Un po’ artisti, un po’ manager gli allievi Cuma

La consegna dei diplomi della seconda edizione del Master in cultural management (Cu.Ma.), lo scorso 20 febbraio presso la sede di Stoà a Ercolano, è stata qualcosa di più della solita cerimonia ufficiale di festeggiamento. Un intenso scambio di opinioni e di idee sulle tematiche di interesse del Master, ossia l’organizzazione, i progetti e gli eventi nel settore dello spettacolo, ha caratterizzato la giornata che simbolicamente conclude il percorso formativo degli allievi Stoà. Qualcosa di molto diverso da quanto solitamente accade per gli altri Master, come ha sottolineato il dott. Mario Colantonio, amministratore delegato di Stoà, che ha colto l’occasione per ringraziare questa “componente di alunni della Scuola, produttiva e assolutamente esaltante”. “Voi rappresentate una figura diversa da quella formata dagli altri Master – ha detto Colantonio rivolgendosi ai neodiplomati- Siete la parte più simpatica della nostra Scuola, quella meno paludata e inquadrata in schemi precostituiti. Portate una ventata di novità, intesa come contemporaneità, grazie ai vostri talenti e alle vostre attitudini. Avete un abito mentale diverso e vi invito a non diventare semplici impiegati della cultura”. L’intervento dell’amministratore delegato è stato anch’esso occasione di dibattito. Gli sono state poste diverse domande e la diplomata cum laude Livia Grimaldi ha perfino lanciato una proposta: perché non organizzare degli incontri tra gli allievi “tradizionali” della Scuola, cioè i futuri manager d’impresa, e gli allievi del Cu.Ma, che sono un po’ artisti e un po’ manager? Appassionati gli interventi di Vicky Romano De Dalmases, responsabile delle Relazioni Pubbliche Internazionali della Presidenza della Regione Campania, la quale si è detta positivamente colpita dai lavori presentati dagli allievi e disponibilissima a restare in contatto con loro per aiutarli a trovare delle occasioni professionali. Coinvolgente il maestro Antonello Cossia, regista e attore docente del Master, che ha incalzato i neodiplomati esortandoli a non fermarsi: “non cadete nella trappola di accontentarvi di quello che vi offrono nell’immediato”. Un discorso che, fortunatamente per lei, non vale per Micaela De Luca, neodiplomata cum laude, alla quale nell’immediato è stata fatta un’offerta più che soddisfacente: un contratto di lavoro a tempo indeterminato al Teatro Trianon Viviani. Ventitreenne di origine pugliese, laureata in Scienze del Turismo alla Federico II, ha svolto lo stage del Master presso il teatro diretto da Nino D’angelo occupandosi di fund raising, del fitto degli spazi espositivi, dell’elaborazione di un’indagine sociale sulla popolazione della zona di Forcella. “Un’esperienza che mi è piaciuta da morire – dice- Non ho intenzione di firmare il contratto a tempo indeterminato perché sto frequentando la specialistica e dieci ore al giorno di lavoro non si possono conciliare con uno studio serio, ma probabilmente mi assumeranno ugualmente con un contratto a progetto part-time”. Dai 23 anni di Micaela ai 35 di Bruno Megale, salernitano, laureando in Giurisprudenza all’Università di Macerata ma soprattutto ballerino classico diplomato all’Accademia di Pesaro. Bruno ha svolto lo stage presso la Fondazione Musicale di Santa Cecilia, a Portogruaro, secondo un principio di “rimescolazione delle competenze” di cui ha parlato Eugenio Ottieni, responsabile dell’area Campania di Federculture. “Ho scelto di partire per uno stage in un campo che non mi apparteneva direttamente per ampliare il mio bagaglio di competenze e mettermi in discussione –spiega- E’ questo il motivo per il quale mi sono iscritto al Master. Quando ho partecipato alle selezioni, i miei interlocutori si sono stupiti del fatto che una persona con un curriculum professionale ricco come il mio volesse seguire il corso, ma il mio obiettivo era di crescere ancora”. Per chi non vanta un curriculum come il suo sarà prezioso il consiglio dato dalla coordinatrice del Master, la prof. ssa Fabiana Sciarelli: “state per andare a svolgere una professione che nel nostro territorio non è ancora riconosciuta, perciò entrate nel mondo del lavoro in punta di piedi e con grande umiltà. Io credo nella scuola dei piccoli passi”.
Sara Pepe
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