Tempo d’esami e di tensioni

Tempo di esami ad Ingegneria. Attraversando i corridoi e le aule studio della Facoltà, la concentrazione e la tensione si avvertono a pelle. Anche all’ora di pranzo, mentre si mangia, si continua a studiare. Si riesce a parlare solo con chi, sporadicamente, si concede una pausa per un caffé o una sigaretta, o con chi ha terminato gli esami, come Antonino Regnoli. Si laureerà alla triennale in Ingegneria Informatica a marzo – “vengo dall’ITIS e ho voluto approfondire la preparazione da perito informatico”-. È in regola con i tempi ma non nasconde che ci sono stati problemi con l’organizzazione del calendario d’esame: “capita spesso che le date si accavallino, ma credo che con il nuovo Ordinamento le cose siano state un po’ modificate”. Parla degli esami più difficili dell’intera carriera universitaria: “Teoria dei segnali e Metodi Matematici. Io li ho superati abbastanza in fretta, però conosco persone che ci stanno sbattendo la testa da tempo. Dicono che lo scritto diventa sempre più difficile”. Non sa ancora se proseguire gli studi: “invece di pagare ulteriori tasse e fare le corse questo semestre, ho preferito rimandare a settembre l’eventuale iscrizione alla laurea magistrale e vedere se nel frattempo trovo un lavoro”. 
Gli esami più 
impegnativi
Simona Palumbo studia alla Specialistica di Ingegneria Gestionale: “ho voluto proseguire per avere un titolo da ingegnere completo che garantisse un futuro più sicuro”. L’esame più impegnativo di tutti: Scienza delle Costruzioni, “ci vuole predisposizione perché devi sviluppare una certa forma mentis, soprattutto gli esercizi sono complessi”. Alla Specialistica “l’esame che ti mette davanti a concetti particolari è Identificazione dei Modelli e Controllo Ottimo”. A Gestionale “quando vai fuori corso puoi sostenere esami tutti i mesi e quindi riesci a recuperare senza troppe difficoltà e non accumuli ulteriori ritardi”. Quando le viene chiesto un suggerimento, non ha dubbi: “tornare al Vecchio Ordinamento. Prima di tutto il discorso dei crediti è un po’ confuso. Poi alla Specialistica mi trovo a sostenere degli esami complementari a quelli del triennio. È difficile, ad esempio, riprendere a distanza di quattro anni alcuni argomenti di Analisi. Magari affrontare un esame di Analisi completo, anche se più pesante, consente una formazione compiuta in una volta sola”. Le da ragione  Salvatore Crispino, secondo anno di Ingegneria Edile Architettura, corso di laurea magistrale a ciclo unico ed a numero chiuso. “Da noi i corsi sono annuali. Questo è sicuramente un vantaggio in termini di assimilazione – non devi correre, diventi più padrone della materia-. Però devi lavorare tutti i giorni; se hai perseveranza riesci a sostenere i primi esami senza problemi”. Ultimi esami per Diego Memoli, studente alla triennale di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio: “prima ero iscritto al corso di Telecomunicazioni ma frequentando ho scoperto di essere più vicino ai temi dell’ambiente. Ora sono contento, ma non so se proseguirò gli studi e, francamente, se continuassi non vorrei restare qui”. Gli esami più impegnativi: “i due esami di Scienze delle Costruzioni, Idraulica e Ingegneria Chimica e Ambientale. Sono esami complessi con docenti impegnativi da affrontare”. Ha sofferto un po’ dell’organizzazione non ottimale delle date d’esame: “se si accavallano negli stessi giorni, la vita diventa difficile”. “Da noi il primo anno è troppo duro. Ci sono dieci esami e quasi tutti impegnativi. Io non ce l’ho fatta a restare in regola e mi sono iscritto due volte al primo anno. Forse sarebbe stato preferibile sostenere meno esami e un po’ più corposi”, racconta Nicola Petrella, laureando in Ingegneria Gestionale dei Progetti e delle Infrastrutture, Corso senza Specialistica (“all’inizio non lo sapevo, ma credo che dopo prenderò il ramo Idraulica della Specialistica in Ingegneria Civile”). 
La tesi triennale, se 
si prosegue, è una 
perdita di tempo
Il suo collega, Andrea Rigo, si è già laureato allo stesso Corso ed ora frequenta la Specialistica dell’indirizzo civile: “dopo mi piacerebbe anche una laurea in Architettura, se il tempo e il mondo del lavoro lo permetteranno”. Si lamenta dell’organizzazione del calendario d’esame: “ci sono 4 o 5 esami da sostenere in due mesi; due settimane ad esame, impossibile! Se ci riesci, tempo una settimana e dimentichi quello che hai studiato”. Ha un suggerimento: “la tesi triennale, se si continua a studiare, è una perdita di tempo”. Prima di entrare a sostenere lo scritto di Fisica, un gruppo di studenti di Ingegneria Aerospaziale si ferma solo un istante per spiegare il motivo per cui sono così tesi e stanchi. “Dall’anno scorso l’impostazione di alcuni esami è cambiata. Fisica per esempio non è più diviso in due moduli, è diventato un unico esame di Fisica Generale che si sostiene in due momenti diversi. Se prima ogni prova aveva i suoi crediti, ora dovremo aspettare giugno per avere il voto finale. È così anche per Analisi Matematica e Geometria e Disegno che sono stati accorpati”. Le vere difficoltà però non sono nemmeno queste ma “i professori pazzi e qui ce ne sono tanti”. Impossibile chiedere chi sono, sta già cominciando l’appello.
    Simona Pasquale 
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