Teatro e arte per contrastare il disagio minorile

Teatro e arte come strumento di integrazione sociale. Se ne discute a Giurisprudenza. “L’arte figurativa come strategia di contrasto al disagio minorile” è il tema che si toccherà nell’incontro del 23 novembre (su piattaforma Teams) per sensibilizzare il territorio e non solo. “L’idea nasce per dare la possibilità ai minori sottoposti a pena detentiva di sperimentare occasioni di integrazione sociale che consentano una loro formazione culturale – spiega la prof.ssa Clelia Iasevoli, docente di Procedura Penale e di Legislazione penale minorile, promotrice dell’iniziativa – Spesso si compiono scelte sbagliate per mancanza di risorse economiche, sociali e culturali. Scelte che possono riversarsi in percorsi di devianza”. Nonostante la carenza di un diritto alla cultura, “intesa come conoscenza generale che consente l’arricchimento della personalità in fieri del minore, questi hanno il diritto ad una formazione che avviene attraverso strumenti alternativi quali la musica, l’arte, il teatro, che allontanano il minore dal vissuto di abbandono”. Le finalità educative sono individuate nella riforma del 2018 (D. Lgs. n.121) “che riconosce il diritto all’educazione, al pieno sviluppo psico-fisico del minore, alla preparazione alla vita libera, e all’inclusione sociale mediante il ricorso a percorsi di istruzione e formazione professionale. Il traguardo è dunque quello della flessibilità della pena, del superamento dei pregiudizi che possono sorgere, dell’integrazione del minore che si riappacifichi con la comunità”. E quale strategia migliore se non avvicinare i ragazzi ad una passione? “Con la musica il minore instaura un rapporto personale con lo strumento e sperimenta qualcosa di diverso dal proprio vissuto personale. Con il teatro, invece, diventa protagonista, racconta la sua storia e rivive quella del passato attraverso i libri”. Con l’Arte “si racconta il disagio sociale con un percorso di immagini. Il minore si libera dal disagio per realizzare un sogno. Chi è in carcere ha diritto all’affettività, l’amore per qualcosa lo proietta verso una speranza. I ragazzi possono sentire di aver contribuito attraverso dinamiche sociali, allo sviluppo della società stessa che, finalmente, li accoglie”. Nel primo incontro (il 16 novembre) sul teatro sono intervenuti: “Magistrati, avvocati penalisti, deputati ed attori, allo scopo di ragionare sulla legge del 2018 e iniziare un percorso di attivazione presso diverse strutture. Abbiamo bisogno di un dibattito politico con investimenti finanziari che sovvenzionino strutture atte ad aiutare i ragazzi a prepararsi alla vita libera”. Un traguardo è stato già raggiunto: “c’è l’impegno dei maestri del Conservatorio di San Pietro a Majella di insegnare ai minori stranieri l’uso degli strumenti. Questo è solo uno degli obiettivi previsti”. Per dare concretezza agli intenti c’è solo un modo: “Ottenere un impegno concreto dal Parlamento per sovvenzionare le tante attività”. In divenire, affinché non restino solo belle parole: “un laboratorio teatrale che dovrà nascere accanto ad un laboratorio di pittura. Non smetteremo di gridare che non si è fatto abbastanza”. Chi fosse interessato all’appuntamento del 23 novembre può inviare una mail a linkteatroarte@gmail.com per ricevere il link della piattaforma Zoom a cui collegarsi per assistere all’evento.
Esercitazioni di Diritto Processuale Penale
Prosegue intanto l’attività didattica. Gli esami di dicembre sono alle porte e la prof.ssa Iasevoli per agevolare il percorso degli studenti ha istituito un calendario di Esercitazioni di Diritto Processuale Penale. Iniziati ad ottobre, questi seminari aiutano a ripetere il programma, in attesa dell’inizio dei corsi istituzionali previsti a marzo. “Per sopperire all’assenza delle lezioni durante il primo semestre – spiega la prof.ssa Iasevoli – ho pensato di programmare, con l’aiuto dei miei collaboratori, una serie di incontri per non lasciare da soli gli studenti. Con l’emergenza sanitaria si vivono diversi disagi, offrire un supporto, anche se on-line, mi è sembrato doveroso”. Le tematiche affrontate “riguardano gli argomenti rispetto ai quali, soprattutto in sede d’esame, riscontriamo lacune. Temi definiti ostici dai ragazzi. Grazie agli incontri, si possono chiarire dubbi e ci si può soffermare su qualcosa che non si conosce ancora bene”. La frequenza (su piattaforma Teams) è sostenuta: “Ci sono molti ragazzi che ritengono questo strumento utile e partecipano alle esercitazioni. A novembre ed ottobre non ci sono prove, a settembre pochi sostengono gli esami, si punta tutto su dicembre. Questa è una sessione importante, se si salta l’appello o l’esame non dovesse andare bene, si perdono 6 mesi. Per questo ho ritenuto opportuno dare un aiuto a chi è da solo a casa e sta studiando”. Gli ultimi tre appuntamenti previsti: lunedì 23 novembre ‘Le misure cautelari’; martedì 1° dicembre ‘Il dibattimento’; lunedì 7 dicembre ‘Il sistema delle impugnazioni’.
Susy Lubrano

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