Tre Magistrati-scrittori in Facoltà

Accolta con grande entusiasmo la manifestazione “L’inchiostro della magistratura” organizzata da Elsa Napoli sul tema della criminalità organizzata. L’incontro ha fornito una chiave di lettura diversa del fenomeno, dettata dall’esperienza e dall’opera di tre magistrati italiani che quotidianamente combattano le realtà criminali presenti nel nostro Paese. Prima tappa il 3 novembre a Napoli, prossimamente toccherà ad altre zone calde del territorio nazionale, Palermo e Reggio Calabria, ospitare l’evento e i suoi interlocutori. “Una grande iniziativa che apre il mondo universitario a quello esterno – commenta il Preside della Facoltà Lucio De Giovanni – Siamo lieti di poter dare il benvenuto ad ospiti illustri che hanno scelto di dedicare la loro vita alla giustizia. Testimonianze uniche che grazie all’impegno dell’Elsa arrivano fino a noi, mostrandoci un cammino tortuoso fatto di passione ed orgoglio, dove l’amore per il proprio lavoro arriva a punti eccelsi, monito per tutte le generazioni di giuristi future”. A rompere il ghiaccio, il dott. Raffaele Cantone, Magistrato presso il Massimario della Cassazione, autore del libro ‘Solo per giustizia’, dove racconta gli anni trascorsi a Napoli da Pubblico Ministero. Emozionato nell’aprire il dibattito nell’aula Pessina – “dove tanti anni fa ho discusso la mia tesi di laurea” -, l’ex Procuratore della Repubblica spiega: “la necessità di scrivere un libro è nata quando, grazie all’opera di Roberto Saviano, si è assistito ad un interesse rinnovato verso la realtà criminale. Un meccanismo che ha permesso ai napoletani di capire cosa sia realmente la camorra, spronandomi a mettere nero su bianco il lavoro svolto in tanti anni”. Associata all’immagine di un’Idra, la figura mitologica dell’antica Grecia con sette teste, la camorra “non è più considerata una mafia di serie B – dice Cantone – in quanto è in grado di condizionare la nostra vita più di quanto si immagini. Partendo da un’esperienza personale, ho costruito un diario di bordo che analizza e commenta i miei giorni in Procura, raccontando il punto di vista di chi studia il fenomeno dall’interno. La posizione privilegiata del Pubblico Ministero permette infatti di sviscerare l’associazione da dietro le quinte”. Fulcro del dibattito, il lavoro che si cela dietro ogni operazione. “Le forze dell’ordine, le autorità, combattono il ‘sistema’ per restituire dignità sociale ai nostri concittadini. Purtroppo è sempre difficile rescindere la serie di rami di cui si avvale la comunità criminale. Per questo c’è bisogno di un grande impegno da parte delle nuove generazioni, affinché si possa dare nuova luce alla realtà partenopea”, conclude il Magistrato.
Piergiorgio Morosini, Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palermo, autore de ‘Il Gotha di Cosa Nostra’, riprende il discorso. “L’informazione serve a contrastare questi fenomeni, da qui l’esigenza di divulgare la mia esperienza”. Originario di Rimini, nel 1993 il magistrato si trasferisce in Sicilia “per occuparsi di una realtà diversa. L’amore per la professione mi ha fatto restare lì, nel cuore pulsante della mafia, un’organizzazione criminale che da più di cent’anni collide con la nostra fragilità nazionale”. Il volume – racconta il Magistrato – verte sull’analisi del fenomeno ‘Cosa Nostra’ attraverso l’esame di documenti atti a comprenderne la funzionalità. Rivolto agli studenti di Giurisprudenza, Morosini conclude: “non dobbiamo dimenticare il senso delle Istituzioni e della democrazia, specialmente le nuove leve devono dimostrare una volontà ferrea che combatta questi fenomeni associativi. Ritengo che un Corso di Laurea in diritto debba avere un insegnamento relativo alla storia delle associazioni mafiose. I giovani laureati prima o poi si scontreranno con questa realtà e non possono presentarsi all’incontro totalmente impreparati”.
Autore di ‘Fratelli di sangue’, il Procuratore Aggiunto della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria Nicola Gratteri racconta della sua città originaria, devastata ormai dall’opera della ‘ndrangheta. “In magistratura da 25 anni ho cercato di ripercorrere il fenomeno calabrese dalla prima forma embrionale di fine ’800, la picciotteria”. Durante il dibattito, il magistrato ripercorre la storia e la vita degli affiliati. “La ‘ndrangheta, da sempre considerata accomodante, non fa notizia perché vuole rimanere in silenzio senza troppo clamore attorno, per cercare di essere parte dello Stato e svolgere così i suoi traffici illeciti”. Parole dure che colpiscono il cuore della folta platea. “Non si può rimanere a guardare e far finta che il fenomeno non esista – dice Gratteri – Invito gli studenti di Giurisprudenza a documentarsi il più possibile onde evitare di imbattersi durante la carriera in domande a cui non si sappia dare una risposta. Le associazioni a delinquere sono presenti in tutto il territorio nazionale, non fanno sconti, e dietro ogni facciata vi è un sistema collaudato che va avanti da anni e non conosce limiti sociali ed istituzionali”. Battuta conclusiva di Alessandra Arfè, Vicepresidente Elsa: “la manifestazione ha ospitato tre grandi personalità che in diverse sezioni d’Italia combattono la criminalità organizzata. Rappresentanti della giustizia che ci aiutano ad assaporare giorno per giorno il senso del cambiamento. Quella prospettiva diversa di cui il nostro territorio ha fortemente bisogno”. 
Susy Lubrano
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