Tassazione più equa

“Euro Mayday 05 – Il precariato si ribella”. A sensibilizzare gli studenti de L’Orientale sul tema ci ha pensato il Musa, il Movimento Universitario Sinistra Alternativa, che nel forum dello scorso 22 aprile ha varato una piattaforma politica poi richiamata nei cortei del 1° maggio a Scampia e nel centro storico di Napoli. No alla riforma Zecchino-Moratti, no alla Legge regionale Ossorio, sì alla riduzione delle fasce di contribuzione, no all’aumento delle tasse e, infine, un ennesimo no, questa volta alla convenzione de L’Orientale con il San Paolo-Banco di Napoli: le molteplici rivendicazioni che il Musa porterà innanzi agli organi collegiali d’Ateneo. La manifestazione d’aprile si è conclusa con una serata a suon di musica nel cortile di Palazzo Corigliano, con centinaia di studenti ad affollare il concerto organizzato dal Movimento. 
Il 1° maggio, dunque, tra i carri che hanno sfilato nel cuore di Napoli c’era anche quello del Musa: “aver portato le nostre istanze in giro per la parte antica di questa città ha un significato politico molto importante, perché quest’area di Napoli è centro pulsante della vita universitaria, abbandonato all’incuria e ad disinteresse delle istituzioni”. Per il Musa, “lo studente vive una condizione di precariato senza precedenti, in particolar modo gli iscritti a L’Orientale, Ateneo dove si dispensano titoli che non hanno alcun valore di mercato”. 
Il Musa si oppone alla riforma cominciata con l’allora ministro dell’Università Ortensio Zecchino e messa a punto dall’attuale inquilina del Miur, Letizia Moratti. “‘Bancarizzazione’ – spiegano – è il termine coniato ad hoc per descrivere l’attuale situazione dello studente: arriva la mattina all’Università, segue i corsi, non perde mai d’occhio il calcolo dei crediti necessari per laurearsi e la sera torna a casa. Il tutto senza tempo per socializzare, senza tempo per maturare, senza tempo per crescere”.
Da rivedere, secondo la sinistra alternativa, anche la normativa regionale in materia di diritto allo studio. “La Legge Ossorio destina maggiori finanziamenti ai centri d’eccellenza piuttosto che all’Università pubblica – denuncia il Musa, che aggiunge – Sino a poco tempo fa il Consiglio d’Amministrazione dell’Edisu, cioè quello che faceva capo ad un ente e non ad un’azienda, era formato da vari esponenti del mondo universitario – docenti, personale tecnico-amministrativo, studenti – che insieme eleggevano il presidente. Il presidente, pertanto, era espressione di una scelta politica. Adesso, invece, con la Legge Ossorio la presidenza è diventata una carica regionale”. “Insomma – tagliano corto i ragazzi – la nuova normativa rappresenta un passo indietro rispetto al concetto di democrazia: con questa legge aumentano vieppiù le distanze tra chi di fatto vive l’università e chi dovrebbe gestirne i bisogni”.
Su un punto gli studenti cantano vittoria. “Dopo le nostre sollecitazioni – annuncia il Musa – dal prossimo anno accademico entrerà in vigore un nuovo sistema di tassazione per chi s’iscriverà a L’Orientale, che prevede la riduzione da sette a tre fasce di contribuzione”. Una distribuzione delle fasce più equa, quindi, “perché a L’Orientale c’era la pessima abitudine di considerare lo studente che dichiarava di appartenere alla fascia economicamente svantaggiata di essere un evasore fiscale”.
L’ultima richiesta del Musa: “vogliamo che L’Orientale stipuli una convenzione con Banca Etica e non col San Paolo-Banco di Napoli. Ciò perché il gruppo San Paolo è tra i più grandi finanziatori del mercato delle armi”.
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