Un seminario sui documenti spagnoli dell’Archivio di Stato

È iniziato lo scorso 21 maggio un seminario alla scoperta dei documenti spagnoli conservati presso l’Archivio di Stato di Napoli. L’iniziativa, che l’anno scorso per la sua prima edizione ha incontrato l’interesse di partecipanti iscritti a diversi Corsi di Laurea, sia dell’ambito linguistico che letterario, è coordinata da due ispanisti, i professori Augusto Guarino e Giuseppina Notaro. “Un’occasione fondamentale per gli studenti per un primo approccio a fondi risalenti all’occupazione spagnola della nostra città – spiega la prof.ssa Notaro, docente di Letteratura Spagnola – al fine di ricostruirne la storia e le esperienze, raccogliendo le testimonianze pervenute fino ad oggi, sulla base delle interazioni che hanno visto nel nostro territorio una contaminazione con altre culture”, segnatamente francese e spagnola. Culture che oggi sono parte del medesimo scenario europeo e le cui rispettive ibridazioni rivelano profonde radici nel passato, di cui i documenti burocratici ‘sopravvissuti’ costituiscono una traccia tangibile. “I documenti che saranno oggetto di discussione durante le ore seminariali sono rimasti lì per secoli”, resistendo a tentativi di “furto e distruzione che, per esempio, nel contesto della Seconda Guerra Mondiale hanno determinato una serie di perdite irrecuperabili”. A fornire un excursus di questi racconti durante il seminario (articolato in un ciclo di sei incontri, due a settimana) sarà la dott.ssa Antonietta Pizzo, archivista presso la Biblioteca dell’Ufficio. Un lavoro da considerare nella rosa dei possibili sbocchi occupazionali per studenti in Lingue e Letterature, perché “bisogna disporre di elevate competenze tecniche per la catalogazione e avere una solida preparazione nelle discipline storiche e linguistico-filologiche per essere in grado di svolgere un’analisi accurata dei testi originali”. Si è parlato, ad esempio, in un incontro del caso specifico delle forme contrattuali: “in che lingua erano stipulati i contratti? Sono presenti espressioni italiane sul modello delle strutture sintattiche dello spagnolo? Vi erano attestazioni di iberismi nella lingua messa per iscritto?”. Tante le domande possibili che potrebbero confluire in altrettante tesi di laurea ed è proprio intorno a questi interrogativi che il mestiere di un archivista si rinnova di fascino, perché è “una professione dedita alla continua riscoperta di storie sepolte, raccolte in un unico luogo”, da conoscere in quanto studiosi per eventuali ricerche e consultazioni e in quanto cittadini. “Mi ha sempre molto colpito l’idea che nello stesso spazio fisico – ed è per questo che il nostro obiettivo è quello di concludere il seminario con una visita guidata all’interno dell’Edificio (in via Grande Archivio) – fossero presenti documenti, schedature, informazioni riguardo ogni abitante della città di Napoli e provincia”, e non esclusivamente fonti antiche. Al contrario, la raccolta archivistica è costantemente aggiornata e arricchita da nuove acquisizioni. Perciò “gli studenti hanno il dovere di conoscere la struttura, che è una gemma preziosa del nostro territorio, peraltro ubicata nelle immediate vicinanze delle sedi universitarie”, e su questa strada imparare a conoscere meglio il lavoro di “promozione, valorizzazione e fruizione del patrimonio documentario, culturale in senso ampio, conservato all’interno degli archivi storici”.
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