“La cozza è buona, ma a volte non perdona: quando pochissimo può essere troppo”. Titolo in stile manifestazione di piazza per il secondo appuntamento de “Il caffè scientifico di Agraria”, tenutosi il 31 gennaio. “Allora? Le possiamo mangiare?”. L’incontro non è ancora iniziato. L’aula Cinese è ancora vuota, ma il professore Edgardo Filippone, docente di Genetica agraria, freme per sapere. Il tono, naturalmente, è scherzoso, però l’argomento è di quelli che preoccupano gli affezionati dell’impepata e di tutte le varianti culinarie possibili di quel mitile nero fuori, ma saporito dentro. La domanda è rivolta alla relatrice di giornata. Si tratta di una esordiente. È la Ricercatrice di tipo A Laura Grauso, 38 anni, laureata nel 2004 in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche alla Federico II, arrivata ad Agraria lo scorso dicembre dopo otto anni di ricerca al Dipartimento di Farmacia ed esperienze al CNR di Pozzuoli. Il suo intervento costituisce un battesimo per il ciclo di seminari divenuti ormai un appuntamento consolidato a via Università. Lo spiega il Direttore del Dipartimento Matteo Lorito: “è il secondo incontro di quest’anno. Iniziamo la serie di novità di questa sessione che prevederà per la prima volta l’intervento dei nuovi colleghi, i ricercatori di tipo A e B”. Focus sull’alga killer, alias Ostreopsis ovata, per gli addetti ai lavori. Dallo studio “sono state trovate delle tossine. Ci sono effetti sui bagnanti, perché possono provocare congiuntiviti, febbre, problemi respiratori e dermatiti. Poi possono creare problemi per via orale con il consumo di molluschi”. Ne sa qualcosa: “pure io studiando in laboratorio ho preso la congiuntivite”. Sotto il suo microscopio sono passati il mare e la costa della Campania e, in parte, del Lazio: “in questi anni mi sono occupata dell’isolamento e della determinazione strutturale di composti che fossero farmacologicamente attivi. Poi mi sono concentrata su sostanze tossicologicamente attive, discorso affrontato oggi al seminario”. Del percorso a Farmacia ricorda “un ottimo gruppo di ricerca a livello internazionale e tanti insegnamenti da professori come Fattorusso, Ciminiello, Forino, Dell’Aversano e Tartaglione”. Ad attenderla una nuova avventura: “trovo nuove opportunità di ricerca e di applicazione in settori alimentari e in quello agrario. C’è tanto da fare. Questo è un Dipartimento eterogeneo, con persone di provenienze e specializzazioni diverse. Ci sarà la possibilità di avere molte interazioni”. Sull’incontro che l’ha vista da relatrice: “è stata un’esperienza piacevole perché sto qui da poco e ho avuto modo di conoscere tante persone. Non ero nervosa perché conosco bene l’argomento”. Risposta secca alla domanda inevitabile. Si possono mangiare le cozze? “Sì, ma bisogna prestare attenzione alla cottura e conoscerne la provenienza. Assolutamente da evitare il consumo di molluschi crudi”.
Ciro Baldini