A 3 anni, ancora col ciuccio, ma già a cavallo di una minimoto. Inizia così l’amore e la carriera di Antonio Frappola, studente-atleta di Ingegneria Meccanica e campione di motociclismo. “È tutto nato per gioco con quella minimoto elettrica – racconta – Ogni tanto mio padre mi portava in pista. A 6 anni partecipai al mio primo campionato regionale e lo vinsi anche”.
Da lì tutta la trafila: Frappola prosegue nei campionati regionali e non solo, fino all’ingresso a otto anni nel Campionato Italiano Velocità in minimoto e al passaggio alla MiniGP 50.
Ed ecco nel 2014 il titolo di Campione MiniGP 50 del Centro Sud Italia. “A quel punto sono stato fermo sei mesi per motivi economici, ma poi mi ha chiamato un meccanico che conoscevo perché non mi vedeva più in pista ad allenarmi – confida – Mi riferì che c’era una nuova categoria e mi invitò a provare la sua moto per verificare come andava: dopo 6 mesi ero più forte del suo pilota”. E subito infatti è secondo e vicecampione al CNV Asi, vince il Campionato MVR Centro Sud Italia e termina quarto nel CIV Junior a 13 anni, con deroga per partecipare un anno prima. Poi il Campionato mondiale Supersport prima 300 e 600, e l’anno scorso la classificazione 25 su 47 al Supersport velocità.
Si è iscritto ad Ingegneria Meccanica perché il suo sogno è “fare il pilota a livello mondiale e vivere di quello, ma è difficile e si deve anche essere realisti. Nonostante tutto però sono nato e voglio vivere per il racing, e Ingegneria Meccanica mi sembra la strada migliore per raggiungere questo obiettivo”.
Piano B: far parte di un racing team per “stare sui circuiti, non solo in fabbrica con le moto”.
L’impegno con il motociclismo è di 6 giorni su 7, se non 7 su 7: “Ora mi alleno tutti i giorni in palestra e con la corsa, oltre agli allenamenti in moto 2-3 volte alla settimana”, racconta. E lo studio? “È quasi più facile ora all’Università perché con le date già prestabilite per gli esami riesco a organizzarmi, mentre al liceo le assenze per gli allenamenti o gare fuori erano un problema – afferma – Diciamo che, quando non mi alleno, studio e quando non studio mi alleno”.
Un consiglio per chi è uno studente atleta come lui: “Può sembrare banale, ma non smettete di credere mai nei vostri sogni. Vengo da una famiglia normale e non è facile, ma nonostante impegni e sacrifici riesco ad andare avanti nel mondo delle moto e a crearmi un piano b”. Conclude: “Basta sapersi organizzare. Se si ha passione, si fa”.
Eleonora Mele
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Ateneapoli – n. 2 – 2025 – Pagina 17