Gli esami si avvicinano e le matricole di Lettere Moderne in aula A4 esprimono dubbi e paure sulle prossime prove, che si terranno nei mesi di gennaio e febbraio. Tre sono gli esami del primo semestre: Letteratura Italiana, Storia della lingua italiana e Inglese. È proprio il secondo, corso tenuto dalla prof.ssa Patricia Bianchi, a dar luogo a perplessità: “è molto mnemonico, tratta numerosi esempi sull’italiano regionale, con schemi da comprendere e studiare. Ci vorrà tempo per prepararlo. Mentre per Letteratura, se hai buone basi dal Liceo, nonostante il programma sia vastissimo, riesci a studiare per concetti”, spiega Beatrice. “Io preferirei che il programma di Letteratura Italiana venisse distribuito in due esami, perché dalle origini al 1500 è un periodo troppo vasto. Ci sono autori fondamentali quali: Dante, Petrarca, Boccaccio, Machiavelli, Ariosto e Tasso, che meriterebbero trattazione più ampia”, aggiunge Claudia. Il corso d’inglese è una scelta semi-forzata al primo semestre, dato che è possibile seguire spagnolo solo dal secondo: “si parte da zero con la prof.ssa Cavaliere. Non è l’orale a spaventarmi, ma lo scritto con domande sulla grammatica. C’è da dire che la situazione in aula A4 non è delle migliori. Seguire è difficile, siamo in più di 400 e spesso anche al microfono non si sente nulla. Abbiamo avuto problemi anche con le matricole dell’aula A3, che non trovavano posti liberi in A4, poiché costretti al cambio di aula, mentre noi eravamo già seduti”, prosegue Beatrice. Anche ad Irene Storia della Lingua crea problemi: “sono argomenti del tutto nuovi, mai trattati al Liceo. Dobbiamo studiare quattro manuali su concetti simili. È difficile fare una cernita del materiale. Basarsi sul corso non è una soluzione, perché la docente cambia spesso volume di riferimento”. La pensano così anche Celeste e Martina, che forniscono una panoramica sui tre esami, in particolare quello d’inglese: “l’orale consiste in una traduzione di un articolo di giornale, un saggio da imparare e un proverbio a piacere su cui discutere. L’aula dove seguiamo è sempre pienissima e il giovedì abbiamo problemi ad essere presenti, poiché dovremmo seguire solo per il corso d’inglese dalle 15.00 alle 17.00”, chiarisce Martina. Anna e Chiara ci tengono a sottolineare la carenza di servizi nel corridoio del primo piano di Corso Umberto: “per andare in bagno dobbiamo uscire in cortile, anche quando fa freddo. Succede che, seppure hai un’urgenza, te la tieni per non perdere la lezione, poiché a fine corso i bagni sono strapieni. Internamente c’è solo quello piccolo di Giurisprudenza, con una fila esagerata!”.
“Più manuali, non
un onere ma
un sostegno”
un onere ma
un sostegno”
Sull’approccio all’esame di Storia della Lingua, i consigli della prof.ssa Patricia Bianchi per non trovarsi spaesati di fronte al vasto programma: “fantasmi e leggende da corridoio universitario circolano sulla difficoltà dell’esame, spesso frutto della fantasia dei non frequentanti. Il corso serve proprio a chiarire alcuni punti di un esame specialistico, ovvero di approfondimento, come tutti gli esami universitari, modellato sul livello di competenze all’uscita dal Liceo, fino ad arrivare ad un grado di maturazione e capacità organizzative adeguati al lavoro richiesto”. L’acquisizione dei concetti deve avvenire in tempi relativamente veloci: “lo schema temporale ci viene imposto, per cui le lezioni si articolano in un trimestre, ma il corso tiene conto di questa difficoltà. L’insieme dei volumi non è un onere, ma un sostegno. È stato scelto in modo da garantire una circolarità dei temi. Manuali omogenei tra loro descrivono la lingua dalle origini all’italiano contemporaneo, tenendo conto delle variazioni, del dialetto, dell’italiano regionale”. La materia è ricca di sfaccettature: “nella diluizione delle pagine sono presenti numerosi esempi pratici su fatti linguistici. Tutto è spiegato chiaramente. Una sintesi non evidenzierebbe snodi importanti della Storia della Lingua. Durante il corso indico porzioni di testo cui faccio riferimento e parlo di argomenti correlati al programma”. L’approfondimento è d’obbligo: “consiglio saggi su temi che possono interessare o meno, ma che servono, se non nell’immediato, ad una formazione completa. Ossia, consentono di far entrare nel vivo del mondo della ricerca studenti che non devono essere spettatori ma devono fornire un loro contributo che non sia soltanto la verifica fiscale all’esame”. Ecco perché la docente coinvolge gli studenti in diverse iniziative: “la presentazione del libro ‘Porta Capuana. Vocabolario d’uso napoletano-toscano. Regole del napoletano’ dello scrittore e lessicografo ottocentesco Gaetano Valeriani, o la lettura drammatizzata dal libro ‘Scrittori per Eduardo’, con venti contributi narrativi e teatrali, ispirati alle opere dell’autore, cui parteciperanno attivamente anche i corsisti al fianco di attori professionisti”.
Allegra Taglialatela
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