Stefano D’Agostino, giovane laureato in Ingegneria Elettronica, da quattro mesi vive e lavora all’estero per una delle più importanti aziende di Building Automation. Il suo interesse per la fisica e la matematica parte da lontano: “fin da piccolo ho sognato un futuro in stretto contatto con scienza e tecnologia. Nonostante abbia frequentato il liceo classico, le mie grandi passioni erano, e sono, la matematica e la fisica, per cui intraprendere gli studi di Ingegneria fu una scelta quasi ‘automatica’”.
Con una buona formazione classica, metodo di studio, ma qualche lacuna in matematica, riesce a superare le difficoltà iniziali. Racconta: “nonostante il buon curriculum del liceo facesse ben sperare, la mia carriera ad Ingegneria iniziò tutta in salita!. I primi tempi mi sentivo un po’ sbandato: corsi con 300 persone e, soprattutto, un nuovo approccio allo studio, nuove materie ed un nuovo rapporto con colleghi e docenti”. Ma Stefano raccomanda a tutti di non scoraggiarsi perchè dopo i primi esami che “pesano come macigni”, se si studia con passione inizia la discesa: “dopo un periodo, fortunatamente non troppo lungo, di confusione e risultati non proprio brillanti, entrai in sintonia con i miei studi. Ricordo il tanto impegno profuso ed un bel po’ di sacrifici per ‘regolarizzare’ lo studio e trovare un buon metodo d’approccio agli esami”. Fondamentale l’ambiente, l’incontro e lo scambio con colleghi di corso e docenti: “superati i primi scogli, studiare ed approfondire diventarono un vero ed irrinunciabile piacere. La passione, il metodo, la creatività e le idee che alcuni professori sono riusciti a comunicarmi hanno lasciato una profonda e preziosa traccia dentro di me”. Un consiglio che Stefano si sente di dare ai suoi giovani colleghi è di “affrontare questa facoltà con impegno e serietà, ma soprattutto ‘vivetela’!. Seguite tutti i corsi, fermatevi a studiare con gli altri nelle aule, nelle biblioteche, frequentate i dipartimenti”. Riuscire a seguire un percorso ‘a palla di cannone’ come quello di D’Agostino non è però da tutti: laureato con 110 e lode nel 2005 e vincitore del dottorato in Ingegneria Elettronica, si è permesso anche il lusso di rifiutare offerte di lavoro meno allettanti. Vinto il dottorato, ha deciso di dedicarsi allo studio distaccandosi dalla solita trafila del neolaureato con l’invio di decine di curricula e lettere motivazionali. Ma le richieste delle aziende sono arrivate comunque. “Attraverso la banca dati del SofTel, che raccoglie i curricula di tutti i neo laureati della Federico II mi contattarono alcune aziende, ma nessuna delle offerte era particolarmente allettante né dal punto di vista contrattuale né dell’attività che avrei dovuto svolgere”.
La svolta decisiva arriva nel luglio 2006 con l’interesse da parte della Schneider Electric, una multinazionale francese che opera nel settore della distribuzione elettrica e dell’automazione industriale. “A luglio mi contattarono per uno stage a Napoli. L’offerta era poco allettante ma andai ugualmente al colloquio ed in tutta sincerità spiegai la mia situazione, i miei interessi e le mie ambizioni. Così facendo dopo qualche settimana mi invitarono a Milano per un altro incontro, con una proposta del tutto diversa: mi offrirono un contratto a tempo determinato ed un periodo di lavoro all’estero di due anni”. Lavorare per un gruppo importante in uno dei più avanzati Paesi europei è un’occasione sicuramente da non perdere: “sono da quattro mesi in Inghilterra alla TAC, una storica azienda di Building Automation del gruppo Schneider vivendo un’esperienza professionale e personale davvero entusiasmante”. E’ con convinzione che allora D’Agostino invita i neo laureati a tirare fuori tutta la loro grinta, ma anche la sincerità durante i colloqui: “non pensate di dover convincere il vostro interlocutore che siete bravi e adatti per quel lavoro…se lo siete davvero verrà fuori in modo naturale. La sincerità è lo strumento migliore per sostenere un colloquio: siate voi stessi anche di fronte alle domande più strane!”.
Con una buona formazione classica, metodo di studio, ma qualche lacuna in matematica, riesce a superare le difficoltà iniziali. Racconta: “nonostante il buon curriculum del liceo facesse ben sperare, la mia carriera ad Ingegneria iniziò tutta in salita!. I primi tempi mi sentivo un po’ sbandato: corsi con 300 persone e, soprattutto, un nuovo approccio allo studio, nuove materie ed un nuovo rapporto con colleghi e docenti”. Ma Stefano raccomanda a tutti di non scoraggiarsi perchè dopo i primi esami che “pesano come macigni”, se si studia con passione inizia la discesa: “dopo un periodo, fortunatamente non troppo lungo, di confusione e risultati non proprio brillanti, entrai in sintonia con i miei studi. Ricordo il tanto impegno profuso ed un bel po’ di sacrifici per ‘regolarizzare’ lo studio e trovare un buon metodo d’approccio agli esami”. Fondamentale l’ambiente, l’incontro e lo scambio con colleghi di corso e docenti: “superati i primi scogli, studiare ed approfondire diventarono un vero ed irrinunciabile piacere. La passione, il metodo, la creatività e le idee che alcuni professori sono riusciti a comunicarmi hanno lasciato una profonda e preziosa traccia dentro di me”. Un consiglio che Stefano si sente di dare ai suoi giovani colleghi è di “affrontare questa facoltà con impegno e serietà, ma soprattutto ‘vivetela’!. Seguite tutti i corsi, fermatevi a studiare con gli altri nelle aule, nelle biblioteche, frequentate i dipartimenti”. Riuscire a seguire un percorso ‘a palla di cannone’ come quello di D’Agostino non è però da tutti: laureato con 110 e lode nel 2005 e vincitore del dottorato in Ingegneria Elettronica, si è permesso anche il lusso di rifiutare offerte di lavoro meno allettanti. Vinto il dottorato, ha deciso di dedicarsi allo studio distaccandosi dalla solita trafila del neolaureato con l’invio di decine di curricula e lettere motivazionali. Ma le richieste delle aziende sono arrivate comunque. “Attraverso la banca dati del SofTel, che raccoglie i curricula di tutti i neo laureati della Federico II mi contattarono alcune aziende, ma nessuna delle offerte era particolarmente allettante né dal punto di vista contrattuale né dell’attività che avrei dovuto svolgere”.
La svolta decisiva arriva nel luglio 2006 con l’interesse da parte della Schneider Electric, una multinazionale francese che opera nel settore della distribuzione elettrica e dell’automazione industriale. “A luglio mi contattarono per uno stage a Napoli. L’offerta era poco allettante ma andai ugualmente al colloquio ed in tutta sincerità spiegai la mia situazione, i miei interessi e le mie ambizioni. Così facendo dopo qualche settimana mi invitarono a Milano per un altro incontro, con una proposta del tutto diversa: mi offrirono un contratto a tempo determinato ed un periodo di lavoro all’estero di due anni”. Lavorare per un gruppo importante in uno dei più avanzati Paesi europei è un’occasione sicuramente da non perdere: “sono da quattro mesi in Inghilterra alla TAC, una storica azienda di Building Automation del gruppo Schneider vivendo un’esperienza professionale e personale davvero entusiasmante”. E’ con convinzione che allora D’Agostino invita i neo laureati a tirare fuori tutta la loro grinta, ma anche la sincerità durante i colloqui: “non pensate di dover convincere il vostro interlocutore che siete bravi e adatti per quel lavoro…se lo siete davvero verrà fuori in modo naturale. La sincerità è lo strumento migliore per sostenere un colloquio: siate voi stessi anche di fronte alle domande più strane!”.