Studenti in visita al Museo Duca di Martina

Un gradito ritorno nelle sale museali per gli studenti della Triennale in Storia dell’Arte. Come da programma, il 5 maggio si è tenuto il primo sopralluogo, nell’ambito del corso in Museologia e Storia del Collezionismo, al Museo Duca di Martina, rinomato per la splendida collezione di ceramiche e per il polmone verde della Villa Floridiana che lo circonda. “È un’emozione ritornare al museo con i miei studenti dopo tanto tempo, sono sicuro che lo è anche per i 25 ragazzi che sono qui oggi in presenza. In un corso come il nostro, non ha senso parlare dei musei senza vederli. Tutti gli insegnamenti storico-artistici sono usciti profondamente danneggiati dalla mancanza di confronto diretto non solo con questi luoghi della cultura ma anche con le opere d’arte. Per questo motivo la visita di oggi, nonostante tutte le difficoltà burocratiche come la disponibilità degli spazi e la copertura assicurativa, è un momento epocale, indizio che la didattica a distanza ci ha stremato con gli infiniti limiti che ha nel nostro settore”, racconta ad Ateneapoli il prof. Pierluigi Leone de Castris, titolare della cattedra. L’idea portante che alimenta il sopralluogo “è quella di contestualizzare la raccolta del Duca di Martina all’interno del discorso del collezionismo napoletano di arti applicate del secondo Ottocento”.
La visita degli studenti inizia in un salone predisposto per loro dalla Direttrice del Museo Marta Ragozzino, già Direttore Regionale dei Musei della Campania, che ha affermato: “Questi luoghi devono restare aperti. Tutti noi abbiamo patito la sofferenza della chiusura in questi mesi per una falsa affermazione sull’impossibilità di mantenere le distanze all’interno di un museo. Questo può solo significare che la cultura non è al centro delle preoccupazioni”. Ha animato la parte seminariale del sopralluogo la dott.ssa  Paola Giusti, ex direttrice del Museo di cui ha illustrato nel dettaglio la storia partendo dalle origini – residenza estiva della duchessa di Floridia Lucia Migliaccio – fino alla donazione della Collezione nel 1911 di Placido De Sangro, Conte dei Marsi.
In linea con il desiderio di riprendere finalmente contatto con la realtà museale, gli studenti, per ragioni di sicurezza e distanziamento, sono poi stati divisi in due gruppi per consentire loro di analizzare e studiare la vastissima Collezione che consta di circa seimila oggetti afferenti all’arte decorativa europea e orientale.
Intenso il coinvolgimento anche tra i presenti al sopralluogo, come traspare dalle parole della studentessa Francesca Martina: “Ritornare in un museo è stato impagabile. Per noi studenti dell’arte è doloroso non poter ammirare le opere dal vivo, ci fa quasi perdere il senso di ciò che facciamo. È stato bellissimo poter di nuovo frequentare questo ambiente. Anche rivedere finalmente i miei amici e colleghi è stata un’emozione indescrivibile”.
Maria Cristina Actis
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