Belle strutture, numeri che, sebbene accresciuti in questi ultimi anni, risultano ancora sostenibili, garantendo un buon rapporto studenti-docenti. I Corsi di Laurea in Chimica e Chimica Industriale, storicamente, sono sempre stati connotati da queste caratteristiche. “Nell’ultimo paio d’anni c’è stato un notevole miglioramento in termini di diffusione delle informazioni e soprattutto di pianificazione dei calendari d’esame che ora sono diffusi in rete e aggiornati per l’intero anno accademico”, afferma Vincenzo, studente di Chimica Industriale. Però, fa notare, “ci sono ancora problemi con il carico didattico. Nel corso del Triennio si alternano semestri leggeri e semestri molto più pesanti. Per gestire questa disparità, si fa di tutto per superare l’esame e non perché ti resti qualcosa per il futuro”. Ci sono alcuni periodi dell’anno piuttosto duri. Alessia spiega: “i corsi del primo semestre terminano a metà se non addirittura a fine gennaio. La prima sessione d’esami comincia subito dopo e quella di febbraio segue a ruota. A marzo ricominciano i corsi e diventa impossibile fare tutti gli esami previsti. Io sono al primo anno della Laurea Magistrale in Chimica e al primo semestre devo seguire ben tre dei cinque esami fondamentali. I colleghi più grandi ci hanno già consigliato di sceglierne due, perché non ce la si fa”. Altri studenti, che preferiscono l’anonimato, puntano il dito verso alcuni esami propedeutici che bloccano il percorso “perché i docenti, poco disponibili, hanno stabilito che l’esame si può sostenere una sola volta a sessione, se va male si torna alla sessione successiva. Altri docenti, invece, fissano appelli tutti i mesi. Ci sono studenti iscritti da tre anni che devono ancora superare queste materie”, ossia quelle fondamentali del percorso in Chimica: Chimica Generale I e Chimica Fisica. Gli studenti sollevano anche una questione diversa e delicata: temono di non essere sufficientemente protetti all’interno dei laboratori e di essere esposti a sostanze pericolose in condizioni non adeguate a garantire la sicurezza. “Lavoriamo spesso a contatto con sostanze cancerogene come il Bicromato di Potassio, che provoca il tumore alla vescica”, dicono. Com’è noto, in un laboratorio si indossano sempre protezioni: camice, guanti, occhiali, fanno parte della dotazione ordinaria di ogni chimico. “Abbiamo queste cose, acquistate a nostre spese da un’azienda privata. Maneggiamo acidi, perciò indossiamo gli occhiali e i guanti, sempre che non sia più prudente toglierseli perché alcune reazioni possono scioglierne il lattice, ma non disponiamo di alcuna mascherina sigillante ai carboni attivi, necessaria quando si lavora con sostanze volatili come l’Etere di Petrolio e l’Acetato di Etile, composti organici che emettono vapori simili alla benzina. Il primo specialmente è infiammabile e nocivo”. Oltre l’attrezzatura, nei laboratori sono presenti anche delle cappe aspiranti che assorbono i vapori tossici: “ci sono e dovrebbero essere perennemente accese, ma tante non funzionano per mancanza di manutenzione. Tempo fa una ragazza si è sentita male e quando abbiamo sottoposto ai docenti questi nostri timori, siamo stati derisi. Un chimico deve lavorare con queste cose, ma in adeguate condizioni di sicurezza, altrimenti non arriva a cinquant’anni”.
Tentati dal ritornare al Corso di 5 anni
Riportiamo lo sfogo degli studenti al Direttore del Dipartimento di Scienze Chimiche Claudio De Rosa. Sui calendari d’esame: “Con le nuove procedure siamo obbligati dal Ministero a pubblicare le date d’esame con grande anticipo, da noi sono note fino al 2016 e, come è possibile verificare, sono frequenti, almeno una al mese, in qualche caso anche due. I docenti dei corsi incriminati non fanno eccezione”. Poche le rigidità organizzative quindi: “gli appelli di gennaio e febbraio sono molto vicini fra loro, se non si supera un esame a gennaio, non ha senso che ci si ripresenti una settimana dopo. Si può, però, tornare a marzo senza problemi. Inoltre, per non interferire con lo svolgimento delle lezioni, gli studenti in regola non sono ammessi agli appelli straordinari di maggio e novembre”. In futuro l’impostazione potrebbe cambiare, perché alcuni dei problemi riscontrati dagli studenti sono reali: “dal Rapporto Annuale del Riesame, in via di approvazione, sono emerse delle proposte d’intervento per ricollocare nel Triennio alcune materie e distribuire meglio il carico didattico. A suo tempo si era pensato di appesantire un po’ di più il secondo anno per lasciare più spazio alla tesi, ma apportare delle modifiche non è semplice. Ogni cambiamento deve essere approvato dal Ministero e i tempi sono lunghi, circa due anni. Ecco perché siamo stati tentati, per un po’, dalla prospettiva di tornare ad un Corso di cinque anni”.
Verifiche e
controlli costanti
controlli costanti
La sicurezza nei laboratori. “Prestiamo grande attenzione a tutti i regolamenti e alle leggi in materia e, da molti anni, abbiamo messo a punto procedure di verifica periodica delle cappe chimiche. Si tratterebbe di interventi di competenza dell’Amministrazione Centrale, sulle quali però il Dipartimento ha deciso di investire fondi propri, per un ammontare complessivo di diecimila euro”. Mentre parla, il prof. De Rosa mostra tutta la documentazione, comprese le ricevute delle ditte competenti, con gli importi e le date. “Ci sono sempre stati studenti particolarmente sensibili, colpiti dagli odori strani che effettivamente si sentono in alcuni laboratori, ma i controlli sono regolari e tutti noi, docenti e tecnici di laboratorio, controlliamo che i ragazzi indossino sempre l’attrezzatura obbligatoria: camice, guanti, mascherine e occhiali. Su questi ultimi, in modo particolare, siamo tassativi, perché qualunque cosa non sia acqua può far male agli occhi, anche il comune aceto”. E le maschere ai carboni attivi di cui parlavano i ragazzi? “Quelle si usano solo in presenza di gas, ma durante le esercitazioni non si produce alcuna emissione. Inoltre, non facciamo esercitazioni con sostanze pericolose, che sono bandite con leggi specifiche, però in un laboratorio di Chimica sono presenti acidi e altri composti, come quelli che contengono cromo, che possono risultare nocivi solo se assunti per via orale, o inalati direttamente. Inoltre, l’Etere di Petrolio è un solvente che si usa per pulire perchè è uno sgrassatore, infiammabile come tanti altri solventi che adoperiamo, tutto dipende dal modo in cui vengono stoccati”. Anche in caso di incidenti sono previste delle procedure d’intervento. “I ragazzi maneggiano molta vetreria e può capitare che si taglino, oppure qualche schizzo di acido può provocare leggere ustioni alle mani, ma il quel caso la colpa è di chi non indossava i guanti durante le attività. In questi casi abbiamo sempre accompagnato le persone in ospedale e, almeno da quando io sono Direttore, i referti non sono mai stati seri”. Dopo le rassicurazioni, i richiami: “è paradossale che in un Dipartimento di Chimica dei quattordici rappresentanti degli studenti eletti, solo quattro siano iscritti a Chimica e nessuno a Chimica Industriale. È necessario che i ragazzi si interessino alla vita del Dipartimento e del Corso di Laurea. Per capire i problemi bisogna partecipare e per qualsiasi dubbio, o denuncia, rivolgetevi al Direttore, perché sono anche responsabile della sicurezza ed è mio dovere”.
Simona Pasquale
Simona Pasquale