Cultura e Amministrazione dei Beni Culturali: un Corso di Laurea nel quale forse più che in altri si incontrano nuovo e antico, sacro e profano – non solo nella convivenza tra arte antica e moderna ma soprattutto nella complementarità tra l’aspetto storico-letterario e quello organizzativo-imprenditoriale. Così anche tra i suoi studenti c’è chi ha scelto un percorso indirizzato verso la critica d’arte, chi verso la musicologia, chi si avvicina alle istituzioni museali ma anche chi cerca di approfondire i rapporti tra i musei e le imprese promotrici di eventi culturali. Diramazioni che trovano un punto sia d’arrivo – per il percorso universitario compiuto – che, soprattutto, di partenza – per il percorso lavorativo futuro -, nella tesi che conclude il ciclo di studi triennale. “I nostri primi laureati sono stati rappresentativi di esperienze diverse, raccogliendo sia le difficoltà della sperimentazione che i vantaggi della novità; molte sono state vere e proprie tesi di ricerca”, assicura la dott.ssa Francesca Cantone, tutor del Corso di laurea presieduto dalla prof.ssa Giovanna Greco. Tant’è vero che il Corso di laurea espone sul proprio portale web una breve rassegna delle tesi più esemplificative, che si spera possa essere ampliata nel tempo.
Tra i primi percorsi scaturiti da questo Corso di Laurea, in ordine anche cronologico, c’è ad esempio quello di Stefano Innamorati, che è riuscito a legare coerentemente la propria formazione musicale al Conservatorio, dove si è diplomato in pianoforte e clavicembalo, con lo studio dei beni culturali, laureandosi nel 2004 con una tesi appunto in Storia della musica. Ma è soprattutto il Centro per la cultura musicale dell’Ateneo, con cui collabora a partire dalle prime esperienze di laureando nel 2003, che gli ha permesso di utilizzare contemporaneamente le sue due diverse anime di musicista e critico/curatore di eventi musicali. Il Centro promuove infatti ogni anno gli ormai noti “Concerti dell’Università”, appuntamenti di musica classica di alto livello; e per i giovani laureandi e laureati aspiranti critici musicali è un’ottima occasione poter collaborare alla stesura dei libretti dei concerti. Un compito che a Stefano è stato affidato in maniera stabile dal 2005, come coordinatore redazionale. Alessandra Troncone, invece, laureatasi nel 2005, per continuare con la Specialistica in Storia dell’arte ha dovuto spostarsi a Roma, come del resto molti suoi colleghi, tra i primi iscritti al Corso di laurea nato nel 2001. Per la tesi che ha concluso il suo percorso triennale si è focalizzata sul lavoro di alcuni giovani artisti napoletani, accomunati dall’utilizzo di un preciso genere figurativo: il ritratto, forma denotativa per eccellenza della tradizione pittorica, che ognuno di questi artisti ha però reinterpretato in maniera del tutto personale. E’ appunto “Il volto contemporaneo”, titolo sotto il quale Alessandra ha messo a confronto modalità espressive anche molto diverse – “non solo il ritorno al figurativo pittorico, ma anche la computer art –spiega- sperimentando anche il piacere di scovare personalmente gli artisti sia nelle mostre che nei loro stessi atelier”. Attualmente Alessandra è borsista per il secondo anno al Museo-laboratorio della Sapienza, progetto istituzionale all’avanguardia che permette ai giovani curatori in erba di sperimentare da vicino l’allestimento e la promozione di eventi di arte contemporanea; mentre ha già cominciato a scrivere per conto suo in cataloghi di piccole mostre e collabora con Exibart recensendo mostre a Napoli e Roma. Recentemente è stata tra i venti selezionati del concorso per giovani critici indetto dal Castello di Rivoli.
Ma se la peculiarità di Beni Culturali è appunto la sintesi innovativa tra cultura e marketing, arte e organizzazione manageriale, l’esperienza di Marianna Valle è esemplificativa di questa convivenza, già dal titolo della tesi: “Un’esperienza di marketing culturale di successo: la mostra di Caravaggio L’Ultimo tempo 1606-1610”. Tesi che, come è avvenuto per molti casi analoghi nello stesso Corso di Laurea, è scaturita direttamente dall’esperienza di stage, in questo caso nell’ufficio di “Progetto Museo” a Capodimonte. Proprio nel periodo dello stage infatti Marianna ha avuto l’occasione di osservare lo svolgimento della mostra e il suo impatto sul pubblico e sul territorio, verificando da vicino l’affluenza ad uno degli allestimenti di maggiore successo tenutosi a Napoli negli ultimi anni. Da qui la decisione di analizzare le strategie messe in atto nel progettare la mostra. “Il mio lavoro è stato incentrato soprattutto sugli strumenti di marketing adoperati che hanno certamente contribuito ad attirare un gran flusso di visitatori – spiega Marianna- ma anche sull’impatto che tale evento ha avuto sulla città e sul territorio ad essa circostante”.
Ci si inoltra ancora di più nel territorio del marketing con la tesi di Azzurra Lama, una delle ultime laureate della sessione di luglio 2007, che analizza direttamente il rapporto di “Partnership tra imprese nel campo della cultural promotion: l’esperienza Vodafone e Civita”. Un sodalizio tra settori diversi e da sempre diametralmente opposti che però, sostiene, si rivela vantaggioso per entrambi: perché se da una parte alcune grosse imprese si mostrano desiderose di evitare un eccessivo pragmatismo, non concentrandosi più soltanto sui profitti di breve periodo, il settore no-profit e le associazioni culturali ricorrono al sostegno di privati laddove non basta più o non arriva del tutto il sostegno statale. Così si arriva alla “necessità di superare la dicotomia tra economia e cultura” spiega Azzurra; “i clienti si dimostrano più ricettivi nei confronti di imprese che investono in cultura ed eventi sociali. Una politica che va sotto l’etichetta di “Social Marketing”, e vuole tradursi non solo in benefici economici per l’azienda ma anche in un apporto positivo alla società”.
Viola Sarnelli
Tra i primi percorsi scaturiti da questo Corso di Laurea, in ordine anche cronologico, c’è ad esempio quello di Stefano Innamorati, che è riuscito a legare coerentemente la propria formazione musicale al Conservatorio, dove si è diplomato in pianoforte e clavicembalo, con lo studio dei beni culturali, laureandosi nel 2004 con una tesi appunto in Storia della musica. Ma è soprattutto il Centro per la cultura musicale dell’Ateneo, con cui collabora a partire dalle prime esperienze di laureando nel 2003, che gli ha permesso di utilizzare contemporaneamente le sue due diverse anime di musicista e critico/curatore di eventi musicali. Il Centro promuove infatti ogni anno gli ormai noti “Concerti dell’Università”, appuntamenti di musica classica di alto livello; e per i giovani laureandi e laureati aspiranti critici musicali è un’ottima occasione poter collaborare alla stesura dei libretti dei concerti. Un compito che a Stefano è stato affidato in maniera stabile dal 2005, come coordinatore redazionale. Alessandra Troncone, invece, laureatasi nel 2005, per continuare con la Specialistica in Storia dell’arte ha dovuto spostarsi a Roma, come del resto molti suoi colleghi, tra i primi iscritti al Corso di laurea nato nel 2001. Per la tesi che ha concluso il suo percorso triennale si è focalizzata sul lavoro di alcuni giovani artisti napoletani, accomunati dall’utilizzo di un preciso genere figurativo: il ritratto, forma denotativa per eccellenza della tradizione pittorica, che ognuno di questi artisti ha però reinterpretato in maniera del tutto personale. E’ appunto “Il volto contemporaneo”, titolo sotto il quale Alessandra ha messo a confronto modalità espressive anche molto diverse – “non solo il ritorno al figurativo pittorico, ma anche la computer art –spiega- sperimentando anche il piacere di scovare personalmente gli artisti sia nelle mostre che nei loro stessi atelier”. Attualmente Alessandra è borsista per il secondo anno al Museo-laboratorio della Sapienza, progetto istituzionale all’avanguardia che permette ai giovani curatori in erba di sperimentare da vicino l’allestimento e la promozione di eventi di arte contemporanea; mentre ha già cominciato a scrivere per conto suo in cataloghi di piccole mostre e collabora con Exibart recensendo mostre a Napoli e Roma. Recentemente è stata tra i venti selezionati del concorso per giovani critici indetto dal Castello di Rivoli.
Ma se la peculiarità di Beni Culturali è appunto la sintesi innovativa tra cultura e marketing, arte e organizzazione manageriale, l’esperienza di Marianna Valle è esemplificativa di questa convivenza, già dal titolo della tesi: “Un’esperienza di marketing culturale di successo: la mostra di Caravaggio L’Ultimo tempo 1606-1610”. Tesi che, come è avvenuto per molti casi analoghi nello stesso Corso di Laurea, è scaturita direttamente dall’esperienza di stage, in questo caso nell’ufficio di “Progetto Museo” a Capodimonte. Proprio nel periodo dello stage infatti Marianna ha avuto l’occasione di osservare lo svolgimento della mostra e il suo impatto sul pubblico e sul territorio, verificando da vicino l’affluenza ad uno degli allestimenti di maggiore successo tenutosi a Napoli negli ultimi anni. Da qui la decisione di analizzare le strategie messe in atto nel progettare la mostra. “Il mio lavoro è stato incentrato soprattutto sugli strumenti di marketing adoperati che hanno certamente contribuito ad attirare un gran flusso di visitatori – spiega Marianna- ma anche sull’impatto che tale evento ha avuto sulla città e sul territorio ad essa circostante”.
Ci si inoltra ancora di più nel territorio del marketing con la tesi di Azzurra Lama, una delle ultime laureate della sessione di luglio 2007, che analizza direttamente il rapporto di “Partnership tra imprese nel campo della cultural promotion: l’esperienza Vodafone e Civita”. Un sodalizio tra settori diversi e da sempre diametralmente opposti che però, sostiene, si rivela vantaggioso per entrambi: perché se da una parte alcune grosse imprese si mostrano desiderose di evitare un eccessivo pragmatismo, non concentrandosi più soltanto sui profitti di breve periodo, il settore no-profit e le associazioni culturali ricorrono al sostegno di privati laddove non basta più o non arriva del tutto il sostegno statale. Così si arriva alla “necessità di superare la dicotomia tra economia e cultura” spiega Azzurra; “i clienti si dimostrano più ricettivi nei confronti di imprese che investono in cultura ed eventi sociali. Una politica che va sotto l’etichetta di “Social Marketing”, e vuole tradursi non solo in benefici economici per l’azienda ma anche in un apporto positivo alla società”.
Viola Sarnelli