Studenti protagonisti al corso di Saverio Pesapane, architetto e autore di documentari

Raccontare attraverso le immagini – film, documentari, fotografie – come in un certo momento storico i luoghi cambiano per motivi politici, sociali ed economici è una delle passioni – che poi coincide con il lavoro, come accade talvolta a chi ci mette l’anima – di Saverio Pesapane, architetto quarantunenne ed autore di pregevoli documentari girati in varie parti del mondo. Pesapane proverà a trasmettere almeno un po’ della sua passione e del significato del suo lavoro agli studenti di Architettura che seguiranno il corso a crediti liberi dedicato a La narrazione del territorio tramite cinema e documentari che inizierà l’8 aprile. Si prevedono complessivamente sei lezioni da 4 ore ciascuna ed ognuna di esse sarà dedicata ad approfondire una storia di mutamento urbano al quale Pesapane ha dedicato un documentario negli anni passati. “Sarà un corso con una componente importante di laboratorio – spiega – perché ogni volta, dopo due ore e mezza circa di lezione teorica o di visione di spezzoni dei documentari, gli studenti diventeranno protagonisti. Dovranno lavorare alla preparazione di un corto od un documentario che racconti anch’esso la trasformazione di un luogo, di uno spazio che avranno scelto”. È un legame, quello tra l’architettura e l’immagine, che è sempre stato molto stretto. Non si contano gli esempi di architetti che si sono poi cimentati anche con la fotografia o con il cinema e che, dalla consapevolezza teorica acquisita durante gli anni universitari, hanno tratto spunto per una riflessione sugli spazi, sulla città, sull’assetto urbano attraverso la macchina fotografica o la telecamera. Pesapane è uno di essi ed ha iniziato il suo percorso sin dagli anni universitari. “Mi sono laureato alla Federico II – racconta – e la mia tesi di laurea fu un documentario sulle strade costruite con i finanziamenti post-terremoto in Campania, quelli che furono stanziati dalla legge 219 del 1981. Intervistai vari personaggi e scelsi un formato che risultò efficace. Ci mettevamo in auto, io portavo la telecamera ed il registratore e l’intervistato raccontava la vicenda oggetto della storia mentre guidava”. Nel 2008 Pesapane si è trasferito a Milano ed ha avviato due collaborazioni molto significative e stimolanti. Una al Politecnico con Stefano Boeri, professore di Urbanistica, ex assessore alla Cultura al Comune di Milano e Presidente della Fondazione La Triennale, una delle principali istituzioni culturali in Italia che realizza mostre, conferenze ed eventi legati ad arte, design e architettura. La seconda con Francesco Jodice, il fotografo napoletano che si è trasferito in Lombardia dopo aver conseguito la laurea in Architettura a Napoli e che ha partecipato ad importanti eventi espositivi in tutto il mondo. Due Maestri – Boeri e Jodice – i quali hanno rafforzato la volontà di Pesapane di raccontare attraverso le immagini le trasformazioni urbane, i cambiamenti dei luoghi e degli spazi. Ne sono venuti fuori, tra l’altro, sei documentari che saranno anche lo spunto di riflessione delle sei lezioni che stanno per iniziare ad Architettura nell’ambito del corso a crediti liberi. “Sei storie – specifica l’architetto – che ho provato a raccontare attraverso le immagini”. 
Il cinema, conclude, “ha una potenza incredibile. Le immagini possono aiutare a riflettere, a ragionare e ad interrogarsi. Mi piacerebbe se riuscissi a confrontarmi anche su questo aspetto con gli studenti, perché mi sta molto a cuore. Per esempio, vorrei discutere con loro su come le immagini possono oggi raccontare il dramma delle migrazioni, un altro fattore di cambiamento dei luoghi”. Tema non nuovo per Pesapane, che ha scritto ‘Yousef’ con Mohamed Hossameldin, un cortometraggio che lo scorso anno è arrivato nella cinquina dei finalisti al David di Donatello. Si racconta la vita di un cuoco di successo, figlio di immigrati ma cresciuto in Italia. 
Fabrizio Geremicca
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