Un giorno con i ricercatori dell’Enea

“E’ assurdo aspettare sino al tirocinio pre-laurea per imparare ad utilizzare le attrezzature di laboratorio. Le matricole dovrebbero avere modo di capire sin da subito se il mestiere del ricercatore faccia per loro”: gli studenti di Biotecnologie per la Salute lamentano di non svolgere sufficiente attività pratica e non vedono l’ora di poter usufruire dei laboratori didattici in via di completamento nella nuova sede della Facoltà. Per dimostrare quanto possa essere stimolante la didattica quando il docente ricorre agli esperimenti pratici, portano ad esempio le attività proposte dalla prof.ssa Margherita-Gabriella De Biase, docente di Fisiologia Vegetale e Nutrizione Umana, un esame del terzo anno.
“Appena può ci porta in laboratorio ma anche quando siamo in aula ci spinge a fare piccoli esperimenti dal vivo”, racconta un gruppetto di studenti. E, infatti, può capitare di incontrarli poco prima della lezione che si affrettano a riempire di acqua grossi barattoli e trasportarli sui banchi. “La docente ci ha detto di portarli in classe assieme a delle foglie di almeno due piante diverse”, spiegano alcuni. “Serve a dimostrare ai ragazzi che dai tessuti vegetali si possono estrarre delle proteine e analizzare le attività enzimatiche per capire che i diversi tipi di foglie reagiscono diversamente all’inquinamento – afferma la prof.ssa De Biase – Anche un’esercitazione un po’ rudimentale può essere utile per dare l’idea di come si procede in laboratorio. E’ importante farli abituare ad usare anche le cose più semplici come pipette e guanti”.
Il corso di Fisiologia rientra tra le attività a scelta. Vi sono iscritti una trentina di studenti ma soltanto la metà lo frequenta assiduamente. Il numero limitato facilita l’organizzazione delle esercitazioni. “Se seguissero tutti, sarei contentissima di dividerli in due gruppi e ripetere l’esercitazione più volte – sostiene la docente – Ero pronta anche a sdoppiare le esercitazioni all’ENEA ma non ce ne è stato bisogno”. La De Biase allude alla giornata che ha organizzato per i suoi allievi a fine aprile nei laboratori dell’ENEA di Portici. “Gli studenti non si sono limitati a visitare la struttura. Si è trattato di una full immersion nei laboratori. Nelle lezioni precedenti avevo anticipato loro che cosa sarebbero andati a fare e spiegato l’atteggiamento specifico da tenere in un laboratorio chimico”. 
All’ENEA gli studenti non hanno soltanto osservato i ricercatori in azione ma si sono messi all’opera: “Hanno lavorato sulla mineralizzazione dei campioni, eseguito le pesate, la preparazione delle soluzioni, la mineralizzazione di tessuti vegetali di pomodoro e li hanno valutati attraverso l’esame spettrografico. I ragazzi ne sono stati entusiasti”.
L’idea è frutto della collaborazione scientifica con il laboratorio di Chimica ambientale dell’ENEA: “Lavoriamo assieme sulla caratterizzazione dello ionoma di linee di pomodoro – asserisce – Loro studiavano il livello di inquinamento e la diffusione dei contaminanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Ora ci occupiamo assieme dell’assorbimento di metalli pesanti da parte di radici, foglie e frutti di piante di pomodoro coltivate nella serra dell’Istituto di Genetica vegetale”. 
La docente vorrebbe organizzare un’ulteriore esercitazione nei laboratori di Biotecnologie di Portici ma dice: “Non so se riuscirò a realizzarla per fine maggio. I ragazzi sono molto occupati con le lezioni supplementari e le prove intercorso. Inoltre la sede di Portici non è a portata di mano. All’Enea i ragazzi sono arrivati con le proprie auto. Ho dato loro tutte le indicazioni ma non è stato facilissimo coordinarli”.
Manuela Pitterà
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