“Come già saprete, il Presidente della Repubblica ha nominato Commendatore il prof. Marco Pagano per meriti scientifici. Credo che questo riconoscimento faccia piacere a tutti quanti noi” dice il Preside Achille Basile, dando inizio al Consiglio di Facoltà del 5 marzo. All’ordine del giorno della seduta solo questioni organizzative. “Marzo e luglio sono i mesi in cui la Presidenza lavora per far quadrare il puzzle delle sedute di laurea. Vorrei chiedervi di rispettare le indicazioni che vengono dai nostri uffici. Sostituire chi non può partecipare è semplice solo nel caso in cui il docente stesso indichi un collega che possa surrogarlo”, l’invito del Preside. I laureati triennali, magistrali e vecchio ordinamento, sono sempre stati mescolati fra loro: a partire dalle sedute di marzo, i candidati verranno divisi in gruppi, stabiliti in base alla corrispondenza del titolo (per esempio lauree magistrali e vecchio ordinamento) e convocati in orari diversi. Le commissioni potranno decidere se tenere le proclamazioni in momenti diversi o meno.
Il tema, costantemente al centro della vita della Facoltà, è l’organizzazione didattica. “Alcuni docenti hanno richiesto nuove afferenze ai Corsi di Laurea. Vorrei sollecitare le strutture didattiche interessate, i Dipartimenti in modo particolare, a deliberare, altrimenti le richieste resteranno sempre lettera morta” dice il prof. Basile. “L’incredibile flessibilità con cui si stabiliscono le afferenze per Dottorati, Master e SICSI, mortificano i corsi ordinari. C’è bisogno di un quadro completo di tutte le afferenze extra curriculari dei docenti, ma soprattutto dei ricercatori, perché altrimenti si verifica una penuria di personale per lezioni e ricevimento studenti che da noi si è ridotto a sole due ore alla settimana” interviene il prof. Francesco La Saponara, direttore del Dipartimento di Economia. “Per questo si richiedono i nullaosta alla Facoltà. Inoltre, il numero delle supplenze permesse è già fissato dal regolamento di Ateneo”, obietta il Preside. “La questione riguarda l’attività didattica di tutta la facoltà” sostiene il prof. Francesco Balletta. A questo punto il Preside avanza la sua proposta. “Formiamo una commissione composta da due o tre persone, presieduta dal prof. Balletta, con lo scopo di redigere un elenco di tutte le supplenze che si svolgono all’esterno della Facoltà, compresi Master e SICSI. Ci permetterà di stabilire, di volta in volta, se è il caso o meno di concedere il nullaosta. Valutiamo bene le conseguenze che ci saranno, cioè possibili paralisi delle attività”. “Qui ci sono docenti che non fanno il loro dovere”, sostiene il prof. Alfredo Del Monte. “Ricordo che un professore come Amodeo, che insegnava qui nel ’68, teneva lezione tutti i giorni alle otto, nonostante fosse un libero professionista. Questa facoltà ha una tradizione importante nella didattica” afferma la prof.ssa Anna dell’Orefice. “La mia era una provocazione. Per esercitare un certo controllo basta un foglio excel” interviene il Preside.
“Tra i docenti, in termini di peso degli incarichi didattici e di numero di tesi prodotte nell’arco di un anno, c’è una disparità spaventosa. È un problema molto grave e non è giusto perché lo stipendio è lo stesso per tutti” afferma il prof. Ennio Ecchia, direttore del Dipartimento di Economia Aziendale, facendo espliciti riferimenti al bilancio di Facoltà. “Credo di immaginare che tu abbia in mente una struttura in particolare” scherza il Preside che conserva una amara ironia anche quando affronta questioni molto serie. “I dipartimenti sui quali grava la maggior parte degli studenti assorbono, quasi per intero, le risorse del riequilibrio. Non si percepisce perché, con le scarse risorse delle quali disponiamo, occorreranno 65 anni prima che si riesca ad avvertire il riequilibrio. Il problema è complesso e investe vari aspetti”. Il professore non si ferma qui e continua: “sulla carta, abbiamo assegnato alla laurea triennale 5 crediti e, invece, diamo a questo lavoro l’impostazione nella quale siamo stati allevati. Cioè, che è una tesi di laurea e richiede lavoro, obbligando gli studenti a studiare argomenti nuovi o ad aspettare talvolta anche un anno. Se i docenti delle materie aziendali vanno in sofferenza a causa delle tesi di laurea, dipende in gran parte da questo. Possiamo ridistribuire il lavoro, stabilendo che quando un docente ha raggiunto il carico massimo di lavoro, si passa ad un altro collega”.
Simona Pasquale
Il tema, costantemente al centro della vita della Facoltà, è l’organizzazione didattica. “Alcuni docenti hanno richiesto nuove afferenze ai Corsi di Laurea. Vorrei sollecitare le strutture didattiche interessate, i Dipartimenti in modo particolare, a deliberare, altrimenti le richieste resteranno sempre lettera morta” dice il prof. Basile. “L’incredibile flessibilità con cui si stabiliscono le afferenze per Dottorati, Master e SICSI, mortificano i corsi ordinari. C’è bisogno di un quadro completo di tutte le afferenze extra curriculari dei docenti, ma soprattutto dei ricercatori, perché altrimenti si verifica una penuria di personale per lezioni e ricevimento studenti che da noi si è ridotto a sole due ore alla settimana” interviene il prof. Francesco La Saponara, direttore del Dipartimento di Economia. “Per questo si richiedono i nullaosta alla Facoltà. Inoltre, il numero delle supplenze permesse è già fissato dal regolamento di Ateneo”, obietta il Preside. “La questione riguarda l’attività didattica di tutta la facoltà” sostiene il prof. Francesco Balletta. A questo punto il Preside avanza la sua proposta. “Formiamo una commissione composta da due o tre persone, presieduta dal prof. Balletta, con lo scopo di redigere un elenco di tutte le supplenze che si svolgono all’esterno della Facoltà, compresi Master e SICSI. Ci permetterà di stabilire, di volta in volta, se è il caso o meno di concedere il nullaosta. Valutiamo bene le conseguenze che ci saranno, cioè possibili paralisi delle attività”. “Qui ci sono docenti che non fanno il loro dovere”, sostiene il prof. Alfredo Del Monte. “Ricordo che un professore come Amodeo, che insegnava qui nel ’68, teneva lezione tutti i giorni alle otto, nonostante fosse un libero professionista. Questa facoltà ha una tradizione importante nella didattica” afferma la prof.ssa Anna dell’Orefice. “La mia era una provocazione. Per esercitare un certo controllo basta un foglio excel” interviene il Preside.
“Tra i docenti, in termini di peso degli incarichi didattici e di numero di tesi prodotte nell’arco di un anno, c’è una disparità spaventosa. È un problema molto grave e non è giusto perché lo stipendio è lo stesso per tutti” afferma il prof. Ennio Ecchia, direttore del Dipartimento di Economia Aziendale, facendo espliciti riferimenti al bilancio di Facoltà. “Credo di immaginare che tu abbia in mente una struttura in particolare” scherza il Preside che conserva una amara ironia anche quando affronta questioni molto serie. “I dipartimenti sui quali grava la maggior parte degli studenti assorbono, quasi per intero, le risorse del riequilibrio. Non si percepisce perché, con le scarse risorse delle quali disponiamo, occorreranno 65 anni prima che si riesca ad avvertire il riequilibrio. Il problema è complesso e investe vari aspetti”. Il professore non si ferma qui e continua: “sulla carta, abbiamo assegnato alla laurea triennale 5 crediti e, invece, diamo a questo lavoro l’impostazione nella quale siamo stati allevati. Cioè, che è una tesi di laurea e richiede lavoro, obbligando gli studenti a studiare argomenti nuovi o ad aspettare talvolta anche un anno. Se i docenti delle materie aziendali vanno in sofferenza a causa delle tesi di laurea, dipende in gran parte da questo. Possiamo ridistribuire il lavoro, stabilendo che quando un docente ha raggiunto il carico massimo di lavoro, si passa ad un altro collega”.
Simona Pasquale