Federico II. A Lettere “una formazione critica e adeguabile sul piano culturale”

Con i suoi circa 10 mila studenti, quella della Federico II è la più grande Facoltà di Lettere campana, nonché la più antica, con una storia e una tradizione risalente alla fondazione dell’Ateneo nel 1224. 
“La fiducia che viene riposta nella Federico II è ben ripagata – afferma il Preside Arturo De Vivo – Il livello di soddisfazione sul piano culturale è elevato, in continuità con la nostra lunga tradizione”.
Chi guarda verso questa Facoltà troverà un ampio ventaglio di Corsi di Laurea tra cui scegliere, dalle discipline umanistiche più classiche ai settori più innovativi e legati al mercato del lavoro. Un totale di ben 10 Corsi di Laurea Triennali ed altrettante Magistrali consentono di portare a termine il ciclo quinquennale di studio in piena continuità formativa, “un’offerta che rappresenta un ‘unicum’ sul territorio e – spiega De Vivo – permette allo studente di trovare l’approccio alle materie umanistiche a lui più congeniale: ad esempio, gli studi classici che si fanno ad Archeologia non sono gli stessi di Lettere classiche e da noi un giovane può trovare la strada giusta avendo davanti a sé l’intero percorso di studi già strutturato”.
Sul piano delle strutture, oltre la sede principale nel Complesso di San Pietro Martire, la Facoltà dispone di aule per le lezioni, in particolare del primo anno, nella sede centrale di corso Umberto I e in via Mezzocannone 16. “Il prossimo anno assisteremo – anticipa De Vivo – ad un riassetto di tutte le strutture del Centro Storico, in seguito allo spostamento di alcuni Corsi di altre Facoltà a Monte Sant’Angelo. Questo porterà ad un ampliamento degli spazi per i nostri ragazzi, che adesso possono ancora vivere qualche momento di sofferenza e di disorganizzazione”. Un altro passo in avanti nei servizi offerti agli studenti è stato l’apertura, lo scorso anno, della Biblioteca di area umanistica a piazza Bellini.
Gli sbocchi professionali. Se molti sostengono che quelle umanistiche siano ‘lauree deboli’ e rappresentino una ‘scelta coraggiosa’, il Preside tiene a ricordare come “la piaga del precariato investe tutto il mondo del lavoro. Il segreto per avere una chance di collocazione è una forte motivazione e la convinzione di fare qualcosa che si ama, che si risponda ad una vocazione. Questo è un presupposto valido per ogni Facoltà, ma per il settore delle scienze umane lo è ancora di più, ed è indispensabile per porre le basi di un futuro lavorativo che vada al di là dell’insegnamento (sbocco oggi molto difficile), per guardare a nuovi ambiti come quello dell’editoria, del teatro, delle comunicazioni e tutti i settori delle relazioni sociali”.
Punto di forza di questi studi è, infatti, la solida preparazione culturale che rende il laureato flessibile ed adattabile a diversi contesti: “la Facoltà permette di entrare in una mobilità del mercato che privilegia una formazione critica e adeguabile sul piano culturale”.
Valentina Orellana
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