Un’Orchestra per vivere l’Università

L’Università Parthenope ha da sempre posto al suo cuore il mare e la cultura scientifica che ne deriva. Ora ha deciso di aprire le sue porte a un nuovo mondo, quello della musica. Dall’11, e fino al 22 dicembre, infatti, sono state aperte le iscrizioni per entrare a far parte di un’orchestra di Ateneo. Sono stati invitati a partecipare studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo, siano essi musicisti amatoriali o professionisti. Dunque è sufficiente possedere uno strumento e avere nozioni di base, ma una caratteristica non può mancare: la passione per la musica. A dirigere le operazioni in queste fasi iniziali è la signora Tina Pugliese, tecnico-informatico nonché  violoncellista, la quale si reputa più che soddisfatta della risposta: “Abbiamo già una componente di circa 25 persone, tra cui figurano sia studenti che docenti. Sono presenti molte chitarre, ma anche fiati, archi, percussionisti. Tra coloro che hanno presentato la candidatura vi è perfino un attore: si potrebbe pensare a rappresentare favole in musica”. Un ambiente universitario che unisce, promuove lo spirito di gruppo, dove si respiri anche arte, oltre alle tradizionali lezioni accademiche. Sembrano proprio questi i fattori che hanno spinto a partecipare la ventenne Ludovica Piscitelli, violinista e studentessa al secondo anno di Scienze Nautiche e Aeronautiche: “Mi è piaciuta molto questa iniziativa. Ho imparato a suonare il violino alla scuole medie e non avevo mai sentito parlare di musica all’università. In questo modo avrò la possibilità di incontrare persone con le mie stesse passioni e, magari, riuscire a far avvicinare qualcun altro a questa arte”. Sulla stessa lunghezza d’onda sembra trovarsi Carlo Giordano, 23 anni e studente di Giurisprudenza, il quale ha imparato a suonare il clarinetto frequentando un indirizzo sperimentale alle scuole medie. “Adesso suono ancora, ma è solo un hobby, poi c’è anche il lavoro”. Anche lui promuove a pieni voti questo progetto in quanto “non si tratta soltanto di studio, ma si ha la possibilità di fare conoscenze, ritrovarsi con altri giovani, scambiare idee. Musica vuol dire anche sentirsi più parte dell’università”. E se è vero che la musica unisce, anche il prof. Angelo Ciaramella, 44 anni, docente di Programmazione e Sistemi Multimediali, figura tra gli aspiranti orchestrali: “Ho iniziato seguendo lezioni classiche di batteria, poi ho suonato in gruppi jazz e rock, ma non ho mai fatto esperienza in un’orchestra. Avevamo provato a formare un gruppo con persone del Dipartimento di Scienze e Tecnologie: abbiamo suonato insieme solo una volta, poi, per varie ragioni ed impegni, non si è fatto più nulla”. Rispetto al confronto generazionale con gli studenti non sembra preoccupato, anzi, “già suono con ragazzi più giovani”. Accanto a lui potrebbe trovarsi un altro batterista, Nicola Vacca, studente 23enne del Corso di Laurea in Economia e Commercio con un’esperienza all’estero: “Suono da circa 12 anni. Ho vissuto a Liverpool 8 mesi per motivi lavorativi e lì suonavo con una band di blues”. Tra le sue domande c’è quella di riuscire a capire “che tipo di orchestra sarà: classica, popolare…”. “La direzione artistica, la coordinazione delle prove, la scrittura delle parti di ognuno, dipenderà dal direttore – afferma la signora Pugliese – in un primo momento lo cercheremo all’interno dell’università, nel caso non venisse trovato nessuno con le giuste caratteristiche, sarà indetto un bando esterno”. Una novità all’interno dell’Ateneo campano, nata sulla scia di simili iniziative, come l’Orchestra Jazz dell’Università di Salerno o l’Orchestra dell’Università degli Studi di Milano, ma soprattutto proviene dalla volontà di “intraprendere un percorso extra-accademico sull’arte – precisa Pugliese – L’intento del nostro Rettore, prof. Carotenuto, è quello di coinvolgere quanto più possibile gli studenti, fare in modo che vivano l’università”. Alcuni degli studenti non si sono lasciati sfuggire l’occasione per rispolverare qualche talento lasciato in sospeso, altri auspicano di poter ampliare le proprie conoscenze, altri ancora vedono realizzarsi la speranza di coniugare il proprio dovere con le proprie passioni. Molti di questi punti sono stati colti, ma l’intenzione sembra spingersi oltre le mura universitarie: è probabile che le prove saranno aperte al pubblico e l’obiettivo finale sarà quello di organizzare un concerto per fare in modo che anche altre persone si avvicinino al mondo accademico, ma anche a quello musicale.
Elisa Aguzzi
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