Si è svolta il 30 maggio la IX edizione della Moot Court Competition, la simulazione processuale promossa da Elsa Napoli. Indossate le toghe per un giorno, dieci squadre composte da studenti del primo anno si sono scontrate, a suon di arringhe, su un caso di diritto civile. Compito di una giuria tecnica, composta da esperti del mondo giuridico, decretare non solo la squadra vincitrice, ma anche lo studente che si è distinto come miglior oratore. “Quest’esperienza ha una valenza molteplice – spiega il prof. Fernando Bocchini, docente di Diritto Privato e coordinatore scientifico dell’evento – In primis, attraverso le memorie scritte, gli studenti riprendono la penna. In secondo luogo, la discussione orale rende il mondo giuridico concreto, si acquisisce una nuova consapevolezza: il diritto vive grazie alla sua applicazione giudiziaria. La sperimentazione sul campo, in una Facoltà così teorica, è necessaria. Solo così lo studio degli Istituti diventa gradevole e interessante”. Dal punto di vista umano: “Si comincia a capire cosa vuol dire stare insieme, si struttura un dialogo con i compagni di lavoro, rispettando le diverse posizioni. Si vincono i timori, le ritrosie, di chi non ha mai parlato in pubblico. La simulazione è una palestra di vita, aiuta a sperimentare ciò che fra diversi anni accadrà realmente in un’aula di tribunale”. Presidente di giuria, il magistrato Raffaele Sdino: “Da studente della Federico II ho partecipato anch’io alla simulazione processuale. All’epoca il prof. Renato Oriani ci faceva studiare un caso nel corso di Procedura Civile. L’esperienza mi piacque tantissimo: ho imparato a fare lavoro di squadra, cosa da non sottovalutare, e a mettermi in gioco”. Perché in un’aula di tribunale “occorre mettere in mostra tante capacità: quella di saper parlare, di sapersi emozionare, di essere convincenti, mostrando una parte di se stessi. Ci vuole allenamento e questo è già un ottimo punto di partenza”. Presente nel comitato scientifico anche il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli Francesco Caia: “E’ importante avere una base di confronto, un punto da cui partire, per mettere in luce le proprie conoscenze. Il processo simulato aiuta a mostrare le proprie attitudini, saper usare bene la parola è già una piccola vittoria”. Rilevante: “la memoria scritta che ogni squadra deve redigere e presentare. Lo scritto è fondamentale per le carriere giuridiche, la capacità di sintetizzare il pensiero è il punto di svolta per ogni avvocato. I professionisti agiscono con la forza delle proprie argomentazioni. Dobbiamo incentivare queste iniziative”. Da sottolineare, la possibilità che quest’anno viene data allo studente risultato Miglior Difensore: “L’8, il 9 e il 10 giugno, a Castellabate, si svolgerà uno stage di Diritto dell’Unione Europea, che vede coinvolti avvocati di diverse nazionalità europee. Lo studente avrà la possibilità di stare con noi, potrà conoscere personalità di spicco, confrontarsi con culture diverse. Un’esperienza bellissima, che credo regalerà forti emozioni”, conclude Caia. Ultimo commento dal Presidente Elsa Napoli: “Sono emozionato – dice Michele Palagano – Al primo anno partecipai anch’io alla simulazione, un’esperienza che ha lasciato il segno nella mia carriera universitaria. Debbo riconoscere che non è fondamentale l’esito della prova, l’importante è sapersi mettere in gioco, provare. Anche se non si porta a casa alcun premio, il processo simulato sarà sempre uno dei ricordi più belli della vita universitaria”.
Al via quindi dibattiti accesi, arringhe, prove, controbattute: nell’arco di due ore l’Aula Guarino si è trasformata in una vera e propria aula di tribunale. Difficile la scelta della giuria, le dieci squadre concorrenti hanno argomentato in modo impeccabile e sono riuscite, chi più, chi meno, a far valere le proprie ragioni. Il verdetto cade su un team rosa. Si aggiudicano il titolo di Miglior Squadra Giovanna Cice e Anna Carotenuto. “Siamo emozionate ma felici – commentano le studentesse al primo anno – Proprio non ce l’aspettavamo, ci tremava la voce, anche perché siamo state le prime ad argomentare. Per fortuna avevamo dalla nostra una forte preparazione, seguire il corso di Diritto Privato con il prof. Bocchini ci ha aiutato tantissimo. Ma non è facile parlare quando si hanno tutti gli occhi puntati addosso”. Incredulo anche Antonio Bravaccino, ritenuto il Miglior Difensore. Commenta la matricola: “Poter applicare il diritto privato in forma concreta mi ha aiutato tantissimo. Ora sono più sicuro e molto più preparato nell’affrontare l’esame. Gli Istituti che abbiamo studiato per scrivere le memorie sono ormai consolidati, mi fa piacere non dover più ripetere una parte del programma”. Felice dell’esperienza che potrà vivere grazie all’Ordine degli Avvocati: “Sono al primo anno, non ho le idee chiare, vorrei fare il magistrato ma ancora non sono sicuro. Forse questi giorni di stage potranno farmi capire meglio cosa voglio dal futuro. Intanto, riprendo a studiare. Gli esami sono alle porte”.
(Su. Lu.)
Al via quindi dibattiti accesi, arringhe, prove, controbattute: nell’arco di due ore l’Aula Guarino si è trasformata in una vera e propria aula di tribunale. Difficile la scelta della giuria, le dieci squadre concorrenti hanno argomentato in modo impeccabile e sono riuscite, chi più, chi meno, a far valere le proprie ragioni. Il verdetto cade su un team rosa. Si aggiudicano il titolo di Miglior Squadra Giovanna Cice e Anna Carotenuto. “Siamo emozionate ma felici – commentano le studentesse al primo anno – Proprio non ce l’aspettavamo, ci tremava la voce, anche perché siamo state le prime ad argomentare. Per fortuna avevamo dalla nostra una forte preparazione, seguire il corso di Diritto Privato con il prof. Bocchini ci ha aiutato tantissimo. Ma non è facile parlare quando si hanno tutti gli occhi puntati addosso”. Incredulo anche Antonio Bravaccino, ritenuto il Miglior Difensore. Commenta la matricola: “Poter applicare il diritto privato in forma concreta mi ha aiutato tantissimo. Ora sono più sicuro e molto più preparato nell’affrontare l’esame. Gli Istituti che abbiamo studiato per scrivere le memorie sono ormai consolidati, mi fa piacere non dover più ripetere una parte del programma”. Felice dell’esperienza che potrà vivere grazie all’Ordine degli Avvocati: “Sono al primo anno, non ho le idee chiare, vorrei fare il magistrato ma ancora non sono sicuro. Forse questi giorni di stage potranno farmi capire meglio cosa voglio dal futuro. Intanto, riprendo a studiare. Gli esami sono alle porte”.
(Su. Lu.)