Un seminario per sensibilizzare sulle questioni di genere

Un’eccellenza, quella del Dipartimento di Lettere della Vanvitelli, che si fa manifesta anche attraverso la militanza attiva dei docenti e i laboratori che promuovono. Ne è un esempio quello di Critica di Genere, nato dall’iniziativa di due docenti, la prof.ssa Elena Porciani, titolare della cattedra di Letteratura italiana contemporanea, e la prof.ssa Cristina Pepe, docente di Storia della fi lologia e della tradizione classica e di Critica del testo. Il workshop, che prevede una capienza massima di venti iscritti e il rilascio di due crediti formativi, avrebbe dovuto svolgersi a partire dall’11 marzo scorso, ma è stato rimandato a data da destinarsi a causa dell’emergenza da Covid-19. “Come le altre attività laboratoriali – rassicura tuttavia la prof.ssa Porciani – anche la nostra verrà avviata nel momento in cui l’emergenza sanitaria sarà rientrata”. Il laboratorio non costituisce un unicum nel panorama del Dipartimento, ma “è una delle tante iniziative del gruppo di ricerca ‘Beyond. Prospettive su ruoli e rappresentazioni di genere’, di cui sono responsabile scientifica e che vede la collaborazione di altri colleghi, come i professori Giovanni Morrone, Daniela Carmosino e Giulio Sodano, oltre alla prof.ssa Pepe”. Nel novero degli eventi promossi dal gruppo di ricerca ci sono il convegno internazionale ‘Sconfinamenti di genere. Donne coraggiose che vivono nei testi e nelle immagini’ dello scorso novembre e il corso di aggiornamento ‘Archeologia e genealogie del femminile. Per una didattica di genere nella scuola secondaria di secondo grado’. Il workshop si propone vari obiettivi: “la sensibilizzazione sulle questioni di genere nell’università e sul territorio, il che significa ottenere un riscontro reale, lavorando anche sulla formazione delle future generazioni di docenti. Quando si parla, ad esempio, di femminicidio, se non si applica un discorso di tipo strutturale, non si riesce a intervenire in modo sistematico”; una messa a punto di “strumenti critici sulle questioni di genere nelle discipline umanistiche oggetto dei Corsi di Studio del Dipartimento, che quindi coinvolge gli studenti di Lettere in via diretta” e di “strumenti professionalizzanti in vista dell’inserimento nel mondo del lavoro, cioè l’acquisizione di quel ventaglio di competenze atte ad approcciarsi all’insegnamento con cognizione di causa”. Nella vita accademica accade spesso di doversi confrontare con questioni correlate al genere, in quanto quest’ultimo è fortemente legato al canone. Un esempio: “lo studente che pratica uno sport generalmente associato al genere femminile e che quindi è soggetto a discriminazione da parte dei compagni. La società si muove nella direzione di certi canoni preimpostati, come il colore blu per i maschi e il rosa per le femmine. È necessario però rendersi conto che la dicotomia netta tra maschio e femmina non costituisce una verità assoluta, poiché il sesso biologico non corrisponde sempre al genere di appartenenza e questi ultimi due termini non sono interscambiabili”. Il laboratorio, sottolinea la docente, “non pretende di fornire risposte, ma di instillare il dubbio nei fruitori e sviluppare quindi il loro senso critico”. La modalità del workshop “sarà seminariale, con letture di testi e messa a disposizione di materiale multimediale a discrezione dei docenti. Non si tratterà di lezioni frontali, bensì di didattica partecipata con lo scopo di sviluppare poi un dibattito. I partecipanti, per vedersi conferiti i due crediti formativi, potranno approfondire gli argomenti trattati con una relazione o con una presentazione che potrà essere usata nei prossimi eventi”. I docenti del Dilbec, secondo la prof.ssa Porciani, sono dei “catalizzatori di discussione, nel senso che auspichiamo che i nostri studenti abbiano il desiderio di parlare, dibattere e divulgare le competenze acquisite. Ci fa piacere che da parte loro vi sia la richiesta di trattare argomenti come questo e, dal canto nostro, ci impegneremo a proporre nuove iniziative e a mantenere il nostro status di Dipartimento di eccellenza, come abbiamo sempre fatto”.
Nicola Di Nardo
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