Serpeggia preoccupazione tra i tantissimi studenti di Ingegneria che si ritroveranno a seguire una Laurea Magistrale con un ordinamento diverso da quello con cui si sono iscritti. “Occorrerebbe un po’ di chiarezza su tutti i paletti che saranno previsti, per ora ci sono solo voci”, affermano Mario Celentano e Giovanni Carofaro, studenti triennali di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio. Per il resto si dicono soddisfatti della Facoltà dal punto di vista della didattica. Non così “per le strutture, la disponibilità dei docenti, la reperibilità del materiale. E poi bisogna sostenere troppi esami in poco tempo e i risultati sono scadenti. Anche i tagli dei programmi non portano benefici anzi, ci si ritrova con lacune che non si riescono mai a colmare. Come si fa a sostenere trenta esami in tre anni, quando prima non si riusciva a farne venti in cinque anni? E vorrei sottolineare che quest’anno le tasse sono cresciute ma i servizi sono gli stessi”, commenta Mario. “C’è un po’ di disorganizzazione – sottolinea Giovanni – Abbiamo accavallamenti di tempi, smorzati in parte dalla possibilità di sostenere esami tutte le sessioni, ma questo significa non fermarsi mai”.
Luciano Ricci e Fernando Severino, studenti alla Triennale di Ingegneria Civile primo corso della riforma, sostengono: “non ci siamo informati ancora sulla Magistrale, aspettiamo di terminare il triennio”. I due ragazzi raccontano ai aver sofferto un po’ per gli orari dei corsi, soprattutto il primo anno, con lezioni dal mattino alla sera: “questo all’inizio sega le gambe a tanti che si attardano perché è tutto propedeutico. Poi ci si abitua, si prende il ritmo, va molto meglio, ma fra i due ordinamenti ci sono molte differenze. Abbiamo deciso di aspettare ancora un po’ e poi, eventualmente decidere di fare il passaggio al nuovo ordinamento, per non trovarci in difficoltà quando accederemo alla Laurea Magistrale”.
“L’ultima sessione è andata abbastanza bene, non così il primo anno perché c’erano dei professori abbastanza difficili da capire, che quest’anno sono stati sostituiti. Per il resto la Facoltà non è male”, dice Daniele Medici, secondo anno di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, nuovissimo ordinamento. “Mancano alcuni servizi, per esempio la mensa. Seguiamo in via Claudio, tranne l’ambulante qui fuori, non c’è niente ed è difficile spostarsi per andare a mangiare da qualche parte. Anche la pulizia è carente ed hanno acceso i termosifoni ora che sta arrivando la primavera”, aggiunge la sua collega Lucia Iacoviello.
Tiziana De Martino e Virginia Loffredo sono studentesse al quarto anno di Ingegneria Edile-Architettura, sono molto contente dell’impostazione generale del loro Corso – Magistrale a ciclo unico -, meno delle strutture. “Non abbiamo il problema della tesi triennale che non serve a niente e fa perdere tempo. Il nostro è un Corso che ci permette di ricevere una formazione migliore. Però siamo in pochi e all’inizio ci avevano relegati in due aulette scomode senza sedie e senza tapparelle. Ora, siamo insieme agli studenti di altri Corsi, l’unico disagio è il freddo”.
Silvio Luongo e Marco Lupo, iscritti alla Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale, sono arrabbiati per quello che considerano un venir meno alle regole di un contratto già firmato. Due anni fa sono stati modificati i criteri di assegnazione del voto di laurea specialistica e adesso conta in maniera discriminante il voto della laurea del triennio: chi ha avuto meno di cento non ha diritto ad aspirare a tutti gli otto punti previsti per la tesi conclusiva, ma solo a quattro. “Qualunque sia il livello della tesi specialistica che presenti. Questo penalizza chi è rimasto indietro, perché chi ha finito prima ha potuto contare su tutti gli otto punti. E’ un danno ulteriore per gli studenti di Ingegneria perché altre Facoltà prevedono anche undici punti per la tesi specialistica”, sottolinea Silvio che è vice presidente della sezione napoletana dell’AEGEE, associazione che raccoglie gli studenti europei, il quale aggiunge: “I problemi sono sempre sentiti a livello personale e mai in maniera collettiva. Nessuno pensa di rivolgersi ai rappresentanti degli studenti, che sono comunque poco presenti”. Aggiunge Marco: “alla Triennale ho avuto meno di 100 ed ora il voto della Specialistica è castrato da questa regola. Al primo anno si accettano i voti che capitano, alla Specialistica, invece, si è ormai rodati, per alcuni arriva la svolta. Con questo regolamento si viene penalizzati anche se si migliora. In azienda, la prima selezione avviene in base al voto. Inoltre, questa norma non è valida per tutta la Facoltà ma solo per Gestionale ed Elettronica”.
Simona Pasquale
Luciano Ricci e Fernando Severino, studenti alla Triennale di Ingegneria Civile primo corso della riforma, sostengono: “non ci siamo informati ancora sulla Magistrale, aspettiamo di terminare il triennio”. I due ragazzi raccontano ai aver sofferto un po’ per gli orari dei corsi, soprattutto il primo anno, con lezioni dal mattino alla sera: “questo all’inizio sega le gambe a tanti che si attardano perché è tutto propedeutico. Poi ci si abitua, si prende il ritmo, va molto meglio, ma fra i due ordinamenti ci sono molte differenze. Abbiamo deciso di aspettare ancora un po’ e poi, eventualmente decidere di fare il passaggio al nuovo ordinamento, per non trovarci in difficoltà quando accederemo alla Laurea Magistrale”.
“L’ultima sessione è andata abbastanza bene, non così il primo anno perché c’erano dei professori abbastanza difficili da capire, che quest’anno sono stati sostituiti. Per il resto la Facoltà non è male”, dice Daniele Medici, secondo anno di Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, nuovissimo ordinamento. “Mancano alcuni servizi, per esempio la mensa. Seguiamo in via Claudio, tranne l’ambulante qui fuori, non c’è niente ed è difficile spostarsi per andare a mangiare da qualche parte. Anche la pulizia è carente ed hanno acceso i termosifoni ora che sta arrivando la primavera”, aggiunge la sua collega Lucia Iacoviello.
Tiziana De Martino e Virginia Loffredo sono studentesse al quarto anno di Ingegneria Edile-Architettura, sono molto contente dell’impostazione generale del loro Corso – Magistrale a ciclo unico -, meno delle strutture. “Non abbiamo il problema della tesi triennale che non serve a niente e fa perdere tempo. Il nostro è un Corso che ci permette di ricevere una formazione migliore. Però siamo in pochi e all’inizio ci avevano relegati in due aulette scomode senza sedie e senza tapparelle. Ora, siamo insieme agli studenti di altri Corsi, l’unico disagio è il freddo”.
Silvio Luongo e Marco Lupo, iscritti alla Laurea Specialistica in Ingegneria Gestionale, sono arrabbiati per quello che considerano un venir meno alle regole di un contratto già firmato. Due anni fa sono stati modificati i criteri di assegnazione del voto di laurea specialistica e adesso conta in maniera discriminante il voto della laurea del triennio: chi ha avuto meno di cento non ha diritto ad aspirare a tutti gli otto punti previsti per la tesi conclusiva, ma solo a quattro. “Qualunque sia il livello della tesi specialistica che presenti. Questo penalizza chi è rimasto indietro, perché chi ha finito prima ha potuto contare su tutti gli otto punti. E’ un danno ulteriore per gli studenti di Ingegneria perché altre Facoltà prevedono anche undici punti per la tesi specialistica”, sottolinea Silvio che è vice presidente della sezione napoletana dell’AEGEE, associazione che raccoglie gli studenti europei, il quale aggiunge: “I problemi sono sempre sentiti a livello personale e mai in maniera collettiva. Nessuno pensa di rivolgersi ai rappresentanti degli studenti, che sono comunque poco presenti”. Aggiunge Marco: “alla Triennale ho avuto meno di 100 ed ora il voto della Specialistica è castrato da questa regola. Al primo anno si accettano i voti che capitano, alla Specialistica, invece, si è ormai rodati, per alcuni arriva la svolta. Con questo regolamento si viene penalizzati anche se si migliora. In azienda, la prima selezione avviene in base al voto. Inoltre, questa norma non è valida per tutta la Facoltà ma solo per Gestionale ed Elettronica”.
Simona Pasquale