Un ‘miracolo’ già l’aver mantenuto 7 appelli

“Durante questa sessione quotidianamente raccogliamo i malumori degli studenti. La battaglia sul regolamento didattico è iniziata durante il mandato dei precedenti rappresentanti ed è finita con il nuovo Parlamentino. Non c’è stato nulla da fare, i docenti hanno voluto abolire marzo per garantire la frequenza ai corsi del secondo semestre. Sono una studentessa e come i miei colleghi sto correndo per sostenere gli esami”, dice Eliana Sacchetti, rappresentante del Consiglio degli Studenti in seno alla Commissione Paritetica. “All’epoca della modifica all’ordinamento didattico – continua la studentessa – si voleva che gli appelli fossero ridotti a 6 con l’abolizione di quello di marzo. È stata solo la stretta collaborazione fra la vecchia rappresentanza, noi e i docenti, se abbiamo ottenuto il ‘miracolo’ dei 7 appelli. Purtroppo, lo dico a gran voce, non si può fare nulla. Occorre abituarsi a questa sessione compatta, attualmente non c’è possibilità di modifica”. A farne le spese sono soprattutto i laureandi: non possono più sperare nel recupero di fine sessione e se non superano le prove sono costretti a rimandare la seduta con un conseguente aggravio economico. “Abbiamo avanzato la richiesta di un appello a marzo per i laureandi ma non è stata accolta in quanto nel nuovo regolamento sono previste 5 sedute di laurea (una in più rispetto agli anni precedenti) compreso metà febbraio e metà aprile. I docenti spiegarono di non avere il dono dell’ubiquità e di non riuscire a presenziare a tutto”. Eppure la possibilità di dare esami a marzo manca. Gli effetti si vedono, e pure tanto. “Marzo era il calcio d’angolo degli studenti, l’ultimo cross per non retrocedere. Sono all’ultimo anno e ho un po’ d’esperienza, posso affermare che sarà difficile recuperare gli esami non dati. Nonostante le centinaia di richieste degli studenti che ci arrivano, abbiamo le mani legate e dobbiamo rodare il nuovo sistema con il tempo”. Qualche nota positiva con le conquiste ottenute: “Le sedute d’esame non possono prevedere più di 80 candidati, in questo modo il calendario si prolunga e si evitano ore interminabili di attesa per svolgere la prova. Inoltre, c’è l’obbligo di comunicare la divisione delle matricole tre giorni prima e fra un appello e l’altro della stessa disciplina devono trascorre inderogabilmente i 21 giorni canonici”.
- Advertisement -




Articoli Correlati