cà Foscari di Venezia. Per una volta dopo!
Anche se all’Università il prof. Sicca c’è sempre stato: assistente volontario a Napoli dal 1955 al 1964, libero docente di Tecnica Industriale dal 1964 al 1971, docente di Economia dei Settori di Aziende Industriali alla Bocconi, poi nuovamente a Napoli come Direttore del Dipartimento di Economia Aziendale.
Il Preside, gli studenti di ieri e di oggi
Professore, in questi 30 anni si è detto che forse l’Economia Aziendale a Napoli sarebbe potuta crescere di più, ma così non è stato. Colpa di individualismi e competizioni. Anche di una, si vocifera, competizione Sciarelli-Sicca? “Beh, posso dire che la nascita del Corso di Laurea in Economia Aziendale l’avevo proposta qualche anno prima. Ed invece siamo stati anticipati dalla Bocconi e da Cà Foscari”. È vero che a Napoli l’Economia Aziendale poteva crescere di più? “Lei intende dire più cattedre? Per fare cosa? Per fare entrare più deficienti? La moltiplicazione delle cattedre, talvolta, va a scapito della qualità. Mentre è più importante, secondo me, mantenere gli standard”.
Il Preside. L’Economia Aziendale non ha mai espresso, finora, il Preside di Economia, a Napoli. “E allora? Presidi si nasce. Vuol dire che così abbiamo più tempo per la ricerca. E comunque, abbiamo avuto eccellenti Presidi, anche se di altre aree disciplinari”.
Gli studenti. Come è cambiata l’Università tra quando era studente lei, negli anni ’50, ed oggi? “L’Università è totalmente diversa. I numeri sono diversi: poche centinaia di studenti allora, oltre 10.000 oggi, il rapporto studenti-docenti. Il sistema è completamente diverso e l’attenzione dell’esterno anche”. “E poi la riforma universitaria che ha distrutto quel poco di buono che ancora c’era. Distruzione completata dalla mancanza di risorse e mezzi. Oggi manca l’incentivo a far Università e ricerca”. Il rapporto con le imprese? “Importante, utile agli studenti come alle aziende, ma non bisogna farsi sovrastare”. Un consiglio, da Maestro, agli studenti? “Studiare, studiare, studiare. Seguire i seminari e tutte le opportunità che l’Università offre”. Ed ai docenti? “Studiare, studiare, studiare. E saper guardare lontano”. Grazie, Professore.
Paolo Iannotti
Il Preside. L’Economia Aziendale non ha mai espresso, finora, il Preside di Economia, a Napoli. “E allora? Presidi si nasce. Vuol dire che così abbiamo più tempo per la ricerca. E comunque, abbiamo avuto eccellenti Presidi, anche se di altre aree disciplinari”.
Gli studenti. Come è cambiata l’Università tra quando era studente lei, negli anni ’50, ed oggi? “L’Università è totalmente diversa. I numeri sono diversi: poche centinaia di studenti allora, oltre 10.000 oggi, il rapporto studenti-docenti. Il sistema è completamente diverso e l’attenzione dell’esterno anche”. “E poi la riforma universitaria che ha distrutto quel poco di buono che ancora c’era. Distruzione completata dalla mancanza di risorse e mezzi. Oggi manca l’incentivo a far Università e ricerca”. Il rapporto con le imprese? “Importante, utile agli studenti come alle aziende, ma non bisogna farsi sovrastare”. Un consiglio, da Maestro, agli studenti? “Studiare, studiare, studiare. Seguire i seminari e tutte le opportunità che l’Università offre”. Ed ai docenti? “Studiare, studiare, studiare. E saper guardare lontano”. Grazie, Professore.
Paolo Iannotti