Un plauso. La capacità di far fronte all’imponderabile, di riorganizzare in pochissimo tempo apparati complessi, in una parola la resilienza, mostrata in questi giorni difficili dalle nostre università è encomiabile. Come pure il richiamo, espresso da tutti i rettori, al senso di comunità. Tutti i numeri uno degli Atenei napoletani hanno scritto lettere aperte agli studenti, al personale tecnico amministrativo, ai docenti. ‘Cari, carissimi…’ l’incipit dei testi pubblicati sui siti web istituzionali, un modo per far sentire la propria vicinanza a tutte le componenti accademiche nel momento del bisogno. “Le attività dell’Ateneo sono messe a dura prova dalle misure eccezionali che il Governo ha responsabilmente adottato. La stessa responsabilità è richiesta a noi tutti perché la vita universitaria continui e, in particolare, sia garantito il processo di formazione dei giovani che hanno scelto con fiducia la Federico II”, afferma il Rettore Arturo De Vivo. Parla di prova “ardua e inattesa, ma il lavoro comune che è stato svolto e continua a svolgersi, la sperimentazione che docenti, personale tecnico-amministrativo e studenti stanno effettuando da alcuni giorni, ci mettono in condizione di accettare la sfida di utilizzare le tecnologie digitali per l’erogazione a distanza dell’attività didattica e per lo svolgimento a distanza delle sedute d’esame, di laurea e del ricevimento degli studenti”. Non nasconde “che, in un impegno così straordinario per i numeri degli attori in campo, ci saranno, soprattutto nella fase iniziale, difficoltà e problemi che cercheremo tutti insieme per quanto possibile di risolvere”. E chiosa facendo leva sul senso di appartenenza, una “garanzia che anche la crisi attuale si potrà superare e l’ausilio delle tecnologie digitali ci consentirà, pur in un momento difficile, di riannodare i fili della rete federiciana dei saperi”. Ogni vostra esigenza avrà risposte, nei tempi più rapidi possibili, e niente sarà tralasciato: la rassicurazione ai suoi studenti del Rettore della Vanvitelli Giuseppe Paolisso. Poi l’invito a vivere questo momento di difficoltà “restando a casa a studiare, seguendo con puntualità le lezioni per via telematica, partecipando serenamente alle sedute di esame di profitto e di laurea anche se saranno svolte con diverse modalità, con l’opportunità di avere più tempo a disposizione e una maggiore possibilità di concentrazione”. E un appuntamento: “vi aspettiamo quanto prima nelle aule”. “Dobbiamo avere pazienza e grande fiducia nelle istituzioni e nella nostra Sanità pubblica (da docente di Medicina, n.d.r.) che sta mostrando al mondo intero la parte migliore di sé”. Trasformare tutte le attività in presenza in remoto “non è una cosa che si può fare dalla sera alla mattina”, dice ad Ateneapoli. Però nessuno sarà abbandonato: “I ragazzi non perderanno nulla”. Priorità a chi si deve laureare, con “sedute di esame on-line per quegli studenti ai quali mancano non più di due prove per concludere il percorso”. Per gli Erasmus “in Spagna sono qualche centinaio, stiamo studiando soluzioni per dare loro supporto tecnico e, qualora ce ne fosse la necessità, anche economico”. Anche per loro sedute di esami che “potranno sostenere anche all’estero, ovunque si trovino”. In preparazione un provvedimento: “una sorta di omnibus con cui possiamo spostare tutto quello che è possibile a scadenza 30 aprile”. Ai laureati in remoto, un biglietto di auguri virtuale: “il gran giorno della vostra laurea è arrivato, ed è arrivato nel momento storico più complesso che abbiamo mai vissuto. So bene che lo avete immaginato tante volte e di certo non così, con una discussione della tesi attraverso uno schermo, senza festeggiamenti, senza amici intorno. Di questo mi rammarico anche io, ed è proprio questo dispiacere che mi ha spinto oggi a scrivervi un piccolo messaggio per farvi innanzitutto i miei auguri e i miei complimenti personali per questo importantissimo traguardo raggiunto che sarà per voi tutti il punto di partenza per una proficua carriera”. I festeggiamenti, però, “arriveranno comunque, quando ci sarà la possibilità”. Un pensiero agli studenti del primo anno dalla Rettrice de L’Orientale Elda Morlicchio: “Capiamo bene il vostro disagio e il vostro sconcerto, che sicuramente cresce per i giovani immatricolati al primo anno, ancora poco avvezzi ai tempi e ai modi della vita universitaria. Stiamo però lavorando soprattutto per voi e per assicurarvi in ogni caso il proseguimento delle carriere”. Priorità alla risoluzione dei problemi legati agli esami di profitto, soprattutto per “coloro che devono laurearsi entro aprile”. Soddisfatto del feedback positivo il Rettore della Parthenope Alberto Carotenuto: “Malgrado alcuni problemi connessi alle dotazioni strumentali degli studenti, le informazioni relative all’organizzazione della didattica on-line di Ateneo sembrano più che confortanti”. Per gli studenti che hanno avuto problemi di collegamento ricorda che in ogni caso sono disponibili tutte le registrazioni delle lezioni sulla piattaforma e-learning di Ateneo. Un ringraziamento – a tutti i docenti, al Prorettore Luigi Romano e ai tecnici di Ateneo “che hanno permesso di poter dare una risposta soddisfacente ai nostri studenti in questo momento difficile” – e l’augurio di “buon lavoro a tutti”. “La vostra università vi è vicina e non consentirà che voi riceviate danni nella carriera. Con la solidarietà e la cooperazione di tutti supereremo questo momento difficile”, scrive il Rettore del Suor Orsola Lucio d’Alessandro, il quale ha pubblicato anche un video di saluto alla comunità accademica sul portale di Ateneo. Poi ringrazia “un magnifico gruppo di docenti, amministrativi e studenti che ha lavorato giorno e notte da remoto per realizzare in pochissimi giorni un importante piano di intervento a sostegno delle nuove esigenze didattiche dell’Università. Un obiettivo realizzato sfruttando anche il prezioso know-how del Centro di Lifelong Learning che da anni ha sviluppato ormai moderni sistemi digitali di integrazione della didattica senza però mai trascurare la priorità dell’insegnamento ‘in presenza’ che è la vera ricchezza della formazione dei giovani, che speriamo di rincontrare presto nelle nostre aule universitarie”.
Tecnologie digitali e senso di comunità per vincere una difficile sfida

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