Un alfabeto per leggere i farmaci di oggi e di domani

“Un alfabeto che una persona, a seconda di capacità, occasioni e passioni, può trasformare in un semplice scritto o in un poema”. Un corso di base per rendere i futuri professionisti in grado di fronteggiare a testa alta le evoluzioni repentine della scienza. Farmacologia e Tossicologia, da 9 crediti, è a Biotecnologie per la salute uno degli ultimi gradini da salire durante il secondo semestre, che parte il 2 marzo. Docente del corso per gli studenti con matricola pari è la prof.ssa Agnese Secondo, che spiega: “è basato sulla farmacocinetica e sulla farmacodinamica che sono la base per lo studio della farmacologia. Poi c’è un’attenzione particolare a ciò che può servire in particolare ai biotecnologi e che andrà approfondito durante la Magistrale”. L’obiettivo del corso è rendere i futuri professionisti “liberi dall’immissione in commercio di qualunque nuovo farmaco. Non si devono preoccupare se non conoscono il nome del farmaco, ma di capire qual è il principio di azione. In questo modo saranno sempre pronti a capire con che cosa stanno lavorando”. Presentare la parte generale è l’indirizzo anche del secondo modulo del corso, la tossicologia: “approfondiamo gli effetti tossici dei farmaci sui principali organi e tessuti dell’organismo”. Altro aspetto importante “è la tossicocinetica, ovvero ciò che l’organismo mette in atto per difendersi, i tempi in cui il tossico resterà nell’organismo, come il nostro fegato cercherà di metabolizzarlo e così via. Tutto, però, si riconduce sempre agli aspetti generali”. Neo del corso, le attività pratiche: “mancano laboratori didattici. Ritengo sia una carenza da colmare che riguarda tutte le discipline di base. Le competenze vanno acquisite nel tempo, quando si è all’inizio degli studi universitari. I migliori ricercatori sono quelli che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi in laboratorio”. Quello che non mancherà, invece, è la possibilità di valutare in itinere il grado della propria preparazione: “ci tengo molto alle prove intercorso. Ne prevedo dalle tre alle quattro perché, in questo modo, lo studente è più attento a lezione, sapendo che metterà immediatamente in pratica la conoscenza acquisita. Poi c’è un virtuosismo che si genera, perché gli studenti iniziano a confrontarsi tra loro sulla materia, valutandone il risvolto pratico nella vita di tutti i giorni”. Motivo per il quale in aula spesso entrano detective e poliziotti: “a lezione faccio spesso riferimento ai polizieschi. Il farmacologo è spesso sul luogo del delitto quando la polizia ritrova un cadavere. Agli studenti dico che la cosa più bella è capire che cosa si stanno dicendo”. Le aspettative su studenti giunti quasi a fine percorso: “che siano interessati e che abbiano una maturità tale da comprendere che probabilmente nella propria vita avranno a che fare con la farmacologia”. Due gli errori più comuni. Il principale: “non seguire il corso. Interagire rende molto più semplice comprendere. L’interscambio è fondamentale”. Pericolo numero due: “farsi scoraggiare dagli altri. Chi dice cose negative è spesso colui che non si è impegnato abbastanza”.
Ciro Baldini
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