Studio, passione e organizzazione: la ricetta di Lucia

25 anni, laureata nell’ottobre del 2015 con 110 e lode, Lucia Mele è la vincitrice del Premio Luigi Mendia (un Ipad). Una gratificazione “per tutti i sacrifici affrontati in questi anni”, afferma Lucia, impegnata con un co.co.pro nel Laboratorio di Geotecnica del DICEA ed in attesa di iniziare il dottorato sempre alla Federico II. Ma come è arrivata così giovane ad ottenere questi risultati? “Ho frequentato il liceo scientifico e fin da allora mi sono appassionata alle scienze. In realtà, al momento dell’iscrizione all’università, ero indecisa tra Matematica ed Ingegneria. Alla fine ho scelto quest’ultima perché mi sembrava che così potessi essere più utile. Era il periodo in cui a Napoli c’era l’emergenza rifiuti, quindi il tema dell’ambiente era pressante. Poi, in verità, mi sono specializzata nella difesa del suolo, e quindi in un ramo più geotecnico. Il mio segreto? Ci tenevo a laurearmi in fretta”, spiega. Aggiunge con umiltà: “Non si tratta di essere più portati o più intelligenti. Come ce l’ho fatta io, ce la possono fare tutti. Bisogna
solo studiare. Molti sostengono che Ingegneria sia troppo difficile, ma io credo sia solo una questione di passione e di organizzazione”. Lo spauracchio Matematica: “Superati gli esami di Analisi I e II al primo anno, dopo non la si incontra così spesso, se non per fare dei calcoli con degli appositi software. Io l’ho sempre amata, ma non credo che possa rappresentare uno scoglio”. Importante è organizzare il lavoro e non perdere tempo: “Ho seguito ogni corso, attribuendo uguale peso a tutti gli esami. Ascoltare la lezione del docente è fondamentale per assimilare al meglio i contenuti. Poi studiavo a casa, da sola, full immersion! Inoltre, organizzavo un calendario personale di esami, in base agli appelli disponibili”. Una volta, ammette, “ho rifiutato un 24 e quindi mi è saltata tutta la scaletta degli esami, ma non mi sono abbattuta e ho subito recuperato il semestre successivo. Anche adesso che lavoro in laboratorio, a volte le prove vanno male: non bisogna arrendersi ma riprovare. D’altronde la capacità dell’ingegnere è proprio quella di trovare soluzioni”. Gli anni universitari per Lucia non sono stati solo studio, “altrimenti si
impazzisce!”, ma anche svago e amicizia: “Durante la settimana, naturalmente, bisogna rinunciare alle uscite, ma il sabato e la domenica sono di festa: è importante svagarsi, parlare di altre cose, incontrare persone anche per ampliare la propria mente”. I progetti di Lucia prevedono tre anni di dottorato e poi forse un futuro in accademia: “Per ora mi sono appassionata alla ricerca, poi alla fine del dottorato vedrò”. A chi si è appena iscritto, vuole ripetere una frase del suo professore di matematica: “Forse la felicità non esiste, però fare il lavoro che ti piace è una buona approssimazione”.
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