Spirito di avventura, una dote necessaria ai naturalisti

Spirito di avventura, curiosità e una solida preparazione scientifica, binocolo alla mano e… pronti a partire! Nell’attesa che arrivi la primavera e la natura si risvegli, gli studenti di Scienze per la natura e per l’ambiente e della Magistrale in Scienze naturali si preparano alla consueta uscita sul territorio che si terrà a maggio.
Quale meta li attende? “La foresta demaniale Cerreta Cognole (nel Cilento) – anticipa il prof. Domenico Fulgione, Coordinatore dei due Corsi di Laurea – dove resteranno per tre, quattro giorni per svolgere una serie di attività. Saranno accompagnati da docenti delle tre aree principali delle scienze naturali: geologia, botanica, zoologia. I ragazzi saranno impegnatissimi: dal monitoraggio notturno con fari per osservare cinghiali o lupi, all’identificazione di piante, all’affioramento di rocce. Impareranno anche ad utilizzare gli strumenti del naturalista come fototrappole per catturare immagini notturne, binocoli a infrarossi, binocoli termici, gabbie di cattura per animali”. Le uscite sul territorio hanno anche un ulteriore obiettivo: “far sì che gli studenti imparino a conoscere i soggetti che si occupano della gestione del territorio e con cui il naturalista si interfaccia come direttori di parchi, membri della guardia forestale. Queste figure ci raggiungeranno, racconteranno le loro storie e risponderanno alle domande degli studenti. Tra gli ospiti avremo, ad esempio, il Presidente del Parco Nazionale del Cilento Tommaso Pellegrino”.
Lo studente ideale dedito all’attività sul campo “è un appassionato della natura che sappia interagire con essa in maniera professionale. La passione da sola non basta, deve avere anche una solida preparazione scientifica. E soprattutto deve essere disposto a tutto”. Naturalmente non possono mancare “spirito di avventura e di adattamento e praticità. I ragazzi dormiranno in tenda, ma noi forniremo loro delle tende montate a metà. Dovranno sistemarle, montare amache, imparare a tenere pulito il campo, ad attraversare un ruscello senza bagnarsi e muoversi senza farsi male. I ragazzi sono sempre curiosi e queste uscite, per loro, sono anche l’occasione di superare le proprie paure. Ho visto ragazze della Triennale spaventate dagli insetti tenere coleotteri e farli camminare sulle mani”. Altrettanto importare è fare gruppo: “Alla partenza, in pullman, i ragazzi cantano e scherzano come fosse una gita scolastica, ma poi si fanno gruppo in base agli interessi naturalistici”. Una quarantina, gli studenti che si metteranno in moto, ma si prevede che i numeri aumenteranno. “Quest’anno siamo passati da 56 a 110 immatricolati. Un po’ sarà l’effetto Greta – scherza il prof. Fulgione – ma vuol dire anche che abbiamo fatto bene il nostro lavoro”.
Carol Simeoli
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