A Veterinaria gli studenti del quinto anno – è ormai una tradizione – partecipano in autunno ad una due giorni in Calabria, nel corso della quale hanno l’opportunità di visitare allevamenti di suini, ovini e mucche e possono discutere con chi gestisce quelle realtà e con i veterinari delle questioni relative al benessere animale, alla zootecnia, alla redditività degli allevamenti. Qualche settimana fa quindici ragazze e ragazzi, nell’ambito di questo progetto ormai
consolidato, sono andati in provincia di Crotone, insieme ai professori Luigi Zicarelli, Gaetano Oliva, Ugo Pagnini, Giuseppe Iovane. “Siamo partiti giovedì 21 settembre – racconta Valerio Salanti, che ha 22 anni e vive a Maddaloni, in provincia di Caserta – per raggiungere Crotone. Ci siamo fermati in una zona di pascolo di mucche podoliche dove abbiamo parlato con allevatori, tra i quali il Presidente dell’Associazione Allevatori della Regione Calabria. Un bellissimo allevamento di podoliche. Si tratta di una vacca che non produce tanto latte, ma di ottima qualità e che sfrutta pascoli e zone dove altre mucche, per esempio la Frisona, non riuscirebbero a stare. Siamo stati fortunati perché in questo periodo dell’anno la zona dove ci siamo fermati è utilizzata dagli
allevatori per il pascolo libero. Una bellissima scena. Il secondo giorno siamo stati in un allevamento caprino al mattino ed il pomeriggio in un allevamento suino. Un veterinario è stato con noi ed ha illustrato le tecniche per gestire un allevamento che ospita 150 suini, ci ha dato anche importanti riferimenti normativi. Abbiamo svolto anche un po’ di attività pratica, sotto la guida dei veterinari che ci accompagnavano”. Sottolinea lo studente: “Al netto degli
aspetti didattici, certamente importanti, è stata anche una bella occasione di incontrare i professori al di là del contesto universitario, di scoprire una umanità che a volte, nella routine accademica, si sottovaluta”. Lancia una proposta: “Sarebbe bello se Veterinaria riuscisse a farsi carico di organizzare visite negli allevamenti, naturalmente in quelli che rappresentano un modello sotto il profilo della corretta gestione degli animali, anche con i ragazzi delle scuole e con i bambini. Potrebbe essere un modo per divulgare concetti e principi relativi alla buona alimentazione e di sensibilizzare in merito alla necessità di consumare carne e latte di qualità. Meglio una volta alla settimana, ma buona, proveniente da allevamenti che rispettano gli animali, che 4 volte alla settimana, ma di qualità scadente. Veterinaria può avere un ruolo importante nell’incentivare stili di vita corretti sotto il profilo alimentare”. Per gli studenti l’escursione calabrese è stata occasione di intensificare un’attività pratica che, sia pure con le difficoltà legate al fatto che Veterinaria è in una sede nel cuore della città, svolgono pure in Dipartimento. “Con modalità e tempi diversi, i docenti cercano di garantirci l’opportunità di esperienze concrete. Siamo inseriti a turno, per esempio, nell’Ospedale Veterinario di via Delpino. Io, lo scorso anno, ho svolto attività di internato di Anatomia patologica. Ho trascorso mesi tra la sala di necroscopia ed i laboratori. Mi è capitato pure di partecipare ad un’autopsia su una cammella dello zoo di Napoli che era morta durante il parto, mentre le si praticava il cesareo”. Interviene il prof. Oliva, Direttore del Dipartimento: “Il nostro obiettivo è portare gli studenti a vedere allevamenti non sempre facilmente osservabili in Campania. Ormai questi viaggi-studio sono una tradizione, favorita dalla circostanza che fino a due o tre anni fa alcuni docenti della Federico II tenevano corsi e seminari anche a Veterinaria a Catanzaro. Ora il Corso di Laurea nella città calabrese è stato chiuso, ma lì c’è ancora Tecnologie e produzioni animali e si è mantenuto vivo il contatto con colleghi veterinari del territorio calabrese. La nostra recente visita è stata anche occasione per discutere di collaborazioni future”. Il prof. Oliva sottolinea: “È molto significativo per gli studenti fare squadra e fare gruppo. Cerchiamo di avere momenti più informali che in Dipartimento, sempre nell’ottica di trasmettere ai ragazzi quello che riguarda la veterinaria e fare conoscere loro realtà che in un contesto cittadino non immaginano”. La scelta dell’allevamento delle vacche podoliche è coerente con questo progetto. “È una mucca – dice Oliva – diffusa in ambito appenninico e per questo la visita all’allevamento è stata una bella occasione per stimolare i ragazzi al recupero di tradizioni che appartengono anche alla Campania. Si cerca di diffondere una cultura del mangiare sano ed alimenti di qualità”. Aggiunge: “In tutti questi anni per me l’esperienza più bella, nel corso dei viaggi studio, è sempre quella di vedere l’affetto dei colleghi del territorio dove andiamo.
Si offrono come tutor per gli studenti e propongono a volte anche gli allevamenti che visitiamo come oggetto di possibili tesi sperimentali da parte dei nostri ragazzi”. Conferma il prof. Zicarelli: “Obiettivo è calare gli studenti nella realtà dell’allevamento. Abbiamo visitato realtà all’avanguardia e gli studenti hanno potuto anche osservare il ciclo completo della produzione di formaggi derivati da pecore da latte. Dalla mungitura alla caseificazione”.
Fabrizio Geremicca
consolidato, sono andati in provincia di Crotone, insieme ai professori Luigi Zicarelli, Gaetano Oliva, Ugo Pagnini, Giuseppe Iovane. “Siamo partiti giovedì 21 settembre – racconta Valerio Salanti, che ha 22 anni e vive a Maddaloni, in provincia di Caserta – per raggiungere Crotone. Ci siamo fermati in una zona di pascolo di mucche podoliche dove abbiamo parlato con allevatori, tra i quali il Presidente dell’Associazione Allevatori della Regione Calabria. Un bellissimo allevamento di podoliche. Si tratta di una vacca che non produce tanto latte, ma di ottima qualità e che sfrutta pascoli e zone dove altre mucche, per esempio la Frisona, non riuscirebbero a stare. Siamo stati fortunati perché in questo periodo dell’anno la zona dove ci siamo fermati è utilizzata dagli
allevatori per il pascolo libero. Una bellissima scena. Il secondo giorno siamo stati in un allevamento caprino al mattino ed il pomeriggio in un allevamento suino. Un veterinario è stato con noi ed ha illustrato le tecniche per gestire un allevamento che ospita 150 suini, ci ha dato anche importanti riferimenti normativi. Abbiamo svolto anche un po’ di attività pratica, sotto la guida dei veterinari che ci accompagnavano”. Sottolinea lo studente: “Al netto degli
aspetti didattici, certamente importanti, è stata anche una bella occasione di incontrare i professori al di là del contesto universitario, di scoprire una umanità che a volte, nella routine accademica, si sottovaluta”. Lancia una proposta: “Sarebbe bello se Veterinaria riuscisse a farsi carico di organizzare visite negli allevamenti, naturalmente in quelli che rappresentano un modello sotto il profilo della corretta gestione degli animali, anche con i ragazzi delle scuole e con i bambini. Potrebbe essere un modo per divulgare concetti e principi relativi alla buona alimentazione e di sensibilizzare in merito alla necessità di consumare carne e latte di qualità. Meglio una volta alla settimana, ma buona, proveniente da allevamenti che rispettano gli animali, che 4 volte alla settimana, ma di qualità scadente. Veterinaria può avere un ruolo importante nell’incentivare stili di vita corretti sotto il profilo alimentare”. Per gli studenti l’escursione calabrese è stata occasione di intensificare un’attività pratica che, sia pure con le difficoltà legate al fatto che Veterinaria è in una sede nel cuore della città, svolgono pure in Dipartimento. “Con modalità e tempi diversi, i docenti cercano di garantirci l’opportunità di esperienze concrete. Siamo inseriti a turno, per esempio, nell’Ospedale Veterinario di via Delpino. Io, lo scorso anno, ho svolto attività di internato di Anatomia patologica. Ho trascorso mesi tra la sala di necroscopia ed i laboratori. Mi è capitato pure di partecipare ad un’autopsia su una cammella dello zoo di Napoli che era morta durante il parto, mentre le si praticava il cesareo”. Interviene il prof. Oliva, Direttore del Dipartimento: “Il nostro obiettivo è portare gli studenti a vedere allevamenti non sempre facilmente osservabili in Campania. Ormai questi viaggi-studio sono una tradizione, favorita dalla circostanza che fino a due o tre anni fa alcuni docenti della Federico II tenevano corsi e seminari anche a Veterinaria a Catanzaro. Ora il Corso di Laurea nella città calabrese è stato chiuso, ma lì c’è ancora Tecnologie e produzioni animali e si è mantenuto vivo il contatto con colleghi veterinari del territorio calabrese. La nostra recente visita è stata anche occasione per discutere di collaborazioni future”. Il prof. Oliva sottolinea: “È molto significativo per gli studenti fare squadra e fare gruppo. Cerchiamo di avere momenti più informali che in Dipartimento, sempre nell’ottica di trasmettere ai ragazzi quello che riguarda la veterinaria e fare conoscere loro realtà che in un contesto cittadino non immaginano”. La scelta dell’allevamento delle vacche podoliche è coerente con questo progetto. “È una mucca – dice Oliva – diffusa in ambito appenninico e per questo la visita all’allevamento è stata una bella occasione per stimolare i ragazzi al recupero di tradizioni che appartengono anche alla Campania. Si cerca di diffondere una cultura del mangiare sano ed alimenti di qualità”. Aggiunge: “In tutti questi anni per me l’esperienza più bella, nel corso dei viaggi studio, è sempre quella di vedere l’affetto dei colleghi del territorio dove andiamo.
Si offrono come tutor per gli studenti e propongono a volte anche gli allevamenti che visitiamo come oggetto di possibili tesi sperimentali da parte dei nostri ragazzi”. Conferma il prof. Zicarelli: “Obiettivo è calare gli studenti nella realtà dell’allevamento. Abbiamo visitato realtà all’avanguardia e gli studenti hanno potuto anche osservare il ciclo completo della produzione di formaggi derivati da pecore da latte. Dalla mungitura alla caseificazione”.
Fabrizio Geremicca