Studenti e dottorandi in Biologia premiati a Futuro Remoto

È della Federico II la squadra che quest’anno si è aggiudicata il premio nella competizione Università di Futuro Remoto, l’evento dedicato alla divulgazione scientifica promossa da Città della Scienza, che quest’anno si è svolta a Piazza Plebiscito dal 7 al 10 ottobre. Ne facevano parte Viviana Chiappetta, Maria Iavazzo, Federica Berruto e Fabrizio Annunziata, dottori in Scienze Biologiche e laureandi delle Magistrali in Scienze Biologiche e Biologia. “Il
progetto vincitore – racconta la prof.ssa Rosanna del Gaudio, che insegna Biologia molecolare nel Corso di Studi in Biologia, dove ha anche la delega all’orientamento, ed ha svolto un ruolo di coordinamento della squadra – si chiama Docendo Discimus: la PCR e le sue applicazioni”. Spiega: “La PCR è la Reazione a Catena della DNA polimerasi, che consente l’amplificazione enzimatica esponenziale in vitro di sequenze di DNA. Detto così può risultare complesso, ma per capire di cosa si tratti è sufficiente sapere che è la pietra angolare della Biologia molecolare moderna. Si tratta di una tecnica che ha un ruolo chiave in tutto il mondo in ambito diagnostico, forense e di ricerca. È stata e continua ad essere motivo di stimolo per diverse innovazioni tecnologiche, che vanno dalla produzione e purificazione di DNA polimerasi termostabili alla produzione di strumentazione (termociclatori) sempre più rapidi e precisi, dalla sintesi dei reagenti necessari alle amplificazioni alla messa a punto dei software utilizzati per il trattamento dei dati”. Ritorna al progetto premiato a Futuro Remoto: “L’accordo con un’azienda leader nel settore ha consentito di esporre un modernissimo modello di strumentazione (Magnetic Induction Cycler) che ha condiviso la scena con un termociclatore storico che avevo conservato in Dipartimento per oltre un decennio dopo averlo salvato dallo smaltimento. Poster divulgativi originali, alcuni puzzle per spiegare la complementarietà delle basi azotate del DNA, un modellino di DNA a doppia elica e soluzioni colorate per l’esecuzione della tecnica hanno permesso di coinvolgere e far partecipi i visitatori di tutte le fasce di età”. È stato, dunque, anche un lavoro manuale quello che hanno realizzato per esporre a Futuro Remoto il loro modello gli studenti premiati. “Sono emerse – racconta ancora la prof.ssa del Gaudio – anche le capacità di ciascuno di inventare soluzioni intelligenti e pratiche, a partire da materiali poveri. Per esempio, dalle mollette che si utilizzano per stendere il bucato”. La filosofia del riuso sta alla base anche di un altro progetto che ha partecipato a Futuro Remoto ed al quale la docente ha dato un contributo. Si chiama Coricre e lo ha realizzato Antonietta Caracciolo,
un’amministrativa che lavora in Ateneo, In collaborazione con il prof. Massimiliano Fabbricino, del Dipartimento
di Ingegneria edile. “Caracciolo – dice – è partita dalla constatazione dello spreco continuo che si compie in Ateneo di materiali riciclabili. Nel caso specifico, di capsule di caffè e plastiche utilizzate nei laboratori. Ebbene, sono diventati gioielli, collane, orecchini. Il fine di Coricre è di sensibilizzare ciascuno a svolgere la propria parte, in primis le università ed i ricercatori, per un mondo più pulito. È eticamente giusto e conviene, perché i materiali riciclati possono diventare fonte di ricchezza. Risorsa e non più rifiuto”.
Fabrizio Geremicca
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