Una passeggiata virtuale nel laboratorio “Sala Macchine” del Dipartimento di Ingegneria Elettrica. La propone lunedì 23 novembre il prof. Santolo Meo, Coordinatore del Corso di Laurea, con la prof.ssa Toscano e l’ing. Di Noia del gruppo di lavoro sull’assistenza alla formazione. “Questa iniziativa – spiega Meo – si pone all’interno di un progetto più ampio attraverso il quale cercheremo di fare entrare i ragazzi nelle sedi universitarie anche se fisicamente per ora non possono accedervi. È rivolta agli studenti del primo anno i quali ancora non hanno visto laboratori e Sala Macchine ed a quelli del secondo e del terzo anno che purtroppo non stanno frequentando i laboratori. Si sono iscritte al momento 130 persone”. Prosegue: “Mostreremo agli studenti i laboratori ed i domini applicativi dell’ingegneria elettrica. Prototipi di pale eoliche, di auto elettriche, di biciclette. Illustreremo come avviene la conversione di energia attraverso varie fonti. Cercheremo di dare ai partecipanti un’idea delle attività che un giorno potrebbero essere chiamati a svolgere. L’idea è di fare un tour virtuale. Naturalmente noi docenti avremo telecamere mobili e ci collegheremo agli studenti che parteciperanno al giro virtuale attraverso la piattaforma Teams”. Oltre a quella di lunedì sono in fase di definizione altre iniziative. “Stiamo pensando come Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica – anticipa il prof. Meo – di organizzare seminari su argomenti specifici in laboratorio con crediti formativi e qualcuno anche in qualche sala. Un modo anche per reinventare la didattica. Appena sarà possibile pensiamo inoltre di tenere qualche lezione all’aperto. Stiamo pensando anche di costituire incontri per discutere sui temi che ci stanno investendo e vorremmo sentire gli studenti per capire come meglio tarare la nostra didattica”. Sulla base, naturalmente, anche delle sollecitazioni che sono arrivate o arriveranno dagli stessi iscritti al Corso di Laurea. “Attraverso la Commissione per l’assistenza alla formazione – ricorda il docente – abbiamo tenuto un incontro con i ragazzi e scoperto cose non scontate. Ad esempio che non amano sostenere esami a distanza e trovano più faticosa la didattica in remoto. Capiscono che l’Università non è solo apprendimento di competenze ma è anche confronto con i colleghi. Ci hanno fatto intravedere i rischi della didattica a distanza. Questi studenti, pur avendo la registrazione dei corsi per rivedere quando vogliono la lezione e ripassarla dieci volte finché non la capiscono, riconoscono anche che può essere un limite. Quando io ascolto dieci volte la stessa lezione mi faccio una mia convinzione di quello che voleva dire il professore e resto con il dubbio. Se invece chiedo subito chiarimenti al docente ed al mio collega possono emergere altre carenze nella mia formazione ed il professore mi può aiutare. Altro limite è che, mentre la lezione in presenza ti allena all’attenzione per diverse ore e a seguire un discorso anche protratto nel tempo, con quella online, che puoi ascoltare a spezzoni, non ti alleni a prestare attenzione a chi parla per molto tempo. Vorremmo portare questa esperienza di ascolto agli studenti ad una discussione pubblica”. Dall’incontro con gli studenti, insomma, è emerso che uno dei limiti della didattica distanza è che manca il confronto e si perde la capacità di ascolto. “D’altro canto – sottolinea il prof. Meo – sarebbe anche ingeneroso non ricordare che proprio la didattica a distanza ha permesso nei difficili mesi della pandemia di garantire un minimo di continuità per gli studenti e ha consentito alle ragazze ed ai ragazzi di proseguire il loro percorso universitario”.
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