Stage in azienda, l’80 per cento si trasforma in assunzione

“L’automobile è un oggetto molto complesso. Con questo convegno, abbiamo voluto dare risalto alla multidisciplinarietà tecnologica delle automotive, riservando, allo stesso tempo, adeguato spazio anche ai nostri allievi della IV edizione che hanno potuto presentare i loro lavori di tesi inserendoli nello stesso contesto in cui hanno relazionato i più grandi esperti del settore”, spiega il prof. Adolfo Senatore, coordinatore del Master Uninauto promosso dal Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica ed attuato dal Dipartimento di Ingegneria Meccanica per l’Energetica della Federico II, 
Quest’anno la cerimonia di consegna dei diplomi e la presentazione della V edizione del corso –che si rivolge ai giovani ingegneri, in particolare quelli meccanici, con l’obiettivo di formare tecnici altamente qualificati, destinati sia all’industria automobilistica sia alle aziende che operano nel settore della componentistica-, novità, si è articolata in due giornate. Un modo anche per sottolineare “il peso crescente che sta assumendo il Master”.
La manifestazione, ospitata presso il Centro Congressi Federico II in via Partenope il 27 e il 28 novembre, ha rappresentato non solo un momento di esposizione al pubblico e di valorizzazione del lavoro dei tesisti, ma anche un’occasione di incontro e di dibattito sul tema delle automotive al quale hanno partecipato esponenti del mondo del lavoro. Qualche nome: Giovanni Lettieri, Presidente dell’Unione Industriali di Napoli, Amedeo Felisa, Amministratore Delegato Ferrari, Lorenzo Ramaciotti, Direttore Centro Stile Fiat, Anthony Sheriff, Managing Director McLaren Automotive. “Anche durante il Master i nostri allievi – sottolinea Senatore – avranno come docenti importanti esponenti del mondo delle imprese”. Grazie all’appoggio di importanti sponsor come l’Elasis, la GM, l’LMS, l’Alfa Romeo, la Bosch, la Fiat o la Piaggio, il Master offre agli studenti la possibilità di svolgere stage di tre mesi in azienda che nell’80% dei casi si trasformano in contratti (per il 70% a tempo indeterminato). “Le aziende – commenta Senatore – attingono da quelle stesse professionalità su cui hanno investito e formato. In un momento di crisi del settore autoveicoli, il Master può rappresentare per i neo-laureati ‘un polmone’, un momento per affinare la propria preparazione e trovarsi pronti il prossimo anno per approcciarsi al mondo del lavoro magari in una situazione economica diversa”.
La crisi si sente anche in questo settore, ma, racconta Gianpaolo Nota D’Elogio, diplomato di questa ultima edizione, “ho già ricevuto una proposta da LMS in Belgio. Ho svolto lì un mese di stage, per poi concludere con altri due mesi all’Elasis, a Napoli. Purtroppo la crisi ci costringe ad andar via per trovare occupazione”. Il giovane ingegnere spiega: “ho sempre avuto la passione per le auto, da qui la scelta di questo Master”. Si dice soddisfatto del percorso: “insegnano ottimi docenti che mi hanno sempre seguito”. Utile la presenza nel corpo docente di rappresentanti del mondo delle imprese “per integrare una preparazione molto teorica, com’è quella universitaria, con una molto più pratica, che viene richiesta dal mercato e che è utile per un più facile inserimento nel mondo del lavoro”.
L’incontro tra 
design e ingegneria
Il Master, inoltre, dà la possibilità agli allievi di specializzarsi in due aree separate, quella legata al veicolo e quella legata al motopropulsore. “Cercheremo di introdurre una parte importante riguardante lo stile e l’incontro tra design ed ingegneria, elemento che sta prendendo sempre più importanza nell’ideazione di un autoveicolo”, anticipa l’ing. Paolo Masai, Consulente Industriale del Settore Automotive e docente del Master. Lo stile, infatti, rappresenta oggi il 50% delle valutazione che opera un consumatore nella scelta di un’auto, come sottolinea l’ing. Lorenzo Ramaciotti, Direttore Centro Stile Fiat. “Per il suo lavoro alquanto alieno da quello dell’ingegnere, la figura del designer è sempre stata vista come quella di un venditore di fumo, come quella di un animale atipico all’interno dell’industria automobilistica. Ma oggi non è più così: la macchina si vende perché è bella. La figura del designer è diventata fondamentale, anche in aziende come la Fiat. Lo stile è diventata una funzione di primo livello”. Racconta: “alla stregua di altri designer, sono nato come ingegnere meccanico e questo mi ha in parte aiutato. L’attività di stile ha la caratteristica di essere il crocevia di tutti i settori e l’ingegnere diventa l’interlocutore con cui più spesso ci si trova su posizioni dialettiche, anche se spesso in maniera conflittuale proprio perché non è facile riuscire a conciliare stile e aspetti tecnici. L’ingegnere ha una visione più analitica, mentre il designer ha una visione di sintesi dell’auto, la vede come un oggetto unico e non come una somma di componenti”. Alla domanda del pubblico su come si fa a diventare designer, l’ing. Ramaciotti risponde “la carriera di designer è molto difficile. Bisogna specializzarsi con una buona scuola a livello universitario o con corsi specifici in auto stile e, soprattutto, avere talento perché senza la scintilla creativa non si va da nessuna parte. Ci sono molti aspiranti e pochi posti”.
Valentina Orellana
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