Fisica è un Corso di Laurea scientifico, basato sul metodo. Insegna ad analizzare problemi complessi, dalla progettazione di impianti e laboratori alla trasformazione e produzione di materiali, dallo sviluppo delle nanotecnologie alla misura dell’inquinamento, dalla rilevazione di polveri sottili alla gestione di sostanze radioattive, dalla radioterapia alla diagnostica per immagini. In azienda accanto al cosiddetto ‘problem solving’, un fisico è in grado di svolgere il ‘problem setting’, cioè la formalizzazione di un problema in condizioni di interazioni a molti corpi, indispensabile in epoca di globalizzazione. Eppure, nonostante tutte queste qualità e tempi di attesa per l’ingresso nel mondo del lavoro decisamente brevi, i fisici sono penalizzati da un fattore imprescindibile in un mondo che sebbene divenuto ‘società della conoscenza’ resta ancora una società ‘delle professioni’: la mancanza di un Ordine professionale. “La convinzione più diffusa tra i datori di lavoro è che i fisici siano scienziati e nessuno assume uno scienziato, ma tra le circa mille persone che ogni anno si laureano in Fisica in Italia, solo cinquanta diventano ricercatori. Tutti gli altri sbattono solo per far capire cosa sanno fare. L’albo rappresenterebbe un modo per chiarire ad imprenditori, politici e avvocati, le competenze di un fisico”, afferma il prof. Giancarlo Gialanella. I laureati in Fisica, per esempio, non possono essere iscritti negli elenchi del Ministero dell’Interno, per il rilascio della certificazione di prevenzione degli incendi, riservata ad architetti, chimici, ingegneri, geometri e periti industriali. Sorgono grandi difficoltà quando vengono consultati per le pratiche di finanziamento, oppure quando vengono ascoltati in qualità di esperti per consulenze tecniche, che sempre più riguardano apparecchiature ad alta tecnologia. Oltre a rendere complicata la vita da libero professionista, l’assenza del riconoscimento porta a conseguenze paradossali. Nel ’95, il TAR del Lazio ha escluso a priori i fisici da incarichi che riguardassero il collaudo e la sicurezza degli impianti, nonostante le leggi lo consentano, perché privi di un albo professionale. Un’altra assurdità: l’elenco da compilare per la dichiarazione dei redditi, non prevede la professione del fisico, ma comprende maghi, cartomanti, pranoterapeuti e gestori di lampade votive, senza contare che uno dei commi della legge Finanziaria di quest’anno, comprende un emendamento che istituisce la professione del pranoterapeuta, che i medici non hanno mai riconosciuto. Il processo ha subito un’accelerazione negli ultimi anni, ma la prima proposta di legge risale al ’90. L’iniziativa si è poi arenata, in parte anche per resistenze interne. Sono radicate tra i fisici la convinzione che la formazione non debba essere professionale ma metodologica e la discriminazione tra l’ambito teorico e quello sperimentale. Solo negli ultimi dieci anni, complice anche la riforma universitaria, ha cominciato a farsi strada un’idea diversa del ruolo del fisico, che smantella l’idea dei due livelli. Un referendum esplorativo svolto nel 2006 tra liberi professionisti, insegnanti e il personale di cinque università – Napoli, Genova, Bologna, Ancona e Pisa – e diversi istituti di ricerca, ha rivelato che una percentuale di fisici compresa fra il 73 e il 90% vuole l’Ordine professionale. Unica eccezione, i giovani apprendisti ricercatori. “Si tratta di qualche decina di persone, che secondo me non hanno capito bene di che si tratta e che inoltre, sebbene precari, sono riusciti ad inserirsi nel mondo della ricerca”. Dopo aver raccolto il materiale e i pareri necessari, è cominciato il giro di consulenze con il mondo politico. “Tutti mi hanno consigliato di lasciar perdere l’idea dell’Ordine e di puntare sull’Associazione, perché è un soggetto privato e i tempi sono certi”. L’idea piace e, sul modello di altre associazioni professionali, sembra una soluzione efficace per poter svolgere la professione di certificatore energetico, uno dei mestieri del futuro. Lo scopo è quello di dar luogo ad un soggetto unico articolato in tre settori: industriale, geofisico e sanitario. Sono già pronte le bozze dello statuto e del regolamento ed è nato un comitato promotore. L’assemblea costituente dovrebbe svolgersi a Roma a fine novembre. L’idea di fondare l’ordine professionale, sembra essere stata completamente abbandonata. “No, sarà la Società Italiana di Fisica ad occuparsene, ma la strada è certamente molto più lunga bisognerà aspettare ancora cinque, o dieci anni”, conclude il prof. Gialanella.
Simona Pasquale
Simona Pasquale