Una professione, quella di ingegnere, che continua ad esercitare il suo fascino. Lo confermano anche i 3mila che ogni anno svolgono il test di valutazione presso la Facoltà d’Ingegneria della Federico II. Una delle Scuole più antiche d’Europa, come ama ricordare il Preside Edoardo Cosenza, che ha saputo coniugare la sua grande tradizione con la modernità. Oggi la Facoltà offre ben diciassette Corsi di Laurea triennale (e le relative specialistiche) più un Corso di Laurea quinquennale (Edile-Architettura, l’unico a numero chiuso per il quale le prove si sono già svolte il 3 settembre) che abbracciano larga parte delle applicazioni lavorative della conoscenza ingegneristica. Industriale, Civile ed Ambientale, Informazione, le tre aree in cui sono raggruppati i diversi Corsi di Laurea.
L’AREA CIVILE ED AMBIENTALE
Strade, ponti, dighe e infrastrutture varie: è questo che costruisce un ingegnere civile, anche se ognuno dei Corsi di Laurea dell’Area (Civile, per l’Ambiente e il Territorio, Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture, Edile, Edile-Architettura) ha una sua caratterizzazione specifica.
Ingegneria Civile è il più antico Corso, conta circa 130 immatricolazioni l’anno. “Siamo tormentati dalle telefonate di aziende che richiedono i nostri laureati – assicura il prof. Mario Calabrese, Presidente del Corso-. Non c’è uno solo dei nostri laureati che non trovi lavoro, anche se temporaneo”. Sottolinea il prof. Calabrese: “la nostra didattica è stata testata in tanti anni di attività. Un aspetto su cui stiamo puntando adesso è l’internazionalizzazione: attraverso il potenziamento dello studio della lingua inglese si cerca di offrire ai nostri giovani una formazione ancora più completa”.
Chi si iscrive ad Ambiente e Territorio, invece, si troverà con una laurea ‘intercambiabile’ con quella di Civile per competenze professionali, ma con una formazione su scala più amplia. Con i sempre più pressanti problemi legati all’impatto ambientale, al dissesto idrogeologico e geologico, questa figura professionale trova un suo naturale inserimento nel campo della tutela ambientale. “La nostra didattica – spiega il prof. Massimo Greco, Presidente del Corso- mira a trasmettere la capacità di fare sistema anche in materia di sicurezza e protezione dell’ambiente, con una particolare attenzione alla valutazione dei diversi fattori che fanno riferimento ad un ingegnere civile”. Quella dell’Ingegnere dell’Ambiente e Territorio, dunque, è una visione d’assieme, che permette di visualizzare l’opera civile nel contesto territoriale in cui va inserita. Una figura molto richiesta soprattutto all’estero e al nord Italia. Ma bisogna distinguere tra laureato triennale e specialistico. “Con la laurea triennale non c’è da farsi illusioni. – confessa il prof. Greco – Si può trovare impiego in imprese di costruzioni, pubbliche o private, ma non compiti di progettazione, riservati per legge ai laureati quinquennali. Circa il 97% dei nostri laureati decide di continuare con la Specialistica, anche perché le aziende sono abituate ad assumere persone con le caratteristiche del laureato del vecchio ordinamento”.
Lo stesso discorso sembra valere per Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture, Presidente il prof. Guido Capaldo: “la quasi totalità dei laureati prosegue con la Laurea Specialistica; nei primi anni molti si iscrivevano alla Specialistica in Ingegneria Gestionale; oggi aumenta la percentuale di studenti che si orientano alle Specialistiche di Classe Civile”. Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture “ha come obiettivo formativo la preparazione di laureati che abbiano familiarità con la gestione e la manutenzione delle strutture e delle infrastrutture civili, dotati di conoscenze di base nelle discipline della matematica, della fisica, dell’informatica e della statistica, e cultura generale in tutti i campi dell’ingegneria civile ed economico-gestionale, con particolare riguardo alle conoscenze economico gestionali applicate alla progettazione, esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere civili”.
Nell’Area Civile ad Ambientale, anche Ingegneria Edile e Ingegneria Edile-Architettura (unico Corso della Facoltà a numero programmato e di durata quinquennale) che fanno parte del settore delle scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile; entrambi confluiscono nell’area civile per l’iscrizione all’albo professionale. Presidente dei due Corsi di Laurea, la prof.ssa Elvira Petroncelli. La laurea di primo livello in Ingegneria Edile contempla quattro percorsi: uno più generalista; gli altri tre, invece, sono professionalizzanti, ciascuno nel settore degli Impianti, delle Costruzioni e della Pubblica Amministrazione. Sbocchi professionali sia presso enti autonomi che strutture private. Gli esami del primo anno: Geometria, Analisi Matematica 1 e 2, Fisica Generale, Disegno, Materiali, Storia e rappresentazione architettonica, Elementi di progettazione architettonica.
Ingegneria Civile è il più antico Corso, conta circa 130 immatricolazioni l’anno. “Siamo tormentati dalle telefonate di aziende che richiedono i nostri laureati – assicura il prof. Mario Calabrese, Presidente del Corso-. Non c’è uno solo dei nostri laureati che non trovi lavoro, anche se temporaneo”. Sottolinea il prof. Calabrese: “la nostra didattica è stata testata in tanti anni di attività. Un aspetto su cui stiamo puntando adesso è l’internazionalizzazione: attraverso il potenziamento dello studio della lingua inglese si cerca di offrire ai nostri giovani una formazione ancora più completa”.
Chi si iscrive ad Ambiente e Territorio, invece, si troverà con una laurea ‘intercambiabile’ con quella di Civile per competenze professionali, ma con una formazione su scala più amplia. Con i sempre più pressanti problemi legati all’impatto ambientale, al dissesto idrogeologico e geologico, questa figura professionale trova un suo naturale inserimento nel campo della tutela ambientale. “La nostra didattica – spiega il prof. Massimo Greco, Presidente del Corso- mira a trasmettere la capacità di fare sistema anche in materia di sicurezza e protezione dell’ambiente, con una particolare attenzione alla valutazione dei diversi fattori che fanno riferimento ad un ingegnere civile”. Quella dell’Ingegnere dell’Ambiente e Territorio, dunque, è una visione d’assieme, che permette di visualizzare l’opera civile nel contesto territoriale in cui va inserita. Una figura molto richiesta soprattutto all’estero e al nord Italia. Ma bisogna distinguere tra laureato triennale e specialistico. “Con la laurea triennale non c’è da farsi illusioni. – confessa il prof. Greco – Si può trovare impiego in imprese di costruzioni, pubbliche o private, ma non compiti di progettazione, riservati per legge ai laureati quinquennali. Circa il 97% dei nostri laureati decide di continuare con la Specialistica, anche perché le aziende sono abituate ad assumere persone con le caratteristiche del laureato del vecchio ordinamento”.
Lo stesso discorso sembra valere per Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture, Presidente il prof. Guido Capaldo: “la quasi totalità dei laureati prosegue con la Laurea Specialistica; nei primi anni molti si iscrivevano alla Specialistica in Ingegneria Gestionale; oggi aumenta la percentuale di studenti che si orientano alle Specialistiche di Classe Civile”. Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture “ha come obiettivo formativo la preparazione di laureati che abbiano familiarità con la gestione e la manutenzione delle strutture e delle infrastrutture civili, dotati di conoscenze di base nelle discipline della matematica, della fisica, dell’informatica e della statistica, e cultura generale in tutti i campi dell’ingegneria civile ed economico-gestionale, con particolare riguardo alle conoscenze economico gestionali applicate alla progettazione, esecuzione, esercizio e manutenzione delle opere civili”.
Nell’Area Civile ad Ambientale, anche Ingegneria Edile e Ingegneria Edile-Architettura (unico Corso della Facoltà a numero programmato e di durata quinquennale) che fanno parte del settore delle scienze dell’architettura e dell’ingegneria edile; entrambi confluiscono nell’area civile per l’iscrizione all’albo professionale. Presidente dei due Corsi di Laurea, la prof.ssa Elvira Petroncelli. La laurea di primo livello in Ingegneria Edile contempla quattro percorsi: uno più generalista; gli altri tre, invece, sono professionalizzanti, ciascuno nel settore degli Impianti, delle Costruzioni e della Pubblica Amministrazione. Sbocchi professionali sia presso enti autonomi che strutture private. Gli esami del primo anno: Geometria, Analisi Matematica 1 e 2, Fisica Generale, Disegno, Materiali, Storia e rappresentazione architettonica, Elementi di progettazione architettonica.
L’AREA
INDUSTRIALE
INDUSTRIALE
Una salda formazione di base per formare un laureato che si possa spostare facilmente tra un settore e l’altro della stessa Area: la caratterizzazione dei Corsi di Ingegneria Industriale (Aerospaziale, Chimica, Meccanica, Navale, dei Materiali, Elettrica, Gestionale della Logistica e della Produzione e per la Gestione dei Sistemi di Trasporto). Matematica, fisica, chimica: sono alcuni degli esami di base del primo anno a cui vanno poi ad aggiungersi le discipline caratterizzanti ogni Corso.
Ingegneria Chimica sottolinea il prof. Piero Salatino “si basa su tre grandi pilastri: la formazione di base del primo anno, la formazione professionale su materie ingegneristiche come macchine, elettrotecnica o disegno meccanico; la formazione chimica con esami come chimica industriale, biochimica, microbiologia applicata”. I settori di impiego sono, dunque, molteplici: “l’ingegnere chimico – aggiunge Salatino – è polivalente per sua stessa natura: è una figura che ormai si trova ovunque, dall’industria farmaceutica a quella ambientale, dall’automobilistica a quella elettrica”.
Anche un ingegnere aerospaziale si può facilmente trovare in un cantiere meccanico o di trasporti, anche se il suo sbocco naturale resta l’industria dello spazio: “che in Campania ha un’antica tradizione, dai palloni aerostatici agli stabilimenti del Fusaro o di Pomigliano – sottolinea il Presidente di Corso prof. Antonio Moccia- Un nostro laureato, però, può trovare impiego anche nel settore dei trasporti veloci dove può essere applicato il controllo degli aerei. O nei centri di ricerca e di eccellenza come il Cira, il Mars, il Coris. Ancora, sbocchi si possono trovare nel settore del controllo del traffico aereo o gli enti di certificazione”. Uno stretto rapporto con le aziende è il punto di forza di questo Corso, che vanta collaborazioni nazionali ed internazionali: “andiamo orgogliosi dei nostri rapporti con le aziende, che permettono ai nostri studenti di svolgere tirocini, stage o sviluppare tesi presso aziende o su programmi di ricerca congiunti”.
Molteplici anche i settori di impiego degli studenti del Corso in Ingegneria dei Materiali che nasce in collaborazione con la Facoltà di Scienze. Spiegano i professori Domenico Acierno, Presidente del Corso triennale, e Giuseppe Mensitieri, Presidente del Corso Specialistico: “alla fine del percorso di studi il nostro laureato deve saper progettare materiali negli impieghi più svariati: sono quindi molte le collaborazioni con aziende dei settori più diversi”. Qualche esempio: il Centro ricerche della Bridgestone di Pomezia, nel settore ricerca e sviluppo dei materiali, ha già assunto a tempo indeterminato diversi tirocinanti; la ST Microelectronics, multinazionale italo-francese impegnata nello sviluppo di chip e memorie, ha un settore dedicato allo sviluppo dei materiali nell’elettronica. Ma importanti collaborazioni sono attive anche in settori più classici come l’Italcementi, il Cira, l’Alenia o la Mapei, nonchè in diversi centri di ricerca campani come l’Imast, il Camp o l’Enea di Portici -VII Distretto per l’ingegneria dei materiali e delle strutture-, ma anche il Cnr di Pozzuoli con la ricerca sui materiali polimeri. Il prof. Mensitieri sottolinea “la doppia anima dei nostri laureati: quella microscopica di stampo scientifico, basata su materie fisiche e chimiche, per lo studio del comportamento e della struttura dei materiali, e quella macroscopica di natura ingegneristica, che permette di progettare praticamente un materiale”.
Di impronta fortemente trasversale è Ingegneria Gestionale della Logistica e Produzione, in cui si punta in particolare sulle materie di base per avere un laureato ‘multifunzione’. “Il nostro laureato – spiega il prof. Emilio Esposito, Presidente del Corso di Laurea – deve essere in grado di operare come progettista di sistema o nel campo delle risorse umane: quindi necessita di un forte bagaglio culturale di base”. La maggior parte dei laureati trova lavoro nel giro di cinque o sei mesi; sono particolarmente richiesti nelle piccole e medie imprese, dove c’è bisogno di esperti per la gestione dei costi, l’analisi dei processi e dei sistemi aziendali. “Tutti i nostri studenti si laureano con tesi in azienda – sottolinea ancora Esposito – e molti trovano inserimento nelle stesse strutture”. “Tutti i laureati da gennaio ad oggi hanno trovato inserimento”. Inoltre, “un’indagine realizzata dall’Api, dall’Ordine degli Ingegneri e dalla Facoltà ha rilevato un forte apprezzamento da parte delle aziende di laureati in Ingegneria Gestionale”.
Particolarità ad Ingegneria Navale – Corso di Laurea presente solo in altre tre sedi universitarie (Trieste, Genova e Messina)-: più che lo studente nelle aziende, sono le aziende ad utilizzare le strutture della Facoltà, segnatamente, la seconda vasca navale più grande d’Italia. “Un laureato in Ingegneria Navale – spiega il Presidente del Corso prof. Antonio Paciolla – è formato per la costruzione o la gestione di flotte o di singole navi. Il nostro è un Corso di Laurea tradizionale, che dà l’opportunità di lavorare in campo industriale, ma aperto a nuove possibilità. I nostri studenti dopo un primo anno di insegnamenti di base, già dal secondo anno cominciano ad avvicinarsi alle discipline specifiche basate su tre pilastri: costruzioni navali, impianti navali ed architettura navale”. I settori d’inserimento naturali sono dunque nell’attività privata, nella libera professione, nei cantieri, società di classifica, enti di ricerca ed in tutto l’indotto del settore navale, ma attenzione perché bisogna puntare sempre alla laurea quinquennale: “il 95% circa dei laureati triennali continua a studiare per completare con il biennio di specializzazione – afferma il prof. Paciolla -. La laurea di primo livello non ha avuto il tempo e la possibilità di essere recepita come doveva, né dal mondo del lavoro né dagli studenti”.
Non mancano, invece, le opportunità di lavoro (la piena occupazione arriva a tre-quattro mesi dalla conclusione degli studi) per i laureati triennali in Ingegneria Meccanica, Corso di Laurea che accoglie circa trecento immatricolati l’anno. Evidenzia il prof. Adolfo Senatore, Presidente del Corso “formiamo giovani dalla preparazione trasversale: una figura flessibile, quella dell’ingegnere meccanico che si può trovare in ogni settore e che ha un mercato sempre vivo”. Non cala mai la stella dell’ingegnere meccanico se la sua professionalità è spendibile in aree diverse, dal settore automobilistico a quello navale, da quello aeronautico a quello ferroviario. Elasis, Alfa Romeo, Fiat, le aziende meccaniche dell’Agronolano, Aprilia, Ferrari, GM, Alenia, i cantieri navali di Trieste e di Castellammare: sono solo alcune delle convenzioni che la Facoltà ha attivato per stage, tirocini e progetti di ricerca. “Il nostro laureato, anche triennale, grazie alla sua preparazione trova accoglienza sia sul piano regionale, che nazionale nonché europeo. In particolare, abbiamo ricevuto forti richieste di nostri ingegneri dall’Inghilterra” conclude il prof. Senatore.
Nato due anni fa, il Corso in Ingegneria per la Gestione dei Sistemi di Trasporto si lega alle crescenti esigenze e continua evoluzione del sistema dei trasporti. Spiega il prof. Vincenzo Naso, docente del Dipartimento di Energetica e già Preside della Facoltà “formiamo un tecnico che svolge e coordina le attività di gestione di aziende produttrici di servizi di trasporto come Ferrovie dello Stato, aziende di trasporto pubblico locale, Alitalia, compagnie di navigazione marittima ed aerea, aziende di logistica, società di gestione di porti, aeroporti, interporti, sia di funzionario della Pubblica amministrazione, atto al controllo delle attività di questo tipo di aziende”. La didattica si sviluppa, dunque, su un approccio sistemico: discipline di base della classe industriale seguite da discipline specifiche delle diverse componenti del sistema dei trasporti e da un nucleo di discipline di sistema, anche economico-aziendali, che insegnano a progettare la combinazione ottimale delle diverse componenti in relazione alla domanda di mobilità ed ai costi di costruzione e gestione. “Il laureato – aggiunge il prof. Naso – possiederà, da un lato, le competenze tecniche elementari per affrontare e risolvere problemi di Ingegneria dei Trasporti tipici dell’attività di esercizio dei sistemi di trasporto (stima e simulazione della domanda di spostamenti di persone e merci, simulazione delle prestazioni dei sistemi di trasporto, dimensionamento dei sistemi di trasporto), e dall’altro competenze gestionali e organizzative necessarie per governare la realtà aziendale”.
Con i suoi circa 80 immatricolati, il Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica forma, invece, un laureato specializzato nell’energia in generale ed in particolare verso la parte di potenza dell’energia elettrica. Il Corso – in bilico tra l’area Industriale e quella Informatica- si basa su insegnamenti caratterizzanti come sistemi elettrici, macchine, ingegneria elettrica. Anche se spesso confusa, la figura dell’ingegnere elettrico trova inserimento in tutti i settori industriali perché non c’è azienda che non possieda impianti elettrici. Se, allora, si vuole non solo la certezza di trovare lavoro, ma anche la possibilità di scegliere quale, questo Corso di Laurea è l’ideale se oltre il 95% dei laureati trova impiego in meno di sei mesi e molti vengono assunti anche prima di conseguire il titolo.
Ingegneria Chimica sottolinea il prof. Piero Salatino “si basa su tre grandi pilastri: la formazione di base del primo anno, la formazione professionale su materie ingegneristiche come macchine, elettrotecnica o disegno meccanico; la formazione chimica con esami come chimica industriale, biochimica, microbiologia applicata”. I settori di impiego sono, dunque, molteplici: “l’ingegnere chimico – aggiunge Salatino – è polivalente per sua stessa natura: è una figura che ormai si trova ovunque, dall’industria farmaceutica a quella ambientale, dall’automobilistica a quella elettrica”.
Anche un ingegnere aerospaziale si può facilmente trovare in un cantiere meccanico o di trasporti, anche se il suo sbocco naturale resta l’industria dello spazio: “che in Campania ha un’antica tradizione, dai palloni aerostatici agli stabilimenti del Fusaro o di Pomigliano – sottolinea il Presidente di Corso prof. Antonio Moccia- Un nostro laureato, però, può trovare impiego anche nel settore dei trasporti veloci dove può essere applicato il controllo degli aerei. O nei centri di ricerca e di eccellenza come il Cira, il Mars, il Coris. Ancora, sbocchi si possono trovare nel settore del controllo del traffico aereo o gli enti di certificazione”. Uno stretto rapporto con le aziende è il punto di forza di questo Corso, che vanta collaborazioni nazionali ed internazionali: “andiamo orgogliosi dei nostri rapporti con le aziende, che permettono ai nostri studenti di svolgere tirocini, stage o sviluppare tesi presso aziende o su programmi di ricerca congiunti”.
Molteplici anche i settori di impiego degli studenti del Corso in Ingegneria dei Materiali che nasce in collaborazione con la Facoltà di Scienze. Spiegano i professori Domenico Acierno, Presidente del Corso triennale, e Giuseppe Mensitieri, Presidente del Corso Specialistico: “alla fine del percorso di studi il nostro laureato deve saper progettare materiali negli impieghi più svariati: sono quindi molte le collaborazioni con aziende dei settori più diversi”. Qualche esempio: il Centro ricerche della Bridgestone di Pomezia, nel settore ricerca e sviluppo dei materiali, ha già assunto a tempo indeterminato diversi tirocinanti; la ST Microelectronics, multinazionale italo-francese impegnata nello sviluppo di chip e memorie, ha un settore dedicato allo sviluppo dei materiali nell’elettronica. Ma importanti collaborazioni sono attive anche in settori più classici come l’Italcementi, il Cira, l’Alenia o la Mapei, nonchè in diversi centri di ricerca campani come l’Imast, il Camp o l’Enea di Portici -VII Distretto per l’ingegneria dei materiali e delle strutture-, ma anche il Cnr di Pozzuoli con la ricerca sui materiali polimeri. Il prof. Mensitieri sottolinea “la doppia anima dei nostri laureati: quella microscopica di stampo scientifico, basata su materie fisiche e chimiche, per lo studio del comportamento e della struttura dei materiali, e quella macroscopica di natura ingegneristica, che permette di progettare praticamente un materiale”.
Di impronta fortemente trasversale è Ingegneria Gestionale della Logistica e Produzione, in cui si punta in particolare sulle materie di base per avere un laureato ‘multifunzione’. “Il nostro laureato – spiega il prof. Emilio Esposito, Presidente del Corso di Laurea – deve essere in grado di operare come progettista di sistema o nel campo delle risorse umane: quindi necessita di un forte bagaglio culturale di base”. La maggior parte dei laureati trova lavoro nel giro di cinque o sei mesi; sono particolarmente richiesti nelle piccole e medie imprese, dove c’è bisogno di esperti per la gestione dei costi, l’analisi dei processi e dei sistemi aziendali. “Tutti i nostri studenti si laureano con tesi in azienda – sottolinea ancora Esposito – e molti trovano inserimento nelle stesse strutture”. “Tutti i laureati da gennaio ad oggi hanno trovato inserimento”. Inoltre, “un’indagine realizzata dall’Api, dall’Ordine degli Ingegneri e dalla Facoltà ha rilevato un forte apprezzamento da parte delle aziende di laureati in Ingegneria Gestionale”.
Particolarità ad Ingegneria Navale – Corso di Laurea presente solo in altre tre sedi universitarie (Trieste, Genova e Messina)-: più che lo studente nelle aziende, sono le aziende ad utilizzare le strutture della Facoltà, segnatamente, la seconda vasca navale più grande d’Italia. “Un laureato in Ingegneria Navale – spiega il Presidente del Corso prof. Antonio Paciolla – è formato per la costruzione o la gestione di flotte o di singole navi. Il nostro è un Corso di Laurea tradizionale, che dà l’opportunità di lavorare in campo industriale, ma aperto a nuove possibilità. I nostri studenti dopo un primo anno di insegnamenti di base, già dal secondo anno cominciano ad avvicinarsi alle discipline specifiche basate su tre pilastri: costruzioni navali, impianti navali ed architettura navale”. I settori d’inserimento naturali sono dunque nell’attività privata, nella libera professione, nei cantieri, società di classifica, enti di ricerca ed in tutto l’indotto del settore navale, ma attenzione perché bisogna puntare sempre alla laurea quinquennale: “il 95% circa dei laureati triennali continua a studiare per completare con il biennio di specializzazione – afferma il prof. Paciolla -. La laurea di primo livello non ha avuto il tempo e la possibilità di essere recepita come doveva, né dal mondo del lavoro né dagli studenti”.
Non mancano, invece, le opportunità di lavoro (la piena occupazione arriva a tre-quattro mesi dalla conclusione degli studi) per i laureati triennali in Ingegneria Meccanica, Corso di Laurea che accoglie circa trecento immatricolati l’anno. Evidenzia il prof. Adolfo Senatore, Presidente del Corso “formiamo giovani dalla preparazione trasversale: una figura flessibile, quella dell’ingegnere meccanico che si può trovare in ogni settore e che ha un mercato sempre vivo”. Non cala mai la stella dell’ingegnere meccanico se la sua professionalità è spendibile in aree diverse, dal settore automobilistico a quello navale, da quello aeronautico a quello ferroviario. Elasis, Alfa Romeo, Fiat, le aziende meccaniche dell’Agronolano, Aprilia, Ferrari, GM, Alenia, i cantieri navali di Trieste e di Castellammare: sono solo alcune delle convenzioni che la Facoltà ha attivato per stage, tirocini e progetti di ricerca. “Il nostro laureato, anche triennale, grazie alla sua preparazione trova accoglienza sia sul piano regionale, che nazionale nonché europeo. In particolare, abbiamo ricevuto forti richieste di nostri ingegneri dall’Inghilterra” conclude il prof. Senatore.
Nato due anni fa, il Corso in Ingegneria per la Gestione dei Sistemi di Trasporto si lega alle crescenti esigenze e continua evoluzione del sistema dei trasporti. Spiega il prof. Vincenzo Naso, docente del Dipartimento di Energetica e già Preside della Facoltà “formiamo un tecnico che svolge e coordina le attività di gestione di aziende produttrici di servizi di trasporto come Ferrovie dello Stato, aziende di trasporto pubblico locale, Alitalia, compagnie di navigazione marittima ed aerea, aziende di logistica, società di gestione di porti, aeroporti, interporti, sia di funzionario della Pubblica amministrazione, atto al controllo delle attività di questo tipo di aziende”. La didattica si sviluppa, dunque, su un approccio sistemico: discipline di base della classe industriale seguite da discipline specifiche delle diverse componenti del sistema dei trasporti e da un nucleo di discipline di sistema, anche economico-aziendali, che insegnano a progettare la combinazione ottimale delle diverse componenti in relazione alla domanda di mobilità ed ai costi di costruzione e gestione. “Il laureato – aggiunge il prof. Naso – possiederà, da un lato, le competenze tecniche elementari per affrontare e risolvere problemi di Ingegneria dei Trasporti tipici dell’attività di esercizio dei sistemi di trasporto (stima e simulazione della domanda di spostamenti di persone e merci, simulazione delle prestazioni dei sistemi di trasporto, dimensionamento dei sistemi di trasporto), e dall’altro competenze gestionali e organizzative necessarie per governare la realtà aziendale”.
Con i suoi circa 80 immatricolati, il Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica forma, invece, un laureato specializzato nell’energia in generale ed in particolare verso la parte di potenza dell’energia elettrica. Il Corso – in bilico tra l’area Industriale e quella Informatica- si basa su insegnamenti caratterizzanti come sistemi elettrici, macchine, ingegneria elettrica. Anche se spesso confusa, la figura dell’ingegnere elettrico trova inserimento in tutti i settori industriali perché non c’è azienda che non possieda impianti elettrici. Se, allora, si vuole non solo la certezza di trovare lavoro, ma anche la possibilità di scegliere quale, questo Corso di Laurea è l’ideale se oltre il 95% dei laureati trova impiego in meno di sei mesi e molti vengono assunti anche prima di conseguire il titolo.
L’AREA DELLA
INFORMAZIONE
INFORMAZIONE
Continua il trend positivo per il settore dell’Informazione. Tanti gli iscritti per i Corsi di Laurea (Informatica, Biomedica, Automazione, Elettronica, Telecomunicazioni) di quest’area.
“Questo è un settore che tira molto – assicura il prof. Antonio Mazzeo, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Informatica – sia a livello governativo, con una richiesta sempre maggiore di esperti in amministrazione informatica, sia industriale”. L’informatizzazione e la comunicazione sembrano essere l’essenza della nostra società ma chi si iscrive ad uno di questi Corsi deve stare attento: non basta essere degli appassionati di computer, occorre amare lo studio e le materie fisiche e matematiche. Ingegneria Informatica, con i suoi circa 400 immatricolati, infatti fonda la didattica su basi matematiche e fisiche e sulle capacità logico-deduttive per consentire ai futuri ingegneri di trovare facile inserimento in diversi settori. “In questo periodo stiamo investendo molto nell’e-government – sottolinea il prof. Mazzeo – perché proprio nelle amministrazioni c’è una fortissima richiesta di nuovi profili specializzati”. Tant’è che è attivo un Master – alla seconda edizione- in Metodi e Tecnologie Informatiche per il Trattamento Semantico di Documenti Giuridico Amministrativi.
Altro campo in rapido sviluppo è quello delle Telecomunicazioni, che con i suoi circa 130 iscritti resta fra i Corsi di Laurea più gettonati della Facoltà. “La nostra didattica resta salda – conferma il prof. Giuseppe D’Elia, Presidente di Corso- e consente di progettare e gestire i segnali nel campo dell’ITC (Information and Communication Technology) e di soddisfare le esigenze di comunicazione telematica”. Preparazione di base al primo anno “per poi entrare nello specifico della disciplina attraverso i tre settori dei campi elettromagnetici (sistemi di trasmissione e ricezione) l’informatica (reti di calcolatori, telematica) e le telecomunicazioni vere e proprie”. La Facoltà collabora con aziende di grande calibro come la Select, la Mdda, l’Alcatel, la Marconi e l’Agenzia Spaziale. Tempo di attesa del lavoro per un laureato quinquennale: meno di cinque mesi.
Nato nel 1960, il Corso in Ingegneria Elettronica forma giovani laureati per la progettazione e il collaudo di dispositivi, circuiti e sistemi elettronici, puntando sempre su una corposa preparazione matematica e fisica. “Curiamo in maniera particolare la preparazione di base, ma c’è una forte spinta trasversale insistendo su tutti i settori scientifico disciplinari dell’area dell’Informazione”, spiega il prof. Giovanni Breglio, Presidente del Corso. Occupandosi della produzione di circuiti e componenti elettronici, il laureato in Ingegneria Elettronica trova inserimento in diversi campi come progettista, responsabile della catena di produzione, dal settore tecnico al marketing. La Facoltà ha siglato dei protocolli di collaborazione con diverse imprese come la Micron di Avezzano, o la ST Microelectronics, con la quale ha appena concluso un ciclo di stage in concerto con altri cinque atenei italiani. “I laureati della Laurea Specialistica – annuncia il prof. Breglio – dall’anno accademico 2008-09 avranno la possibilità di conseguire il doppio titolo in collaborazione con la Technical University di Delft in Olanda”.
Rientra nell’area dell’Informazione ma è caratterizzato da una forte interdisciplinarità: è il Corso in Ingegneria Biomedica. “Impartiamo discipline tipiche dell’area dell’Informazione, come elettronica o informatica, ma la scienza biomedica è caratterizzata da una professionalità multidisciplinare nell’ambito della preparazione di primo livello e di secondo livello, quindi sono coinvolti anche insegnamenti di altri settori come i materiali e le strutture. Uno studente che sceglie questo Corso, dunque, – evidenzia il Presidente, prof. Marcello Bracale- deve avere motivazione ad affrontare studi multidisciplinari ed interdisciplinari con un bagaglio di matematica, fisica, chimica. Deve anche essere pronto ad interessarsi a problematiche specifiche della biomedicina con particolare riguardo all’elaborazione dei segnali dei dati e immagini biomediche, studio dei materiali e delle problematiche relative ai materiali”. Molto ricettivo il mercato che accoglie ingegneri biomedici nel management, nelle aziende, strutture commerciali o tecniche, in società per la gestione o messa in sicurezza degli impianti, nonché, se n’è discusso ultimamente con il Ministro Livia Turco, negli ospedali e nelle ASL.
Nato a cavallo tra l’Area Industriale e quella Informatica è invece il Corso di Laurea in Ingegneria dell’Automazione, presieduta dal prof. Giuseppe Ambrosino: partendo dalle materie di base, si completa la preparazione del laureato triennale con ben sette insegnamenti di informatica. Nel biennio di specializzazione si insiste, invece, sugli aspetti meccanici perché non si può automizzare un impianto industriale prescindendo dagli aspetti meccanici e della conoscenza dell’impianto stesso.
Valentina Orellana
“Questo è un settore che tira molto – assicura il prof. Antonio Mazzeo, Presidente del Corso di Laurea in Ingegneria Informatica – sia a livello governativo, con una richiesta sempre maggiore di esperti in amministrazione informatica, sia industriale”. L’informatizzazione e la comunicazione sembrano essere l’essenza della nostra società ma chi si iscrive ad uno di questi Corsi deve stare attento: non basta essere degli appassionati di computer, occorre amare lo studio e le materie fisiche e matematiche. Ingegneria Informatica, con i suoi circa 400 immatricolati, infatti fonda la didattica su basi matematiche e fisiche e sulle capacità logico-deduttive per consentire ai futuri ingegneri di trovare facile inserimento in diversi settori. “In questo periodo stiamo investendo molto nell’e-government – sottolinea il prof. Mazzeo – perché proprio nelle amministrazioni c’è una fortissima richiesta di nuovi profili specializzati”. Tant’è che è attivo un Master – alla seconda edizione- in Metodi e Tecnologie Informatiche per il Trattamento Semantico di Documenti Giuridico Amministrativi.
Altro campo in rapido sviluppo è quello delle Telecomunicazioni, che con i suoi circa 130 iscritti resta fra i Corsi di Laurea più gettonati della Facoltà. “La nostra didattica resta salda – conferma il prof. Giuseppe D’Elia, Presidente di Corso- e consente di progettare e gestire i segnali nel campo dell’ITC (Information and Communication Technology) e di soddisfare le esigenze di comunicazione telematica”. Preparazione di base al primo anno “per poi entrare nello specifico della disciplina attraverso i tre settori dei campi elettromagnetici (sistemi di trasmissione e ricezione) l’informatica (reti di calcolatori, telematica) e le telecomunicazioni vere e proprie”. La Facoltà collabora con aziende di grande calibro come la Select, la Mdda, l’Alcatel, la Marconi e l’Agenzia Spaziale. Tempo di attesa del lavoro per un laureato quinquennale: meno di cinque mesi.
Nato nel 1960, il Corso in Ingegneria Elettronica forma giovani laureati per la progettazione e il collaudo di dispositivi, circuiti e sistemi elettronici, puntando sempre su una corposa preparazione matematica e fisica. “Curiamo in maniera particolare la preparazione di base, ma c’è una forte spinta trasversale insistendo su tutti i settori scientifico disciplinari dell’area dell’Informazione”, spiega il prof. Giovanni Breglio, Presidente del Corso. Occupandosi della produzione di circuiti e componenti elettronici, il laureato in Ingegneria Elettronica trova inserimento in diversi campi come progettista, responsabile della catena di produzione, dal settore tecnico al marketing. La Facoltà ha siglato dei protocolli di collaborazione con diverse imprese come la Micron di Avezzano, o la ST Microelectronics, con la quale ha appena concluso un ciclo di stage in concerto con altri cinque atenei italiani. “I laureati della Laurea Specialistica – annuncia il prof. Breglio – dall’anno accademico 2008-09 avranno la possibilità di conseguire il doppio titolo in collaborazione con la Technical University di Delft in Olanda”.
Rientra nell’area dell’Informazione ma è caratterizzato da una forte interdisciplinarità: è il Corso in Ingegneria Biomedica. “Impartiamo discipline tipiche dell’area dell’Informazione, come elettronica o informatica, ma la scienza biomedica è caratterizzata da una professionalità multidisciplinare nell’ambito della preparazione di primo livello e di secondo livello, quindi sono coinvolti anche insegnamenti di altri settori come i materiali e le strutture. Uno studente che sceglie questo Corso, dunque, – evidenzia il Presidente, prof. Marcello Bracale- deve avere motivazione ad affrontare studi multidisciplinari ed interdisciplinari con un bagaglio di matematica, fisica, chimica. Deve anche essere pronto ad interessarsi a problematiche specifiche della biomedicina con particolare riguardo all’elaborazione dei segnali dei dati e immagini biomediche, studio dei materiali e delle problematiche relative ai materiali”. Molto ricettivo il mercato che accoglie ingegneri biomedici nel management, nelle aziende, strutture commerciali o tecniche, in società per la gestione o messa in sicurezza degli impianti, nonché, se n’è discusso ultimamente con il Ministro Livia Turco, negli ospedali e nelle ASL.
Nato a cavallo tra l’Area Industriale e quella Informatica è invece il Corso di Laurea in Ingegneria dell’Automazione, presieduta dal prof. Giuseppe Ambrosino: partendo dalle materie di base, si completa la preparazione del laureato triennale con ben sette insegnamenti di informatica. Nel biennio di specializzazione si insiste, invece, sugli aspetti meccanici perché non si può automizzare un impianto industriale prescindendo dagli aspetti meccanici e della conoscenza dell’impianto stesso.
Valentina Orellana