“Il nostro compito è anche quello di insegnare l’amore per la legalità ai giovani, che devono vivere questo sentimento prima come cittadini e poi come operatori del diritto”. Il prof. Salvatore Vinci, Preside della Facoltà di Giurisprudenza, spiega così il senso dell’iniziativa dedicata alla legalità che ha preso il via lo scorso 19 febbraio a Nola, con il primo appuntamento di un convegno intitolato La cultura del coraggio: l’antimafia entra in Aula Magna. Il convegno di studi, il cui secondo incontro si terrà il 2 aprile, è soltanto una tappa di un percorso nell’ambito di un progetto di contrasto alla criminalità organizzata, ideato e promosso dalla docente di Procedura penale prof.ssa Clelia Iasevoli e al quale hanno aderito esponenti del mondo accademico e delle istituzioni. Giuseppe Riccio, ordinario di Procedura penale alla Federico II; Franco Roberti, Coordinatore Distrettuale Antimafia presso la Procura di Napoli; Filippo Spiezia, Sostituto procuratore Distrettuale Antimafia di Salerno; Nicola Russo, Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata; Vittorio Pisani, Capo della Squadra Mobile della Questura di Napoli; Tano Grasso, presidente dell’Associazione Antiracket: un elenco di nomi importanti che hanno collaborato alla redazione del documento presentato il 19 febbraio dalla prof.ssa Iasevoli davanti ad una platea di almeno trecento persone. Oltre agli addetti ai lavori ed ai rappresentanti delle istituzioni -è intervenuto anche il Rettore dell’Università Parthenope Gennaro Ferrara-, c’erano moltissimi studenti, che hanno preso parte all’incontro con grande entusiasmo. In aula è stato proiettato il documentario “Storie di resistenza, percorsi di cambiamento”, a cura della dott.ssa Cetta Criscuolo, Giudice del Tribunale di Salerno. Protagonisti del filmato sono i giudici Falcone e Borsellino, attraverso i quali si è voluto dare un messaggio ai ragazzi. “La nostra facoltà si propone non solo di formare i giuristi di domani – dice Clelia Iasevoli- ma anche di rafforzare la moralità dei giovani, offrendo delle figure professionali di riferimento e puntando a destrutturare il modello comportamentale criminale”. Nola è un luogo assai significativo per l’avvio di un’analisi che parte dalle differenze esistenti tra camorra in città e in periferia, essendo punto di confluenza dei traffici illeciti della città di Napoli, della zona casertana e dell’agroaversano. Dopo un primo incontro che ha posto le basi della riflessione (Criminalità organizzata: dalla risposta giudiziaria alle reazioni sociali), il 2 aprile sarà la volta di una tavola rotonda su Il ciclo economico dell’impresa criminale, coordinata dal giudice Nicola Russo. Il programma prevede l’intervento di numerosi attori del mondo giudiziario: il dott. Franco Roberti, il dott. Eduardo Savarese, Giudice dell’esecuzione del Tribunale di Nola; la dott.ssa Egle Pilla, Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere; la dott.ssa Ida Teresi, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Nola; il dott. Antonio Gagliardi, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Latina. “L’eterogeneità delle voci e la diversa provenienza dei relatori vuole essere il primo passo per costruire un fronte comune contro la criminalità organizzata che superi i confini dei ruoli istituzionali e le competenze territoriali”, spiega la prof. Iasevoli. In una prima fase dell’incontro, alla quale interverranno anche Tano Grasso dell’associazione Antiracket e don Luigi Merola, si parlerà del finanziamento dell’impresa criminale (Dal pizzo alle nuove forme di controllo del mercato). L’introduzione sarà affidata al prof. Alberto De Vita, docente di Diritto penale alla Parthenope. Durante la seconda fase verranno presentate esperienze vissute (L’attività creditizia della camorra: l’usura come strumento per l’acquisizione di attività imprenditoriali). Dirà la sua su questo problema anche il dottore commercialista revisore dei conti Domenico Bellobuono. Le conclusioni saranno affidate al prof. Giuseppe Riccio. Il risultato di questi lavori sarà recepito da un programma di intervento che verrà consegnato alle autorità competenti il prossimo 21 maggio. Si pensa di coinvolgere il Ministro di Grazia e Giustizia, il prefetto Pansa e il prefetto Stasi. “L’obiettivo è creare un coordinamento tra università, magistratura, avvocatura e polizia di stato”, dice la prof.ssa Iasevoli. “L’università svolge una funzione importantissima. Lavorare su questo progetto è stato possibile grazie all’attenzione e alla disponibilità del prof. Vinci, che ci ha creduto. E’ un preside dallo spirito rivoluzionario, aperto alle idee dei giovani e convinto che l’università debba formare a trecentossessanta gradi gli uomini e le donne del futuro”.
Sara Pepe
Sara Pepe