“Una scelta sbagliata ma inevitabile”

“Purtroppo, c’è poco da discutere, la decisione era inevitabile, perché stabilita dal Ministero. Nonostante tutto noi studenti resteremo sempre contrari al numero chiuso –afferma Francesco Angelone, rappresentante degli studenti in Senato Accademico- Una scelta sbagliata per tanti motivi. In linea di principio, perché, comunque la si veda, resterà sempre una decisione discriminante, che penalizzerà,  a nostro avviso, una fetta di potenziali aspiranti a questa Facoltà. In secondo luogo, perché, specie per una Facoltà nuova come la nostra, che negli ultimi anni ha registrato una netta crescita, imporre il numero programmato, è un pò come tarpare le ali all’intera struttura”. Angelone ricorda: “sono state molte le proteste da parte di noi studenti -in parte attenuate dai ripetuti incontri con i docenti- C’è stata una grande riunione, a cui hanno partecipato più di 400 studenti e moltissimi docenti. Una riunione che ha permesso di esprimere il nostro dissenso, non solo verso questa decisione, ormai irrevocabile, del numero chiuso, ma anche e soprattutto, verso altre gravi forme di irregolarità presenti in Facoltà”. Ad esempio “è assurdo che uno stesso esame, cambi strutturazione e metodi di giudizio, a seconda dell’appello in cui viene inserito”. Angelone va più nello specifico: “l’esame di Biochimica, spesso e volentieri, è fatto nel primo appello è scritto e orale, mentre nel secondo, solo orale. Una disparità di giudizio non molto convincente”. Insomma, “molto si è fatto in questi anni, ma molto c’è ancora da fare, specie nella didattica”. Una nota lieta: “fortunatamente il numero di studenti garantito per la specialistica in Biotecnologie mediche (300), è abbastanza ampio e non dovrebbe creare troppi problemi nè di rinunce forzate, nè di sovraffollamento”. 
“Inizialmente c’è stato un grande allarmismo generale, specie tra noi studenti, anche perché, la parola numero chiuso mette sempre un po’ di paura” afferma Ida Crifò, rappresentante degli studenti nel Consiglio di Facoltà. Poi, però, spiega Crifò, “lo scenario è cambiato non solo perché parliamo di una decisione di cui nessuno ha oggettivamente colpa, ma, soprattutto, perché, lavorando di comune accordo tutti assieme – studenti, docenti e personale amministrativo- siamo riusciti a trovare una sorta di escamotage. Dopo aver richiesto alla segreteria delle statistiche sui potenziali studenti che a dicembre avrebbero potuto accedere alla Specialistica, si è stabilito di formare una suddivisione di più classi di laurea, da 60 studenti per ogni Corso di Laurea. Ciò è stato possibile, grazie alla legge che prevede che ogni Facoltà debba avere un numero di studenti proporzionale a quello dei suoi docenti. Questa legge, che poi è tra le principali indiziate nella scelta del numero chiuso, ci ha permesso, essendo una Facoltà abbastanza nuova, di poter usufruire del prestito di personale docente nella nostra struttura, in fase di sperimentazione, in modo da aumentare il numero di studenti. Una scelta coraggiosa ed impegnativa che, quanto meno, cercherà di ridurre i danni”. Quanto agli altri problemi didattici ed organizzativi, Crifò, non è da meno del suo collega. “Ci stiamo battendo per ottenere e per migliorare alcuni aspetti contorti della nostra Facoltà. Ciò che al momento ci preme di più, è riuscire ad avere non solo più sedute di laurea, per dare maggiori possibilità a chi, entro dicembre, aspira ad accedere alla specialistica, ma anche di potenziare il numero degli appelli di esame, nell’arco di ogni sessione”.   
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