Un’intera sessione per un solo esame, la scelta di molti studenti per Farmaceutica II

12 febbraio. La sede di via Montesano, alla vigilia di Carnevale, è semivuota. Perfino il bar è chiuso. In un clima di pausa didattica, nell’Aula Sorrentino circa cento studenti di Chimica e Tecnologia Farmaceutiche (CTF) e Farmacia si sono accomodati per affrontare la prova scritta di Chimica Farmaceutica e Tossicologica II, il cui insegnamento è affidato al prof. Ettore Novellino, Direttore di Dipartimento. Tre le ore di tempo. Dieci i quesiti ai quali rispondere. Lo spiega una studentessa iscritta al quinto anno di CTF: “c’erano cinque sintesi e altrettante domande su classi di farmaci. Le ho trovate più semplici dell’altra volta, almeno per me, perché mi sentivo più preparata sugli argomenti richiesti”. È al suo secondo tentativo: “la prima volta non ho voluto nemmeno consegnare”. Cosa è cambiato? “Mi sono rimessa a studiare da settembre. Ho ripetuto meglio le strutture, le sintesi e i meccanismi di reazione. Il bilancio del semestre è condizionato da questo esame. La vita sociale per un po’ è stata messa da parte”. Lo sa bene una sua compagna di studi iscritta a Farmacia e alle prese con Farmaceutica II da un anno e mezzo: “la difficoltà principale è la memoria. Il mea culpa è che non avevo le basi di chimica. Mi sono approcciata alla materia in tanti modi diversi”. Poi, riferendosi alla collega: “se lo passo è grazie a lei, è l’unica che mi ha aiutata. Mi sarei aspettata molto più supporto”. Un supporto, però, c’era ed è stato messo a disposizione di tutti. Ne parla un laureando di CTF: “le domande e le sintesi del compito sono scelte a sorteggio da un insieme di cinquanta quiz che abbiamo a disposizione. Da questo punto di vista il materiale c’è e i professori sono disponibilissimi”. Spada di Damocle è il tempo: “è scarso per tenere a bada ciò che scrivi. È vero che ci sono tre ore, ma la tipologia di domanda permette di spaziare tantissimo. Lo sforzo sta nell’andare mirati, altrimenti rischi di uscire fuori traccia. Io sono particolarmente lento nella scrittura, quindi per me l’esame risulta particolarmente ostico. Per questo l’ho lasciato alla fine. Sottovalutandone la difficoltà, ho preferito concentrarmi sugli altri per arrivare a lavorare alla tesi con il minor numero di esami possibile”. A confrontarsi con lui una collega: “è la prima volta che lo sostengo. Penso che sia migliore di altri esami”. Sul metodo di studio adottato: “per la parte teorica ho estrapolato i concetti più importanti da ogni capitolo in maniera schematica. In tal modo ho potuto dedicare molto più tempo alla ripetizione delle molecole. Ciò mi ha permesso di completare gli esercizi e di rispondere, anche se in maniera sintetica, alle domande. Colleghi che si sono soffermati molto di più sulla teoria, invece, hanno avuto poi difficoltà con le strutture”. Sensazioni positive a conclusione dello scritto: “penso che sia andato bene. Ho risposto a tutto e scritto quattordici pagine. In un paio d’ore avevo finito, quindi ho potuto dedicare un po’ di tempo alla revisione. Ho trovato molto più complessa Farmaceutica I dove il programma era più ampio e la struttura del compito incerta”. Ci ha dedicato diversi mesi: “sto studiando da settembre, anche se in maniera blanda e senza rinunciare al tempo per me. Il mio obiettivo per l’intero semestre è superare questo esame. Se dovesse andar male oggi, ci riproverò al prossimo appello”.
Ciro Baldini
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