Un mese senza lezioni di Disegno e Storia dell’Arte contemporanea per 60 matricole

Ad un mese dall’inizio ufficiale delle lezioni, 60 studenti del primo anno della Facoltà di Architettura, quelli dei corsi C, non hanno ancora avuto il piacere di frequentare una sola lezione di Disegno dell’architettura e Storia dell’arte contemporanea. Motivo: mancano i docenti che tengano lezione e non sono stati ancora assegnati i contratti indispensabili a coprire gli insegnamenti in questione. 
Una vicenda perfino surreale, se si considera che i corsi sono organizzati in semestri e che, a febbraio, gli immatricolati saranno chiamati a sostenere gli esami. “Alcuni tra noi”, racconta Francesco Girelli, 19 anni, “hanno iniziato a frequentare inserendosi nelle aule dove si tengono le lezioni per i gruppi A e C. Però non va bene, perché poi, magari, quando anche noi avremo il docente, seguirà un programma diverso e bisognerà iniziare praticamente da capo”. 
La mancanza dei professori di riferimento è certo il problema principale che si è manifestato nel primo mese di lezioni. “Altro inconveniente”, racconta Rossella Brancaccio, “è rappresentato dalla impossibilità di utilizzare il collegamento wi–fi in Facoltà. Quando ci siamo immatricolati ci hanno dato una password, con la quale, collegandosi al sito del Corso di Laurea in Architettura quinquennale, dovremmo essere in rete. A tutt’oggi, però, nessuno di noi riesce ad utilizzare questo sistema. Mi sa che c’è un qualche problema”. 
Tra gli insegnamenti del primo semestre, plebiscito di consensi per Storia dell’architettura contemporanea con la prof.ssa Gabriella D’Amato. “E’ veramente bravissima – dicono alcune studentesse – Si vede che ci mette passione e ci offre ogni volta mille stimoli diversi. Per esempio, ci suggerisce di andare a vedere alcuni posti della città, di osservarli con gli occhi di un futuro architetto, di prendere appunti, rilevare impressioni. E’ un modo per farci capire sin dall’inizio che la teoria non è fine a se stessa, ma serve a leggere la città, lo spazio, i luoghi”. 
Analisi, secondo consolidata tradizione, è la materia che risulta più ostica. “Io ho la maturità classica”, dice Raffaele Piccialli, “e certamente non ho particolare dimestichezza coi numeri, ma noto che incontrano difficoltà pure i colleghi che hanno una formazione più matematica. Il segreto, ci hanno detto i docenti, è di studiare giorno per giorno. Bisogna approfondire a casa la spiegazione, come se fossimo ancora a scuola. Soprattutto, cerchiamo di porre domande anche in aula, quando qualcosa non è chiaro”.
Fabrizio Geremicca
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