La città tutta sarà un grande palcoscenico nel mese di giugno per il Napoli Teatro Festival Italia. “Questo Festival ridarà a Napoli il ruolo che le spetta come capitale della cultura”, ha dichiarato Renato Quaglia, friulano, direttore artistico del Festival, che per un triennio sarà ospitato nella città partenopea.
Il teatro e l’arte, che hanno visto a Napoli nascere i loro più grandi esponenti, tornano per le strade, le piazze e i palazzi di questa città attraverso una serie di eventi che si svolgeranno tra il 6 e il 29 giugno. In 24 giorni sono previsti oltre 200 spettacoli in trenta luoghi cittadini diversi, dall’Albergo dei Poveri al Madre, dal Teatro Bellini alla Villa Comunale, e con l’intervento di oltre 2000 artisti provenienti da diversi paesi tra cui Portogallo, Francia, Spagna, Singapore.
Da aprile ad oggi è stato, dunque, confezionato un calendario di tutto rispetto, ricco di spettacoli teatrali, di musica, di danza, ma non solo. Il Teatro Festival Italia, con la sua connotazione internazionale ed europea, rivolge il suo impegno anche nella produzione, traduzione e commissione di nuovi testi, e nell’intrecciare rapporti con il mondo degli intellettuali napoletani e quindi anche con le Università in relazione ad un territorio in bilico tra tradizione ed innovazione.
“E’ la più grande iniziativa del genere mai realizzata in così pochi giorni – sottolinea Quaglia – Questo è un festival che produce interdisciplinarietà non solo sul palcoscenico, ma anche in altri siti che organizzano ‘teatralità’”.
Grande ed entusiasta è stata la risposta del mondo accademico a questo grande evento che ha raccolto subito la collaborazione di quattro Università campane: la Federico II, il Suor Orsola Benincasa, L’Orientale e l’Università di Salerno.
“E’ importante che i tre soggetti – cultura, università e territorio – parlino ed entrino in relazione tra di loro – evidenzia la dott.ssa Maria Luigia Bove, responsabile dell’Ufficio Università e Master – e che si mettano in campo strutture rivitalizzanti il territorio e l’internazionalizzazione. Il tempo per organizzare tutta una macchina così complessa è stato scarso, ma si è riuscito a portare avanti tutto il lavoro grazie anche all’entusiasmo che è nato rispetto a questo evento nel mondo accademico e fra i giovani. Questo è davvero straordinario”.
Sono, dunque, partiti dei protocolli operativi e delle convenzioni che si sviluppano in maniera diversa a seconda delle istituzioni universitarie di riferimento.
Con L’Orientale “abbiamo delle convenzioni che ci permettono di inserire alcuni studenti come stagisti – dice la dott.ssa Bove – Attualmente circa una ventina sono impiegati in diverse attività del Festival, dall’organizzazione eventi ai rapporti con il pubblico. Per ora gli stage dureranno fino al 29 giugno, ma abbiamo in progetto di crescere e sviluppare ancora di più la nostra collaborazione in modo da arrivare a dei progetti di stage e tirocini che si svolgano durante l’arco dell’intero triennio del Festival”. L’Orientale rappresenta uno dei più naturali interlocutori per il Festival, vista la sua didattica improntata alla conoscenza delle lingue, delle culture e alla produzione artistica multimediale, ma, ricorda Bove, “stiamo collaborando anche con l’Accademia di Belle Arti, per attività di stage in cui sono coinvolti gli studenti”.
E seguendo i diversi percorsi scientifici intrapresi dal Teatro Festival che vanno, attraverso la drammaturgia, alla scoperta di nuovi testi teatrali e al dibattito, sarà proprio nell’ambito delle ‘Conversazioni’, sessioni di dibattito con gli artisti, che interverranno alcuni docenti universitari come relatori: l’11 giugno la prof.ssa Giuseppina Scognamiglio della Federico II interverrà in un incontro con gli artisti, mentre sono ancora in programma gli interventi delle prof.sse Maria Carmela Laudando e Maria Cristina Ercolessi de L’Orientale e del prof. Marino Niola del Suor Orsola.
Ancora un’altra iniziativa: promosso dall’Università di Salerno, insieme al Théatre de Ville di Parigi, partirà dall’anno accademico 2008/09 il Master Europeo in Progettazione e Organizzazione Culturale, per la durata di 1500 ore ed un massimo di trenta iscritti.
Il Master, nato in collaborazione con diverse Regioni, intende rafforzare le prospettive di governance del sistema culturale delle Regioni del Sud attraverso la formazione di operatori in grado di inserirsi con successo nel contesto professionale.
Il Teatro Festival si rivolge anche ai giovani fuori dalle Università, attraverso ‘Effetti Collaterali’, momenti di rilassanti incontri e confronti: ogni giovedì, venerdì e sabato di giugno, in tre differenti luoghi cittadini saranno organizzate delle serate dopo-festival.
“La nostra idea è stata quella di coinvolgere tre locali – Lanificio 05, Madre e Kestè – già conosciuti e presenti sul territorio per avere un luogo di ritrovo non solo per gli artisti, ma anche per i giovani, avvicinandoli, così, alle attività del Festival”, spiega la dott.ssa Perla Montella.
Per gli universitari e per i possessori del biglietto Napoli Teatro Festival Italia sono previste riduzioni sul costo delle consumazioni o del biglietto per le serate.
Valentina Orellana
Il teatro e l’arte, che hanno visto a Napoli nascere i loro più grandi esponenti, tornano per le strade, le piazze e i palazzi di questa città attraverso una serie di eventi che si svolgeranno tra il 6 e il 29 giugno. In 24 giorni sono previsti oltre 200 spettacoli in trenta luoghi cittadini diversi, dall’Albergo dei Poveri al Madre, dal Teatro Bellini alla Villa Comunale, e con l’intervento di oltre 2000 artisti provenienti da diversi paesi tra cui Portogallo, Francia, Spagna, Singapore.
Da aprile ad oggi è stato, dunque, confezionato un calendario di tutto rispetto, ricco di spettacoli teatrali, di musica, di danza, ma non solo. Il Teatro Festival Italia, con la sua connotazione internazionale ed europea, rivolge il suo impegno anche nella produzione, traduzione e commissione di nuovi testi, e nell’intrecciare rapporti con il mondo degli intellettuali napoletani e quindi anche con le Università in relazione ad un territorio in bilico tra tradizione ed innovazione.
“E’ la più grande iniziativa del genere mai realizzata in così pochi giorni – sottolinea Quaglia – Questo è un festival che produce interdisciplinarietà non solo sul palcoscenico, ma anche in altri siti che organizzano ‘teatralità’”.
Grande ed entusiasta è stata la risposta del mondo accademico a questo grande evento che ha raccolto subito la collaborazione di quattro Università campane: la Federico II, il Suor Orsola Benincasa, L’Orientale e l’Università di Salerno.
“E’ importante che i tre soggetti – cultura, università e territorio – parlino ed entrino in relazione tra di loro – evidenzia la dott.ssa Maria Luigia Bove, responsabile dell’Ufficio Università e Master – e che si mettano in campo strutture rivitalizzanti il territorio e l’internazionalizzazione. Il tempo per organizzare tutta una macchina così complessa è stato scarso, ma si è riuscito a portare avanti tutto il lavoro grazie anche all’entusiasmo che è nato rispetto a questo evento nel mondo accademico e fra i giovani. Questo è davvero straordinario”.
Sono, dunque, partiti dei protocolli operativi e delle convenzioni che si sviluppano in maniera diversa a seconda delle istituzioni universitarie di riferimento.
Con L’Orientale “abbiamo delle convenzioni che ci permettono di inserire alcuni studenti come stagisti – dice la dott.ssa Bove – Attualmente circa una ventina sono impiegati in diverse attività del Festival, dall’organizzazione eventi ai rapporti con il pubblico. Per ora gli stage dureranno fino al 29 giugno, ma abbiamo in progetto di crescere e sviluppare ancora di più la nostra collaborazione in modo da arrivare a dei progetti di stage e tirocini che si svolgano durante l’arco dell’intero triennio del Festival”. L’Orientale rappresenta uno dei più naturali interlocutori per il Festival, vista la sua didattica improntata alla conoscenza delle lingue, delle culture e alla produzione artistica multimediale, ma, ricorda Bove, “stiamo collaborando anche con l’Accademia di Belle Arti, per attività di stage in cui sono coinvolti gli studenti”.
E seguendo i diversi percorsi scientifici intrapresi dal Teatro Festival che vanno, attraverso la drammaturgia, alla scoperta di nuovi testi teatrali e al dibattito, sarà proprio nell’ambito delle ‘Conversazioni’, sessioni di dibattito con gli artisti, che interverranno alcuni docenti universitari come relatori: l’11 giugno la prof.ssa Giuseppina Scognamiglio della Federico II interverrà in un incontro con gli artisti, mentre sono ancora in programma gli interventi delle prof.sse Maria Carmela Laudando e Maria Cristina Ercolessi de L’Orientale e del prof. Marino Niola del Suor Orsola.
Ancora un’altra iniziativa: promosso dall’Università di Salerno, insieme al Théatre de Ville di Parigi, partirà dall’anno accademico 2008/09 il Master Europeo in Progettazione e Organizzazione Culturale, per la durata di 1500 ore ed un massimo di trenta iscritti.
Il Master, nato in collaborazione con diverse Regioni, intende rafforzare le prospettive di governance del sistema culturale delle Regioni del Sud attraverso la formazione di operatori in grado di inserirsi con successo nel contesto professionale.
Il Teatro Festival si rivolge anche ai giovani fuori dalle Università, attraverso ‘Effetti Collaterali’, momenti di rilassanti incontri e confronti: ogni giovedì, venerdì e sabato di giugno, in tre differenti luoghi cittadini saranno organizzate delle serate dopo-festival.
“La nostra idea è stata quella di coinvolgere tre locali – Lanificio 05, Madre e Kestè – già conosciuti e presenti sul territorio per avere un luogo di ritrovo non solo per gli artisti, ma anche per i giovani, avvicinandoli, così, alle attività del Festival”, spiega la dott.ssa Perla Montella.
Per gli universitari e per i possessori del biglietto Napoli Teatro Festival Italia sono previste riduzioni sul costo delle consumazioni o del biglietto per le serate.
Valentina Orellana